Voto agli extracomunitari, Tondi (UDC): «Va bene ma non può essere ridotto ad una manovra di opportunismo politico»
«Valutiamo positivamente l'idea dell'istituzione di un consiglio per gli stranieri, apprezzando particolarmente il lavoro svolto dal presidente della commissione affari istituzionali». Lo ha detto il capogruppo dell'UDC Federico Tondi secondo il quale, però, « il diritto di voto deve essere esteso, ma secondo tempi e modi ben definiti». «Tale estensione - ha spiegato Tondi - deve basarsi su criteri logici che esulano dalla pura demagogia e strumentalizzazione politica della sinistra, non passando dal niente al tutto senza alcun criterio. Riteniamo necessario far intercorrere tra questi due estremi alcune fasi di passaggio in cui gli extracomunitari residenti si "abituino" innanzitutto a utilizzare questo importante organo consultivo. In sostanza, insieme ai diritti si deve prendere coscienza anche dei doveri. Per questo il Comune deve adoperarsi perché essi conoscano la lingua e le leggi italiane, le istituzioni e il loro valore, usi e costumi, imparando il nostro modo di vivere civico ed istituzionale senza rinnegare o dimenticare le loro radici culturali o religiose. Dopo una fase di questo tipo, nel 2009 tutti gli extracomunitari residenti a Firenze potranno partecipare consapevolmente alla vita politica attiva e passiva della città attraverso la partecipazione alle elezioni amministrative. In questo arco di tempo è ipotizzabile, grazie ad un'apposita legge nazionale, che si possa aver esteso il diritto di elettorato passivo e attivo non solo per i consigli di quartiere ma anche per il consiglio comunale».«E' invece discutibile - ha sottolineato il capogruppo dell'UDC - che nel giro di nove mesi si passi dal non avere nessun tipo di rappresentanza politica all'aver la facoltà di pieno elettorato passivo e attivo. Tutta questa fretta nell'approvare una risoluzione di tale importanza fa sorgere il dubbio che alla sinistra interessi ben poco una corretta e consapevole integrazione degli extracomunitari. Ci domandiamo perché questa iniziativa nasca a pochi mesi dal voto e non da inizio legislatura: è forse una cambiale da pagare a Rifondazione Comunista in cambio di un accordo per le prossime elezioni? Forse i DS hanno l'esigenza di puntellare alcuni consigli di quartiere in cui la maggioranza si trova in netta difficoltà come al Quartiere 2? Consapevoli che la strada dell'integrazione, anche istituzionale, degli extracomunitari residenti ci appartiene per i valori e la cultura politica di cui l'UDC è portatrice ci adopereremo affinché un momento importante come l'istituzione del consiglio degli stranieri non si trasformi in una manovra di opportunismo politico di bassissimo livello». (fn)