Ricercatrice universitaria messa in grave difficoltà per una gravidanza, interrogazione di Papini (Verdi)
Il caso «della ricercatrice universitaria messa in grave difficoltà per una gravidanza» è al centro di una interrogazione presentata dal capogruppo dei Verdi Alessio Papini che ha chiesto l' intervento dell'amministrazione comunale.«Questa ricercatrice a contratto, inquadrata con assegno di ricerca - scrive Papini - ha richiesto una sospensione, a costo zero per l'ateneo, per poter portare a termine una gravidanza ma tale richiesta è stata negata dall'amministrazione universitaria».Secondo il capogruppo dei Verdi «tale rifiuto si configura come atto di estrema gravità nei confronti di ricercatori precari che lavorano già in condizioni estremamente svantaggiate: l'assegno di ricerca prevede contratti annuali rinnovabili fino ad un massimo di quattro volte per uno stipendio netto di circa poco più di 1.800.000 senza tredicesima, né trattamento di fine rapporto né alcun contributo per la pensione».«Tali comportamenti, insieme alla grave situazione della ricerca in Italia, sottofinanziata e in buona parte svolta da ricercatori precari - prosegue l'interrogazione - sono alla base della scelta di molti ricercatori italiani a trasferirsi all'estero, una tendenza che danneggia gravemente la competitività dell'economia italiana nel medio-lungo periodo».Papini ha chiesto al Comune «di intervenire presso l'amministrazione universitaria per ottenere diritti minimi come il riconoscimento del diritto alla sospensione dell'assegno di ricerca in caso di maternità». (fn)Questo il testo dell'interrogazione:InterrogazioneProponente Papini (Verdi)Oggetto Sul caso della ricercatrice precaria dell'Università messa in grave difficoltà da una gravidanzaOsservato che una ricercatrice a contratto dell'Università di Firenze inquadrata con assegno di ricerca ha richiesto una sospensione a costo zero per l'università di Firenze per poter portare a termine una gravidanza e che tale richiesta è stata negata dall'Amministrazione universitaria;Considerato che tale rifiuto si configura come atto di estrema gravità nei confronti di ricercatori precari che lavorano già in condizioni estremamente svantaggiate (l'assegno di ricerca prevede contratti annuali rinnovabili fino ad un massimo di quattro volte per uno stipendio netto di circa poco più di 1.800.000 senza tredicesima, né trattamento di fine rapporto né alcun contributo per la pensione.Visto che tali comportamenti, insieme alla grave situazione della ricerca in Italia, sottofinanziata e in buona parte svolta da ricercatori precari, sono alla base della tendenza di molti ricercatori italiani a trasferirsi all'estero alla ricerca di migliori condizioni di lavoro e che tale tendenza danneggia gravemente la competitività dell'economia italiana nel medio-lungo periodo;Si interroga l'Amministrazione ComunalePer conoscere la diffusione di tali condizioni di lavoro come sopra descritte nel territorio fiorentino;di intervenire presso l'Amministrazione Universitarie per ottenere diritti minimi come il riconoscimento del diritto alla sospensione dell'assegno di ricerca in caso di maternità.Alessio Papini, capogruppo Verdi Comune di Firenze