Assemblea pubblica di AN sulle case dei profughi. Checcucci: «Intervenga il Governo, a Firenze non si rispetta la legge»
«L'amministrazione comunale, attraverso l'ente gestore Case spa, non ha rinunciato a voler mettere le mani sugli appartamenti del demanio in via Tolentino che, per legge, devono essere venduti ai profughi istriani, giuliano-dalmati, della Grecia e della Libia». E' quanto denuncia la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci.Per questo motivo i gruppi consiliari di AN in Palazzo Vecchio e in Provincia, insieme al circolo territoriale del Quartiere 5, hanno organizzato per venerdì sera, al cinema-teatro Boccherini, un'assemblea pubblica dal titolo "I profughi negati, un dramma che si perpetua da oltre 50 anni". All'iniziativa parteciperanno, tra gli altri, l'onorevole Riccardo Migliori, Marco Cellai, membro dell'assemblea nazionale di AN, il presidente provinciale Simone Gnaga, il coordinatore cittadino Alessandro Delfino, Giovanni Lo Muto, presidente del circolo territoriale di AN al Quartiere 5, la consigliera comunale Gaia Checcucci e il consigliere provinciale Enrico Nistri.«Questi appartamenti - ha spiegato la Checcucci - sono stati costruiti con finanziamenti speciali ed assegnati, con apposita legge del 1952, agli esuli dai territori della Venezia Giulia che furono poi ceduti alla ex Jugoslavia, ai profughi della Grecia ed ai rimpatriati delle ex colonie. Nonostante i tentennamenti dell'ufficio del demanio e gli ostacoli frapposti dell'amministrazione comunale il 70% di questi alloggi è stato venduto a chi ne aveva diritto. Ciò è stato possibile anche grazie alle interrogazioni parlamentari dell'onorevole Migliori».«I problemi, però non sono finiti - ha aggiunto l'esponente di Alleanza Nazionale che sulla vicenda ha anche scritto una lettera al Ministro dell'Economia ed al Ministro per i rapporti con il Parlamento - ora è l'agenzia del demanio di Firenze a non voler applicare la legge. Anzitutto non riconosce il diritto agli eredi dei profughi alla stipula del contratto di vendita, anche quando il decesso è avvenuto a pochi giorni di distanza dal rogito notarile. In altri casi pretende che la verifica della sussistenza dei presupposti per l'acquisto dell'appartamento sia fatta alla data del rogito e non, come prescrive la legge, alla data di presentazione della domanda di acquisto».«In aggiunta ad una indebita azione volta all'appropriazione delle case - ha rilevato l'esponente del centrodestra - il Comune e l'ente gestore, Case spa, stanno perseverando nell'illegittima richiesta di canoni di locazione stabiliti in base alla legge regionale e non di quelli agevolati, come espressamente previsto dalle normative nazionali. Infine, dopo l'esecuzioni degli sfratti di alcuni profughi le case sono state "requisite" dal Comune, per il tramite di Casa spa, ristrutturate e assegnate a soggetti che profughi non sono. Un fatto grave: non risulta che questi immobili di proprietà statale siano stati trasferiti con uno specifico atto di alienazione dal demanio al Comune, né che il Comune abbia provveduto, prima di impiegare questi alloggi dello Stato per soddisfare le esigenze abitative dei fiorentini, a verificare la presenza di profughi bisognosi aventi diritto».«A distanza di cinquant'anni ha concluso la Checcucci - il dolore per aver perso la propria casa e per aver subito una vera e propria pulizia etnica non ha trovato ancora una minima consolazione». (fn)