Sentenza del Consiglio di Stato contro l'aumento dell'Ici, il vicesindaco Matulli: "Il Comune di Firenze ha già assunto provvedimenti con la manovra 1996"

"Il comunicato di Confedilizia, battuto dalle agenzie di stampa, omette nel dispositivo della sentenza emessa dal Consiglio di Stato, l'inciso ‘ove non già accaduto'". Inizia così la replica del vicesindaco e assessore al bilancio Giuseppe Matulli alla nota diffusa da Confedilizia sulla sentenza del Consiglio di Stato nella quale i Comuni non sono autorizzati ad aumentare l'aliquota Ici "per compiere operazioni di assestamento di bilancio a copertura di maggiori spese non comprese nei bilanci di previsione"."Il dispositivo della sentenza – ha detto ancora il vicesindaco Matulli – recita che il Comune è chiamato ad assumere provvedimenti ‘di ripristino della posizione dei contribuenti a suo tempo illegittimamente incisi (ove non già accaduto)'. Provvedimenti già assunti dal Comune di Firenze con la manovra 1996. Prova ne sia che il maggior gettito, indicato dalla sentenza come illegittimo, relativo al 1995 ammonta a circa 2 miliardi e mezzo di vecchie lire, mentre nell'anno successivo, 1996, il Comune di Firenze ha provveduto a una riduzione dell'aliquota Ici che ha comportato la diminuzione del gettito effettivo, rispetto al 1995, di 9 miliardi e 600 milioni di vecchie lire. Più precisamente l'aliquota 1996 è stata ridotta dal 6,2 per mille al 5,8 per mille per la prima casa e al 6 per mille per gli altri immobili"."La riduzione del carico fiscale conseguente alla manovra tariffaria sulle aliquote per il 1996 – ha concluso il vicesindaco Matulli – ha compensato ampiamente la parte di gettito incisa dalla sentenza. Pertanto il Comune di Firenze ritiene di non dover adottare ulteriori provvedimenti".(fd)