Georgofili dieci anni dopo: l'intervento del sindaco Domenici alla cerimonia alla presenza del Capo dello Stato
Il sindaco Leonardo Domenici ha aperto nel Salone dei Cinquecento la solenne cerimonia di commemorazione dell'attentato di via dei Georgofili di dieci anni fa, alla presnaza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu.Ecco il testo del suo intervento."C'è una analogia molto significativa fra il più terribile attentato di cui si ha memoria, alle Torri gemelle di New York, e l'attentato agli Uffizi del maggio '93.E' l'enorme impatto emotivo, la potenza evocativa, la portata mondiale che deriva dal colpire simboli universali, al di là del numero delle vittime. E', in sostanza, l'essere atti contro l'umanità.Se parlo prima di tutto dei simboli rappresentati da pietre, edifici, monumenti non è perché metta in secondo piano i morti di Via dei Georgofili: il ricordo di Fabrizio, Angela, Nadia, Caterina Dario, di tutti coloro che rimasero feriti nell'attentato, non è certo meno straziante perché sono passati dieci anni.Anzi, pone in evidenza il calcolo freddo e razionale di chi concepisce questo tipo di attentato, ci mostra ancor più chiaramente l'abisso della barbarie: non è importante che dentro un edificio-simbolo ci sia gente in carne ed ossa, non importa che dentro un monumento ci viva una famiglia.Gli esseri umani diventano accessori, la loro esistenza è ridotta a cosa: assistiamo sgomenti alla reificazione della vita umana.Oggi invece noi siamo qui per non dimenticare, perché crediamo, nonostante tutto, nella dignità umana, nel rispetto dell'altro. Perché vogliamo far vivere la nostra memoria collettiva ed individuale.Oggi siamo qui per ricordare, davanti ai Gonfaloni di città sorelle nel martirio e nella sofferenza (Roma, Milano, Palermo) una sequenza di attentati che non ha eguali nella storia della Repubblica. Certo, ce ne sono stati di più gravi; ma non con questa regia, con questa sconcertante frequenza, non con questa violenza simbolica.Stragi progettate e compiute dalla mafia, fronteggiate allora da un Governo che seppe reagire con fermezza e determinazione, anche contro scetticismi, attacchi e critiche ingenerose. Quel governo era presieduto da Lei, signor Presidente della Repubblica, e Firenze non lo ha dimenticato. Non ha dimenticato la Sua presenza in città e la Sua partecipazione solidale dopo l'attentato. Non ha dimenticato la Sua fermezza e l'aiuto fattivo per ricostruire, per sanare le ferite, per ricominciare.Vorremmo che fosse sempre così.Noi La ringraziamo per essere qui oggi, per aver accettato l'invito che le rivolsi in occasione di un incontro al Quirinale.La sua presenza, e quella della signora Franca, è la conferma significativa di una lunga amicizia con Firenze.Un sentito "grazie" anche al ministro Pisanu, qui in rappresentanza del Governo, la cui partecipazione è un fatto importante, un segno di attenzione e rispetto verso la nostra città.E un grazie lo rivolgo a tutti i presenti, alle autorità civili, religiose e militari, a chi venuto da lontano per essere qui, ai cittadini di Firenze tutti.La manifestazione di oggi è il culmine della commemorazione dell'attentato del maggio '93.Ma non è la sola: grande e intensa è stata la partecipazione di Firenze e dei fiorentini alle numerose iniziative di questi giorni, così come immensa e corale fu la straordinaria mobilitazione di dieci anni fa. E grande è ancora l'attenzione del mondo, come fu nel '93, come fu ai tempi dell'alluvione: perché Firenze è città universale che appartiene all'umanità intera.Signor Presidente della Repubblica, in questi giorni Firenze non ha voluto celebrare ma ricordare e meditare. La nostra non è una coscienza intorpidita o dormiente. Noi non ci stancheremo di fare domande, non ci stancheremo di farci domande. Sntiamo di non avere risposte a tutti i nostri "perché". Così come non l'aveva Gabriele Chelazzi, un magistrato rigoroso e intelligente che ha lavorato per assicurare alla giustizia i responsabili dell'attentato e per risarcire la nostra città, e che Firenze ha voluto ricordare in questi giorni con commossa partecipazione.A Lei, che è il massimo garante della nostra democrazia repubblicana, diciamo che Firenze non si è piegata né si piegherà mai, di fronte a nessuna minaccia, di fronte a nessun terrorismo, ma sarà sempre al fianco di chi difende la dignità del nostro paese e i valori della convivenza civile e democratica che stanno nella nostra Costituzione.Signor Presidente, grazie ancora, con affetto e riconoscenza, per avere reso ancora più significativa e solenne con la Sua presenza, questa giornata così importante per Firenze e per i fiorentini".(ag)