Oggi in Palazzo Vecchio il Piano Strategico è stato presentato alla città. Grande partecipazione, gli interventi dei relatori

"Firenze ha scelto il Piano Strategico per garantire un insieme di opportunità per i cittadini dell'area metropolitana, consapevole che ora è il momento di dare esecutività ai primi progetti, che non bastano solo gli interventi delle istituzioni pubbliche locali, come il Comune, ma occorrono anche altri soggetti per portare avanti i progetti del Piano Strategico. Tutto questo per garantire una città più vivibile che accetta la sfida di uno sviluppo più equilibrato e sostenibile.Così il sindaco Leonardo Domenici, presidente di Firenze 2010, ha commentato il Piano Strategico nel corso del convegno "Ripartire dalle città. Nuovi esperimenti di governo locale" per presentare la nuova edizione del libro che raccoglie tutti i 32 progetti e i 55 interventi individuati: "Firenze 2010. Piano strategico dell'area metropolitana fiorentina".Tanta la partecipazione dei cittadini al convegno, a tal punto che si è reso necessario un cambio di sala: dalla Sala de' Dugento al Salone dei Cinquecento e anche questo è un segnale dell'alta partecipazione dei cittadini per conoscere le novità ed i cambiamenti della loro città.Il segretario generale della CISL Savino Pezzotta, in extremis, ha dovuto declinare l'invito ma ha fatto pervenire un suo saluto nel quale condivide l'importanza del Piano Strategico per "migliorare Firenze, la sua funzionalità e la sua vivibilità per continuare a coltivare la sua proiezione internazionale, il suo ruolo in Europa. Per raggiungere tale obiettivo – ha proseguito Pezzotta – occorre il consenso, la coerenza, la capacità di impegnare tutti i cittadini verso obiettivi comuni. Firenze è stata la culla della cultura rinascimentale, fucina di artisti, di progetti arditi, Firenze può essere nuovamente culla di un nuovo risorgimento che si pone come modello di «conservazione» delle proprie qualità coniugandole allo sviluppo, al riabitare il centro cittadino e rendere più vivibili le periferie, per essere città del commercio e del turismo ma anche dell'industria e dei servizi più avanzati. Riuscire a costruire un percorso comune, a coinvolgere le rappresentanze sociali ed economiche è una scelta difficile ma che non ha alternative".Il convegno è stato aperto dall'intervento di Luca Mantellassi presidente della Camera di Commercio e vicepresidente dell'Associazione Firenze 2010, che ha il compito di stabilire e seguire il percorso dei progetti. "Nel 2000 la felice intuizione del sindaco ha permesso di far nascere il Piano Strategico e in questi mesi l'Associazione, fondata a marzo 2003, ha lavorato per individuare i progetti del Piano Strategico che è un qualcosa in continuo divenire. Questo – ha commentato Luca Mantellassi – è l'inizio di un percorso che a seconda delle esigenze sarà modulato ed ampliato. È questo un momento importante che ha visto la partecipazione dei cittadini e delle parti sociali. Ora è necessario presentare i progetti ai cittadini e passare dalle parole ai fatti".Ma al convegno hanno partecipato anche docenti di alcune città che stanno già lavorando ad un proprio Piano Strategico.Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia e docente all'Università San Raffaele di Milano, ha sottolineato l'importanza del Piano Strategico sia per quello che riguarda la partecipazione dei cittadini in autonome rappresentanze che per la scelta dei progetti individuati: "o le città riescono ad ottenere maggiori risorse economiche – ha commentato Cacciari – oppure saranno sempre costrette a ricorrere all'aiuto dei soggetti privati; l'importante è che le loro scelte non siano subordinate a questi aiuti. In assenza dell'intervento del privato, i Comuni sono costretti ad aumentare le tasse fino ad un 30-35%; ormai è necessario agire in questo modo. È necessario recuperare e riusare le grandi aree dei centri cittadini e delle immediate vicinanze, risolvere il problema della viabilità. O questo viene fatto bene con scelte azzeccate altrimenti, le città vengono uccise. Le città, per poter tornare al centro della scena politica devono poter interloquire anche con altri livelli istituzionali".Arnaldo Bagnasco dell'Università di Torino ha raccontato l'esperienza della sua città dove già stanno pensando ad un secondo Piano Strategico: "bisogna imparare ad adoperare i Piani Strategici, bisogna mettere in rete finanziamenti pubblici e privati. La logica del Piano Strategico è che una città si pensa come soggetto unitario pur presentando diverse e specifiche peculiarità. Fa parte della logica del Piano Strategico informare e modificare, ottimizzando, le strategie. Mi aspetto da Firenze, una città con una lunga tradizione civica e civile, numerosi input per l'esterno".Prima delle conclusioni del sindaco, l'intervento di Marco Cammelli dell'Università di Bologna. "È necessaria – ha detto – una preventiva analisi dei problemi. Firenze è una delle città che sta subendo una profonda trasformazione ed il problema che si pone è di come recuperare regole di governo che vadano oltre i piani di sviluppo. Sono cinque i punti che devono essere sottolineati. Governare un'area metropolitana non significa creare necessariamente un'istituzione metropolitana. Inoltre il potenziamento degli enti locali è presupposto di ogni tipo di intervento. Il Piano Strategico non deve essere un processo solitario, devono essere coinvolte anche le altre istituzioni locali; è anche un problema di risorse poiché le riforme non si fanno mai a costo zero. «Messa a punto istituzionale», cioè gli enti locali devono sapersi attrezzare a questi nuovi compiti. Infine deve esserci la capacità di coagulare attorno all'obiettivo una moltitudine di soggetti sia pubblici che privati"."Il volume che oggi abbiamo presentato – ha commentato Simone Tani assessore all'innovazione e strategie di sviluppo – è rivolto proprio alla cittadinanza per mostrare i primi progetti che stanno per partire e che, nei prossimi 7 – 8 anni, contribuiranno a cambiare il volto di Firenze, una delle prime città metropolitane a sperimentare la pianificazione strategica. Il libro non vuole però essere qualcosa di immutabile nel tempo; si adatterà alle esigenze della città, modificandosi". (uc)