Villa la Vedetta, nessuno scempio ma lavori approvati anche dalla soprintendenza ai beni artistici e architettonici

Nessuno scempio ma lavori che hanno ricevuto tutti i via libera, compreso quello della soprintendenza ai beni artistici e architettonici. E' questa la risposta degli uffici all'Urbanistica a una lettera di protesta di un gruppo di cittadini in merito all'intervento di trasformazione di Villa la Vedetta in una struttura alberghiera. Anzi, quello che è in via di realizzazione è un recupero degli antichi terrazzamenti e dei muri di contenimento della collina.Nella lettera si parla di un progressivo smantellamento della collina con ruspe e trivelle al lavoro con una alterazione della morfologia. E ancora della creazione di strade e di una cementificazione e pietrificazione dei terrazzamenti e dell'improvvisa comparsa di uno "sguarcio con relativo cancello e divieto di sosta". La replica è altrettanto puntuale. Non si sta realizzando nessuna nuova strada, come peraltro ha confermato un rapporto della Polizia Municipale di fine maggio. Si tratta soltanto della viabilità a servizio del cantiere per il ripristino e il consolidamento degli antichi terrazzamenti e dei muri di contenimento. Un lavoro richiesto, tra l'altro dalla soprintendenza. "Villa la Vedetta è un immobile notificato – spiegano dagli uffici dell'urbanistica – e la soprintendenza ai beni artistici e architettonici ha imposto e quindi autorizzato la sistemazione di una serie di micropali nascosti nel terreno per contenere meglio il terreno sovrastante. La trivella serve appunto per realizzare questa micropalificazione". I muri a retta in pietra da soli rischiano di non essere sufficienti. Anche questi muri di contenimento sono finiti nel mirino della protesta. Ma, spiegano ancora dagli uffici, "Non c'è nessuna cementificazione ma soltanto il ripristino dei muri con la pietra e la pulizia dell'esistente".Per quanto riguarda poi "sguarcio con relativo cancello e divieto di sosta" che secondo la lettera di protesta sarebbe comparso in via San Miniato al Monte, anche in questo caso non c'è nessun abuso. "Il cancello esisteva già. E' stato soltanto ampliato per far passare i mezzi per i lavori e il divieto di sosta è funzionale al cantiere. Il privato – spiegano ancora i tecnici – si è comunque impegnato a ripristinare lo stato originario del cancello al termine dei lavori".Quindi tutto quello che è stato realizzato rispetta le caratteristiche ambientali e il progetto approvato sia dalla commissione edilizia sia dalla commissione edilizia integrata per gli aspetti ambientali sia infine della soprintendenza. (mf)