Assemblea nazionale delle Città dell'Asilo, l'assessore Monciatti: "la legge Bossi-Fini rischia di snaturare il Programma nazionale asilo":

"Il sistema del Programma nazionale asilo non deve essere snaturato con centri di trattenimento per richiedenti asilo così come vuole la legge Bossi Fini". Lo ha detto l'assessore all'immigrazione Marzia Monciatti a margine della 2° Assemblea nazionale delle città dell'asilo a cui hanno partecipato anche rappresentanti dell'Anci, del Consiglio italiano per i Rifugiati e dell'Arci. "A Firenze – ha continuato la Monciatti – esiste fin dal 2000 un centro (Villa Pieragnoli) che attualmente ospita 55 persone fra singoli e famiglie di rifugiati e richiedenti asilo. A Villa Pieragnoli risiedono 21 minori in una fascia di età che va dai 4 mesi ai 14 anni. Tutti loro vanno a scuola e frequentano le elementari e le medie del quartiere 2, zona Settignano". E' il frutto del programma nazionale asilo che non è solo un sistema di accoglienza con cui sono stati trovati più di 2000 posti in oltre 100 comuni italiani, ma soprattutto un modo culturalmente diverso di accogliere, proteggere e aiutare. Un sistema che potrebbe essere messo in serio pericolo se si cominciassero a spargere sul territorio "centri di identificazione" per richiedenti asilo. "E in base alla Bossi-Fini - ha proseguito Gianfranco Schiavone, responsabile nazionale del consorzio italiano di solidarietà (Ics)- una volta che una domanda di richiesta d'asilo non viene accettata, il richiedente asilo deve essere rimpatriato nel giro di pochissimi giorni. Il che preclude agli stranieri ogni passibilità di far valere i propri diritti".Sia Schiavone che il direttore del Cir Christopher Hein hanno posto l'accento sulla Somalia dove da anni esiste una diaspora causata dalla guerra civile che porta miglia di persone lontano dallo loro terra . "Queste persone non possono arrivare regolarmente in Italia in nessun modo, è dal 1991 che l'Italia non riconosce i passaporti somali - ha detto Hein - . Non possiamo andare da un'emergenza all'altra, per questo chiediamo al Governo italiano che l'Italia si faccia avanti e realizzi un primo progetto pilota per i profughi somali, visto anche il vincolo particolare con la Somalia". Hein ha preso spunto dalla parole del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, di fronte all'ennesima tragedia del mare al largo di Lampedusa, ha auspicato che l'Italia possa "fare di più" per evitare simili drammi."Sarebbe un passo concreto e non solo un appello, un segnale importante anche per chi vive ora la situazione dei campi profughi - spiega Hein -. Poi questo segnale dovrebbe diventare un progetto della nuova Europa a 25 Stati, un programma che consenta a queste persone di non mettersi nelle mani dei trafficanti di esseri umani e che li convinca ad aspettare, a mettersi in fila per ottenere un lasciapassare sicuro e legale". (lb)