Società della Salute, Rifondazione: «Ridurranno, svuotandolo, il ruolo di programmazione, di governo e di controllo dei consigli comunali»

Prevedere forme di informazione, confronto e partecipazione diretta con la cittadinanza affinché sia garantito un percorso il più democratico possibile. Garantire concretamente il ruolo e la funzione di programmazione e controllo prevedendo passaggi formali periodici nei consigli comunali aderenti alla sperimentazione per tutti gli atti giuridici, di programmazione e di bilancio. Escludere dalla fase della sperimentazione l'esercizio della gestione dei servizi sociosanitari. Sono alcune delle richieste in merito alla delibera sulla "Società della Salute" avanzate dalla capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri insieme ad Anna Nocentini e Daniela Vangieri, rispettivamente responsabile provinciale e responsabile regionale del dipartimento sanità di Rifondazione, Beppe Banchi di "Medicina Democratica", Calò Andrea della "Federazione Rdb" e Stefano Sbolgi della "Confederazione Cobas".«Questi organismi - scrive la Sgherri in un'apposita mozione - sono indicate come consorzi pubblici, tra comuni ed azienda sanitarie di riferimento, che assumono le responsabilità di governo di programmazione e di gestione delle attività sociosanitarie, sanitarie territoriali e specialistiche di base relative alla zona distretto».Secondo Rifondazione Comunista ci sono però «elementi di forte criticità»: «le "Società della Salute" ridurranno, svuotandolo, al contrario di quanto auspicato, il ruolo di programmazione, di governo e di controllo dei consigli comunali, in particolare sulle politiche sociali» e «si configurano come vere e proprie aziende che dovranno tenere conto più della necessità di pareggiare il bilancio che dei bisogni dei cittadini, essendone previsto lo scioglimento in caso di squilibrio di bilancio». «Con il governo della domanda alle comunità locali - prosegue la mozione - saranno decentrate più che responsabilità politiche, responsabilità di tipo economico, con il rischio che la cronica mancanza di risorse destinate al territorio porterà ad un peggioramento della qualità dei servizi, una riduzione degli stessi ed un aumento dei costi per i cittadini e le famiglie. La stessa mancanza di risorse potrebbe produrre, secondo l'attuale logica perversa che attribuisce al costo del lavoro la onerosità dei servizi, ulteriori processi di esternalizzazione. Inoltre la separazione tra assistenza ospedaliera e assistenza territoriale determinerà una riduzione delle tutele assistenziali, soprattutto per le persone più deboli quali gli anziani, i malati cronici e non autosufficienti, espulsi dall'ospedale senza trovare risposte adeguate sul territorio. Infine un'ulteriore frammentazione del mondo del lavoro ed la riduzione dei diritti e delle tutele per gli operatori del settore».Per questo Rifondazione chiede anche «che i Comuni siano gli esclusivi titolari della programmazione del servizio e che l'intervento del terzo settore sia destinato all'ampliamento dei servizi attualmente erogati e non alla sostituzione dell'intervento pubblico» e «che la programmazione dei servizi sociosanitari del territorio risponda ai reali bisogni della popolazione locale e non a mere logiche di bilancio».La Sgherri ha anche annunciato il suo voto contrario alla delibera sulla "Società della Salute". (fn)Questo il testo della mozione:Tipologia: mozioneSoggetto proponente: Monica SgherriOggetto: Società della SalutePremesso che:nel nuovo Piano sanitario regionale (Del. CRT 60/2002), la Regione Toscana ha previsto, tra le forme di innovazione organizzative del sistema sanitario regionale, le Società della Salute, organismi che governeranno i servizi sociosanitari del territorio; prevedendone la natura giuridica di Società miste senza fine di lucro;nel successivo Atto di Indirizzo regionale, per l'avvio della sperimentazione (Del. CRT 155/2003), le Società della Salute sono indicate come Consorzi pubblici, tra comuni ed azienda sanitarie di riferimento, che assumono le responsabilità di governo di programmazione e di gestione delle attività sociosanitarie, sanitarie territoriali e specialistiche di base relative alla zona distretto;i comuni delle zone sociosanitarie, insieme alla azienda sanitaria locale competente, sono tenuti a presentare entro 45 giorni dalla pubblicazione sul BURT i progetti per l'avvio della sperimentazione;Considerato che il Comune di Firenze ha manifestato la volontà di candidarsi per l'avvio della sperimentazione presentando la proposta di progetto alla Regione;Tenuto conto che questo nuovo modello di organizzazione della sanità del territorio presenta, a nostro avviso, elementi di forte criticità:• le SdS ridurranno, svuotandolo, al contrario di quanto auspicato, il ruolo di programmazione, di governo e di controllo dei Consigli Comunali, in particolare sulle politiche sociali;• le SdS si configurano come vere e proprie aziende che dovranno tenere conto più della necessità di pareggiare il bilancio che dei bisogni dei cittadini, essendone previsto lo scioglimento in caso di squilibrio di bilancio;• con il governo della domanda alle comunità locali saranno decentrate più che responsabilità politiche, responsabilità di tipo economico, con il rischio che la cronica mancanza di risorse destinate al territorio porterà ad un peggioramento della qualità dei servizi, una riduzione degli stessi ed un aumento dei costi per i cittadini e le famiglie;• la stessa mancanza di risorse potrebbe produrre, secondo l'attuale logica perversa che attribuisce al costo del lavoro la onerosità dei servizi, ulteriori processi di esternalizzazione;• la separazione tra assistenza ospedaliera e assistenza territoriale determinerà una riduzione delle tutele assistenziali, soprattutto per le persone più deboli quali gli anziani, i malati cronici e non autosufficienti, espulsi dall'ospedale senza trovare risposte adeguate sul territorio;• il ruolo determinante che potrebbe assumere il terzo settore, qualora fosse consentito il suo intervento nella fase di programmazione, nel rapporto fra domanda e offerta;• un'ulteriore frammentazione del mondo del lavoro ed la riduzione dei diritti e delle tutele per gli operatori del settore;Tenuto conto inoltre che la previsione della gestione dei servizi, già nella fase di sperimentazione, amplifica ulteriormente le criticità fin qui evidenziate e, soprattutto, contrasta con il carattere di gradualità sperimentale attribuita a questa prima fase, comportando una vera e propria messa a regime del nuovo modello;Considerato ancora che la sperimentazione della società della salute, nonostante rappresenti una profonda modificazione dell'attuale organizzazione dei servizi sociosanitari, avviene senza che la comunità locale ne sia minimamente investita attraverso momenti di informazione, dibattito e partecipazione;Premesso altresì che le questioni sopra elencate confermano il nostro giudizio negativo sull'avvio della sperimentazione delle società della salute nella nostra zona e l'adesione del nostro comune,chiede al Sindaco• che siano previste e promosse forme di informazione, confronto e partecipazione diretta con la cittadinanza affinché sia garantito un percorso il più democratico possibile;• che per tutti gli atti giuridici, di programmazione e di bilancio relativi alla SdS siano previsti passaggi formali nei Consigli Comunali aderenti alla sperimentazione, in modo da garantire concretamente il ruolo e la funzione di programmazione e controllo degli stessi;• che sia esclusa dalla fase della sperimentazione l'esercizio della gestione dei servizi sociosanitari,• che i Comuni siano gli esclusivi titolari della programmazione del servizio e che l'intervento del terzo settore sia destinato all'ampliamento dei servizi attualmente erogati e non alla sostituzione dell'intervento pubblico;• che la programmazione dei servizi sociosanitari del territorio risponda ai reali bisogni della popolazione locale e non a mere logiche di bilancio.Monica Sgherri