Antenne di telefonia cellulare, interviene Barbaro (DS)
Questo il testo dell'intervento in consiglio comunale di Antongiulio Barbaro, consigliere dei DS e membro della commisione ambiente e trasporti:«Presidente, Sindaco, colleghi,con la mozione oggi in discussione questo Consiglio torna ad affrontare il cosiddetto "elettrosmog", con particolare riferimento alla questione degli impianti per il servizio di telefonia mobile.Perché siamo in qualche modo costretti ad occuparcene nuovamente?In primo luogo perché il quadro delle norme vigenti è cambiato più volte in questi anni. Inoltre perché abbiamo ora anche i richiami, le censure e le puntualizzazioni rivolte dalla Corte Costituzionale allo Stato, alle Regioni e agli Enti Locali affinché nel governo di questo tema ognuno faccia la sua parte, senza forzature istituzionali, senza invasioni di campo, senza demagogia. Come invece è avvenuto da più parti in questi ultimi anni.Infatti, quale giudizio politico esprimere sull'incostituzionale Decreto "Gasparri" n. 198/2002 che aveva stabilito come gli impianti di telecomunicazione fossero "compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica" e perciò "realizzabili in ogni parte del territorio comunale, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge o di regolamento"? E' stato il frutto dell'arroganza neocentralistica che l'attuale compagine governativa esprime a più riprese? Oppure delle pressioni dei gestori interessati al business della telefonia mobile? Od ancora, la reazione scomposta alle difficoltà incontrate sul territorio e tra i cittadini nella realizzazione delle reti?E cosa dire delle Regioni, compresa la Toscana, le quali, nel goffo tentativo di ridurre la conflittualità dei cittadini e dei comitati, hanno in molti casi legiferato in modo confuso ed incoerente, andando oltre i poteri che la Legge n. 36/2001 affida loro e aumentando il caos normativo e amministrativo? Si sostiene spesso che il federalismo costituisce la riforma istituzionale capace di riavvicinare le forme della rappresentanza politica ai cittadini: se questi sono gli esiti viene da dubitare quanto meno che il "sistema" sia in grado funzionare correttamente.Un fatto ora è certo: grazie alla Corte Costituzionale, su tali impianti tecnologici i Comuni possono nuovamente esercitare la potestà di pianificare il proprio territorio, in parte mitigata dalle procedure autorizzatorie del recente Decreto n. 259/2003. Con la mozione oggi in discussione intendiamo sottolineare questo fatto e chiediamo al Sindaco, alla Giunta e all'Amministrazione comunale nel suo complesso di riappropriarsi decisamente dei limitati, ma importanti poteri che le norme in vigore assegnano ai Comuni.Voglio essere chiaro: è necessario un salto di qualità dell'Amministrazione nell'affrontare il problema. E raccomando con forza che la Giunta dia piena effettività alle proposte contenute nella mozione: 1) predisposizione del regolamento localizzativo previsto dalla Legge n. 36/2001; 2) insediamento di un ufficio dedicato esclusivamente alla gestione delle pratiche autorizzative e al coordinamento dei controlli strumentali sugli impianti; 3) definizione di un protocollo di intesa con i gestori che favorisca la rilocalizzazione degli impianti posti in corrispondenza dei "siti sensibili", di quelli autorizzati in base alle norme dell'illegittimo Decreto "Gasparri", di quelli che determinino il superamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici; 4) revisione del Regolamento edilizio in modo da tenere conto del nuovo Decreto n. 259/2003, ma nel quadro di un rafforzamento delle procedure di valutazione preventiva degli impianti, pure già introdotte da questo Consiglio fin dall'anno 2000.Personalmente ritengo che il Comune di Firenze in questi anni non sia stato inerte e molto abbia fatto per tentare di governare il problema: dobbiamo essere consapevoli che i Comuni hanno poteri limitati in materia e che tuttora il contesto normativo è incompleto, dato che alla Legge n. 36/2001 non hanno ancora fatto seguito i numerosi decreti attuativi previsti, fatto salvo quello che ha recentemente stabilito i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici.Tuttavia, ritengo che la forte attenzione dei cittadini, preoccupati (in modo fondato o meno) per la loro salute, imponga una capacità di pianificazione e di gestione amministrativa superiore rispetto a quanto gli uffici comunali abbiano saputo esprimere finora.Questo salto di qualità riguarda il Comune di Firenze, ma riguarda anche le forze politiche e i cittadini. Dobbiamo, tutti, smettere di affrontare il tema facendo finta di ignorare che - per dirla con la Corte Costituzionale - in questo settore le Amministrazioni locali mantengono il potere di regolare l'uso del proprio territorio "purché criteri localizzativi e standard urbanistici rispettino le esigenze della pianificazione nazionale degli impianti e non siano, nel merito, tali da impedire od ostacolare ingiustificatamente l'insediamento degli stessi", e che i limiti al campo elettromagnetico fissati dalla legge (e non derogabili dalle Regioni nemmeno in senso più restrittivo) "rappresentano il punto di equilibrio fra le esigenze contrapposte di evitare al massimo l'impatto delle emissioni elettromagnetiche, e di realizzare impianti necessari al paese".Ai cittadini e ai Comitati dobbiamo certamente un ringraziamento quando ci costringono ad occuparci di un fatto sentito come problema e a far meglio noi e l'Amministrazione nel suo complesso. Ma mi sento qui di chiedere anche ai Comitati un cambio di marcia, un'attenzione anche ai propri interlocutori: non tutti quelli che pubblicamente vi "danno ragione" fanno l'interesse dei cittadini, non tutte le paure che vi vengono trasmesse sono fondate! Diffidate dalla facile demagogia!Abbiamo avuto modo di parlarne in Commissione con gli stessi Comitati: nell'interesse di tutti, e primariamente dei cittadini, pretendete che le leggi siano applicate bene, senza scorciatoie che possono rivelarsi inefficaci. E' già avvenuto con la delibera regionale che aveva introdotto indebitamente limiti di campo elettromagnetico inferiori a quelli nazionali, annullata in meno di un anno dal TAR.Pretendete inoltre che i soggetti pubblici individuati dalla legge per la necessaria attività di controllo funzionino bene e con professionalità, anziché porre le basi per la loro delegittimazione o peggio il loro depotenziamento a favore di soggetti privati: sarebbe il colmo nella città del Social Forum in cui con passione, ma non sempre appropriatamente tanto si dibatte di privatizzazioni.Infine: superate la logica NIMBY ("dappertutto tranne che nel mio cortile"), che in questo caso può paradossalmente favorire l'installazione di impianti più potenti e quindi eventualmente più dannosi».(fn)