Case di cura private, Comunisti Italiani: «Il sindaco intervenga presso la Regione per salvaguardare i posti di lavoro»
Un intervento del sindaco presso la Regione per salvaguardare i posti di lavoro nelle case di cura è stato chiesto, in una mozione, dal capogruppo dei Comunisti Italiani Nicola Rotondaro e dai consiglieri Lorenzo Marzullo e Luca Pettini.«La crisi economica in cui si trovano diverse cliniche private di Firenze, causata da una drastica diminuzione del budget contributivo per il 2003 - scrivono in una risoluzione - è arrivata a un punto tale da minacciare il licenziamento di numerosi lavoratori se non vengono trovate adeguate soluzioni».«Alcune cliniche - prosegue il documento - conducono la loro attività di assistenza medica a persone che non riuscirebbero a trovare posto negli altri ospedali della città trattandosi di malati in fase terminale o dimessi da altre strutture, impossibilitati a tornare al proprio domicilio».«C'è poi da aggiungere - hanno sottolineato i consiglieri del gruppo dei Comunisti Italiani - la grave preoccupazione per i 39 dipendenti della casa di cura San Camillo che, tra l'altro, consapevoli della gravità della situazione e con grande senso civico, in questo periodo stanno lavorando gratis e sono disposti a farlo ancora se a ciò seguirà un intervento concreto delle istituzioni che vada oltre i compromessi offerti fino ad ora come quello del ricollocamento in altre cliniche. Come se non bastasse anche alla casa di cura Santa Chiara sono stati annunciati altri 28 licenziamenti. Le organizzazioni sindacali, dopo aver denunciato con forza i tagli che il governo ha attuato nei confronti della sanità, oltre che gli errori commessi dai datori di lavoro in sede di stipula dei contratti capestro, si sono apertamente e determinatamente schierati a fianco dei dipendenti oltre che dei parenti dei ricoverati, rinviando anche lo sciopero e, se necessario, perfino l'occupazione delle sedi istituzionali».Per questo Rotondaro, Marzullo e Pettini chiedono al sindaco Domenici «di intervenire presso la Regione Toscana affinché, coerentemente al costante impegno rivolto verso il mantenimento dell'assistenza sanitaria per i cittadini tutti, e compatibilmente alle scelte politiche con cui queste assistenze vengono gestite, si attivino per favorire la risoluzione di questo grave stato in modo da salvaguardare il posto di lavoro per quei lavoratori che lavorano presso alcune strutture sanitarie fiorentine, attualmente in stato di crisi». (fn)Questo il testo della risoluzione:Tipologia:RisoluzioneSoggetto Proponente:Rotondaro Nicola- Marzullo Lorenzo- Pettini LucaOggetto: In merito al rischio di licenziamenti nelle cliniche private di FirenzeAppresoChe la crisi economica in cui versano diverse cliniche private di Firenze, causata da una drastica diminuzione del budget contributivo per il 2003, è arrivata a un punto tale da minacciare il licenziamento di numerosi lavoratori se non vengano trovate adeguate soluzioni al problemaTenuto contoChe alcune cliniche conducono tuttora la loro attività di assistenzamedica a persone che non riuscirebbero a trovare posto negli altri ospedali della città (vedi San Camillo) trattandosidi malati in fase terminale e/o dimessi da altre strutturee impossibilitati a tornare al proprio domicilioConsideratoChe oltre agli aspetti di cui sopra, c'è da aggiungere la grave preoccupazione in termini occupazionali per i 39 dipendenti della S. Camillo che, tra l'altro,consapevoli della gravità della situazione e con grande senso civico, in questo periodo stanno lavorando gratis e sono disposti a farlo ancora se a ciò seguirà un intervento concreto delle istituzioni che vada oltre i compromessi offerti fino ad ora come quello del ricollocamento in altre clinicheConsideratoChe anche alla casa di cura S.Chiara sono stati annunciati altri 28 licenziamentiConsiderato altresìChe le organizzazioni sindacali, dopo aver denunciato con forza i tagli che il governo ha attuato nei confronti della sanità, oltre che gli errori commessi dai datori di lavoro in sede di stipula dei contratti capestro, si sono apertamente e determinatamente schierati a fianco dei dipendenti oltre che dei parenti dei ricoverati, rinviando anche lo sciopero e, se necessario, perfino l'occupazione delle sedi istituzionali,chiedonoal Sindaco di Firenzedi intervenire presso la Regione Toscana affinché, coerentemente al costante impegno rivolto verso il mantenimento dell'assistenza sanitaria per i cittadini tutti, e compatibilmente alle scelte politiche con cui queste assistenze vengono gestite, si attivino per favorire la risoluzione di questo grave stato in modo da salvaguardare il posto di lavoro per quei lavoratori che lavorano presso alcune strutture sanitarie fiorentine, attualmente in stato di crisi.