L'assessore Albini all'assemblea nazionale dell'Anci: "Sarebbe devastante lasciare i Comuni da soli a fronteggiare l'emergenza abitativa"
"Sarebbe devastante lasciare i Comuni da soli a fronteggiare l'emergenza abitativa". E' questa uno dei temi centrali e più volte richiamati, della relazione dall'assessore alle politiche per la casa e coordinatrice nazionale della Consulta casa dell'Anci Tea Albini dal titolo "Emergenza abitativa e politiche attive per la casa", all'assemblea nazionale dell'Anci in corso di svolgimento alla Fortezza da Basso.La carenza di alloggi per famiglie con basso reddito, i forti "tagli" da parte del governo ai contributi a sostegno degli affitti, la cartolarizzazione degli immobili degli enti previdenziali, gli sfratti la mancanza di finanziamenti per l'edilizia residenziale pubblica i problemi legati alle periferie urbane e alla loro riqualificazione, sono stati i temi affrontati nella relazione dell'assessore Albini."È evidente ha detto l'assessore che la carenza di alloggi per famiglie con basso reddito rimane ancora oggi un problema irrisolto nel nostro paese e con la fine dell'equo canone e dei patti in deroga, i fenomeni migratori, il problema sta diventando di fatto uno dei più difficili da risolvere e le politiche per la casa delle Pubbliche Amministrazioni non sono sufficienti ad offrire risposte adeguate ai molteplici e variegati bisogni. Occorre quindi sfatare la convinzione che il problema casa sia stato risolto con le politiche abitative dei decenni scorsi o addirittura dal mercato che in effetti ha prodotto un'offerta rilevante di alloggi, ma senza tenere conto che tale offerta non sempre si incontra con la domanda espressa da famiglie che hanno capacità economica assai diversa. La domanda di alloggi erp continua ad essere fortissima, facendo emergere la necessità di incrementare la loro disponibilità utilizzando anche strumenti non tradizionali; dall'acquisto ai programmi di recupero urbano, a quote da riservare nell'ambito dell'edilizia privata e convenzionata a tutti gli strumenti innovativi sia finanziari che urbanistici. A questa domanda il sistema delle istituzioni deve dare una risposta".so abitativo". Questa legge consentirebbe a migliaia di famiglie di essere autonome nella ricerca e nella locazione di un alloggio.Quanto al fondo di sostegno all'affitto l'assessore Albini ha ricordato alcune cifre: "Al Fondo, al momento della sua istituzione, per gli anni 1999, 2000 e 2001, era assegnata una dotazione finanziaria pari a circa 366 milioni di euro per ogni anno. Invece, a partire dal 2001, sono stati operati una serie di tagli: nell'anno 2001 è stato pari a circa 30 milioni di euro; nell'anno 2002 è stato pari a 86 milioni di euro, a cui si deve aggiungere l'ulteriore taglio di circa 37 milioni di euro operato dal Decreto 194/2002 (c.d. tagliaspese) per l'anno 2002; nell'anno 2003 è stato pari a circa 3 milioni di euro. Nella bozza di Legge Finanziaria per il 2004 il Fondo sembra invariato, ma il Ministero delle Infrastrutture ha già comunicato che i fondi del contributo per il sostegno all'affitto, già ripartiti nel 2002, saranno probabilmente disponibili solo al 60%; appare quindi in forte dubbio la copertura finanziaria per l'anno di competenza 2003, per il quale i bandi sono già stati pubblicati dai Comuni".Cifre importanti anche per quanto riguarda gli sfratti: "Al 30 settembre 2003 e solo per le città di Torino, Bologna, Firenze, Venezia, Roma hanno raggiunto il numero di 15.600 circa. Queste sono città denominate ad alta tensione abitativa, realtà dove sono applicabili le particolari agevolazioni fiscali previste per i proprietari, ma che non sono sufficienti a competere con il mercato libero degli affitti. È quindi evidente che finché non verrà risolto il problema della locazione dal libero mercato, i Comuni saranno costretti a chiedere di anno in anno la proroga del blocco degli sfratti. Soluzione che scontenta tutti e che sicuramente è uno degli handicap che frena la proprietà al rinnovo dei contratti di locazione"."Per fronteggiare l'emergenza ha concluso l'assessore Albini sono state messe in campo risorse importanti con finanziamenti nazionali e parzialmente anche da bilanci comunali. Ma con l'esaurirsi dei fondi Gescal sono sparite le fonti di finanziamento per l'edilizia sovvenzionata e non ne sono state individuate altre, né per far fronte al grave disagio abitativo, né per attuare programmi complessi di riqualificazione urbana. Per cui, non potendo contare su risorse proprie, i Comuni hanno difficoltà a proseguire o iniziare questa opera, abbastanza complicata, di rigenerazione delle periferie. Il tentativo che dobbiamo fare è, a mio avviso, quello di uscire da una trincea assediata dall'emergenza, riportare il tema casa al centro di scelte politiche più ampie e all'interno di una programmazione che veda il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati".(fd)