Agostini (DS): «Contro le mutilazioni apriamo il dibattito. Due i diritti irrinunciabili: la salvaguardia della salute e del benessere fisico di ogni persona e l'inviolabità del corpo femminile»

«Come rappresentanti istituzionali, oltre che come donne, abbiamo il dovere di aiutare concretamente le persone coinvolte nella pratica dell'infibulazione ad uscire dal tunnel, senza pregiudizi, condizionamenti culturali o politici». Lo ha detto la consigliera dei DS Susanna Agostini secondo la quale «questa è una questione della quale occuparsi con particolare competenza e serietà, per non peggiorare le condizioni di chi già deve subire tale violenza».«Firenze - ha ricordato Susanna Agostini - è conosciuta ed apprezzata per l'attività del reparto della clinica ostetrico-ginecologica di Careggi quale centro regionale di riferimento per la prevenzione e la cura delle mutilazioni genitali femminili. In questa struttura, ad oggi, sono state curate oltre 500 donne, spesso minorenni accompagnate dalle madri, che necessitano di interventi sanitari post- traumatici. Qui gli operatori e le operatrici devono far fronte a più problemi: dal garantire l'assistenza medica al fornire una corretta e compiuta informazione per un percorso sanitario. Ad oggi la loro attività ha permesso la messa in discussione delle mutilazioni in tante famiglie di immigrati. Questo centro, quindi, sta già svolgendo un importante ruolo di conoscenza e monitoraggio delle dimensioni del problema a Firenze, facendo emergere dall'ombra i danni provocati da questa barbara pratica. Ora è più che mai necessaria un'informazione corretta: a Firenze non esiste nessuna "infibulazione legalizzata" e per questo si deve dire basta alle possibili strumentalizzazioni politiche, altrimenti si rischia di danneggiare ulteriormente chi ha subito queste mutilazioni. Mi stupisco quando vedo che, su tale questione, si arriva perfino a invocare l'obiezione di coscienza. Siamo davanti ad azioni pericolose che possono mettere anche a rischio la salute e la qualità della vita di tante giovani che vivono nella nostra città».«Per la politica sanitaria in Toscana - ha concluso la consigliera dei DS - resta irrinunciabile la necessità di salvaguardare il benessere fisico, sessuale e psichico di tutte le persone. La regione ha fatto il primo passo per discutere un importante problema nella maniera più ampia. Spetta ora a tutti noi, e soprattutto alle donne, spostare in avanti la frontiera dei diritti umani e valutare con rapidità, e nel concreto, come garantire l'inviolabilità del corpo femminile, e far uscire dal tunnel quelle donne che ancora oggi sono sottomesse a queste pratiche violente. Garantiamo infine alle stesse donne coinvolte la possibilità di diventare promotrici della propria salute e protagoniste attive del proprio percorso culturale». (fn)