Diritto di voto per i consigli di quartiere ai cittadini non comunitari»: presentata proposta dei capigruppo di maggioranza, Rifondazione e Falqui (gruppo misto)
Diritto di voto, attivo e passivo, per le elezioni dei consigli di quartiere per i cittadini stranieri non comunitari residenti a Firenze da almeno due anni. E' la proposta contenuta in una proposta di delibera il cui primo firmatario è il consigliere dei DS Paolo Imperlati, vicepresidente della commissione affari istituzionali. La proposta di delibera è stata firmata da tutti i capigruppo della maggioranza, dal presidente del gruppo misto Enrico Falqui e dalla capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri.«Si tratta di una iniziativa politica - ha spiegato Imperlati - che intende dare attuazione concreta ad una strategia di riconoscimento dei cosiddetti diritti di cittadinanza, quali del resto riconosciuti espressamente, ancorché in forma al momento limitata e da modificare, dallo statuto comunale».Secondo il consigliere diessino «fa parte ormai del patrimonio comune del pensiero democratico e progressista nel mondo il riconoscimento dell'esigenza di andare al di là di pur necessarie politiche di accoglienza nella direzione di favorire politiche di corretta integrazione dello straniero residente, con particolare riferimento allo stranieri extracomunitario».«Il testo unico degli enti locali, in materia di "partecipazione popolare" - ha proseguito Imperlati - invita lo statuto comunale a promuovere forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell'Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti. Peraltro lo statuto del Comunale di Firenze attua questa disposizione e prevede che ai referendum consultivi comunali partecipino, sia in sede di proposta sia in sede di votazione, tutti i residenti maggiorenni anche se non forniti di cittadinanza italiana».«Per questo motivo - ha concluso Imperlati - ritengo possa essere considerata legittima l'autonomia statutaria del Comune di Firenze nello stabilire la partecipazione alle elezioni per i consigli di quartiere dei cittadini non appartenenti ai paesi dell'Unione europea residenti stabilmente nel Comune di Firenze da almeno due anni. Con questo atto, anche se limitato ai quartieri, il Comune e la città di Firenze danno un grande segnale di civiltà che rafforza ulteriormente il ruolo non solo di città operatrice di pace ma anche portatrice di valori altamente sociali quali la inclusione e la convivenza attraverso il diritto di appartenenza, dimostrando grande sensibilità e umanità verso gli esclusi nel pieno rispetto delle loro culture».«Questo paese - ha rilevato il capogruppo dei DS Ugo Caffaz - sta diventando impropriamente razzista. Ora è necessario estendere prima possibile i diritti di cittadinanza. Il primo passo è partire dal basso, estendendo ai cittadini extracomunitari il voto attivo e passivo per le elezioni dei consigli di quartiere».Per la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri «si tratta di una buona risposta rispetto alle campagne xenofobe di questo periodo». «E' urgente e importante - ha aggiunto la Sgherri - superare barriere e pregiudizi nei confronti dei cittadini non comunitari e recuperare un deficit di rappresentanza».«Questa proposta - ha sottolineato il consigliere dei Comunisti Italiani Lorenzo Marzullo - è un primo passo per una vera integrazione dei cittadini non comunitari. I diritti diventano tali quando sono estesi a tutti, altrimenti sono privilegi».«Un territorio non governato da un'autentica democrazia - ha rilevato la consigliera della Margherita Lavinia Balata Orsatti - è un territorio ricco di illegalità. Un territorio dove i diritti e la democrazia sono diffusi è un territorio sicuro perché accogliente. Non è possibile rincorrere la legalità senza cercare realmente condizioni territoriali ricche di solidarietà e pertanto capaci di garantire legalità e sicurezza. Le nostre proposte vanno viste come un contributo al processo di estensione dei diritti e quindi di riaffermazione della legalità». (fn)