Arno, l'assessore Tani: "la nuova Finanziaria non tutela il nostro fiume e le sue sponde"

La nuova finanziaria abbandona l'Arno al suo destino, lasciando per la salvaguardia del fiume solo le briciole e nessuna garanzia contro l'abusivismo selvaggio sulle sponde del fiume. La denuncia arriva dal presidente dell'associazione per l'Arno e sindaco di Empoli Vittorio Bugli che questa mattina ha lanciato l'allarme insieme all'assessore all'innovazione Simone Tani e al presidente di Legambiente Piero Baronti. Dopo che l'attuale governo ha respinto la mozione indirizzata ai parlamentari toscani con cui si chiedevano 100 milioni di euro per la realizzazione del Piano di Bacino dell'Arno, il sindaco Bugli insieme all'assessore Tani e a Legambiente hanno deciso di fare presente la situazione. Non solo carenza di fondi, ma anche nessuna esclusione dal condono su quanto costruito illecitamente nelle aree di pertinenza fluviale. Vale a dire baracche, capanni, orti, fabbricati utilizzati impropriamente che rischiano di rimanere dove sono. Per questo Il sindaco Bugli insieme a Legambiente hanno dato vita ad un'iniziativa clamorosa per sottolineare la gravità della situazione: tutte le zone di territorio limitrofe al fiume in cui erano previsti gli interventi di tutela o risanamento verranno segnalate con delle bandire dell'associazione per l'Arno e di Legambiente affinché " tutti vedano e tocchino con mano tutto ciò che non si potrà fare". "L'Arno ha necessità di essere riqualificato – ha detto l'assessore Tani-. Occorrono finanziamenti per la messa in sicurezza del fiume, affinché torni ad essere un patrimonio importante di tutti". E il Sindaco Bugli ricorda la mozione ai parlamentari toscani presentata in occasione della chiusura della festa per l'Arno il 28 settembre, in cui si chiedevano risorse per la mitigazione del rischio idraulico, per la realizzazione degli interventi. "Avevamo chiesto un'azione minima che l'attuale governo – ha spiegato Bugli- ha drasticamente ridotto. Per il 2004 sono strati stanziati 200.000, euro: troppo pochi per realizzare progetti come le casse di espansione di Figline e Argingrosso "."L'Arno dovrebbe essere una priorità a livello nazionale – ha aggiunto Piero Baronti- Tagliare nel settore del dissesto idro- geologico è rischioso. Queste poche euro a disposizione sono un'elemosina di questo governo al piano di bacino e non contribuiscono certo ad allontanare il rischio di alluvione che rimane uguale a quello del 1966, qualora si ripresentasse una situazione analoga". (lb)Palazzo Vecchio, giovedì 11 dicembre 2003