Giornata mondiale senza tabacco, presentata la ricerca sull'influenza del fumo nei film sugli adolescenti condotta tra gli studenti dell'Istituto Saffi

Conferme e qualche novità. Sono questi i risultati della ricerca condotta dalla Lega per la Lotta contro i Tumori e dall'Ambulatorio per il Tabagismo della Asl tra gli studenti medi fiorentini in vista della Giornata senza Tabacco del 31 maggio. Una giornata che quest'anno l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dedicato appunto agli "Smoke free movies", ovvero al cinema senza fumo.L'indagine, mirata sul rapporto film/fumo, è stata realizzata in questi giorni all'Istituto Alberghiero Saffi su un campione di circa 200 studenti tra i 14 e i 20 anni, l'età più sensibile ai modelli proposti dal cinema. Tra le conferme l'aumento delle ragazze fumatrici (soprattutto nella fascia più giovane) e tra le novità la scarsa percezione della presenza di messaggi pubblicitari indiretti legati al fumo nei film. I risultati sono stati presentati oggi dall'assessore alle politiche socio-sanitarie Graziano Cioni, dal vice presidente della Lega Italiana lotta ai tumori Alexander Peirano con la responsabile della prevenzione ed educazione alla Salute Rosangela Terrone, e da Claudio Porciatti e Beatrice Palmerani dell'ambulatorio del tabagismo dell'Asl. "L'impegno della Lega italiana contro i tumori è importante – spiega l'assessore Cioni – perché si occupa soprattutto di prevenzione e interviene sugli stili di vita, che tanto peso hanno sullo stato di salute delle persone. Ebbene, con la Società della salute che prenderà il via a settembre, la collaborazione e l'integrazione tra pubblico e privato diventerà uno dei cardini degli interventi. Attraverso i piani integrati di salute, uno di questi si occuperà sicuramente del tabagismo, le esperienze e le proposte della Lega italiana contro i tumori diventeranno elementi di un progetto di prevenzione".Il punto di partenza è uno studio dell'Università della California secondo il quale i film americani sono pieni di immagini di fumatori o legate al fumo: se nelle opere degli anni 70/80 le sigarette apparivano in media ogni 15-20 minuti, in quelli dell'ultimo decennio si fuma ogni 3-5 minuti. L'indagine sull'Istituto Saffi ha ora accertato che, benché la frequenza di scene in cui si fuma sia ormai fittissima, gli spettatori non ne hanno percezione cosciente. Al punto che, non scattando alcun allarme, si ritengono perfettamente al sicuro da rischi di plagio. Senza distinzioni tra fumatori e non, quasi tutti gli intervistati percepiscono infatti una frequenza di simili episodi assai ridotta: ogni 15 minuti per il 32% del campione, ogni mezz'ora per il 21% e ogni ora per il 15%. Addirittura il 19% non ricorda alcun film in cui si faccia uso di sigarette. Questi dati sono emersi da un questionario di 18 domande al quale hanno risposto 177 studenti (età media 16,8 anni) estratti a sorte tra i 450 del Saffi. Molti i fumatori dichiarati (il 42,5%), 6 su 10 ragazze. Sostanziali le differenze in base all'età: nella fascia 14/16 anni le fumatrici sono ancora più numerose (72%); in quella 17/20 anni c'è invece più equilibrio (femmine 52%, maschi 48%). Con l'avanzare dell'età si fuma anche di più: 5-10 sigarette al giorno per le ragazze, meno di 5 per i maschi. Fumatori e non vanno comunque quasi tutti al cinema (86%) e 4 su 10 sono forti consumatori di film (da 5 a 10 al mese). Pochi si rendono conto dell'insidia. Secondo il 43% dei fumatori e il 53% dei non fumatori vedere un attore con la sigaretta in bocca non influenza affatto il comportamento degli spettatori. Ma la controprova viene dal 63% dei fumatori i quali confessano che simili scene, anche la semplice vista di un pacchetto di sigarette, sono sufficienti per stimolare la voglia di fumare. "La realtà – commenta Claudio Porciatti – è che gli spettatori sottostimano il fenomeno. I messaggi pubblicitari arrivano senza che i destinatari se ne rendano conto". (mf)