Teatro a Sollicciano, le detenute mettono in scena un dramma di Tagore

A Sollicciano si recita Tagore. A metterlo in scena sono sei detenute che hanno imparato a recitare grazie a corsi organizzati da Patrizia del Libero dell'associazione Aria. Lo spettacolo è tratto dal dramma di R.Tagore "L'ufficio postale" e si chiama "Amal", dal nome del personaggio attorno al quale ruota la piéce. "Nel mondo invisibile e nascosto del carcere – ha spiegato l'assessore all'area carcere Marzia Monciatti - c'è un pezzetto di mondo ancora più invisibile e nascosto che è quello della detenzione femminile perché delle donne che stanno in carcere se ne parla pochissimo e rischiano di essere le più sconosciute in un mondo del quale spesso non si conoscono le storie e le vicende umane. Per questa ragione – ha aggiunto Monciatti- abbiamo scelto di sostenere il lavoro di associazioni professioniste che con le donne detenute lavorano da tanti anni e che sono in grado di regalare loro qualche ora d'aria". Lo spettacolo, che andrà in scena nella sezione femminile del carcere di Sollicciano a partire dal 2 febbraio, è stato presentato questa mattina in Palazzo Vecchio, oltre che dall'assessore Monciatti, dalla direttrice di Sollicciano Margherita Michelini, dall'assessore provinciale Davide Filippelli e dai rappresentanti dell'associazione Aria. "Fare teatro – ha detto Patrizia Del Libero- è un modo di conoscersi, di imparare a dare un senso alle tante ore che si passano in carcere". Una vera e propria funzione terapeutica "che aiuta a capire e a capirsi", come racconta Sara che ora è in libertà, ma che rientrerà in carcere per recitare e portare in scena lo spettacolo. La piéce andrà in scena il 2, il 17 febbraio, il 1 e il 2 marzo alle 9,30 e il 3 e il 24 marzo alle 13. (lb)