Domenichetti e Agostini (DS): «Fondo di solidarietà per incrementare i servizi alle persone anziane non autosufficienti»

Fondo di solidarietà per incrementare i servizi alle persone anziane non autosufficienti. E' la proposta avanzata dai consiglieri del gruppo DS che sarà presenta nel convegno di mercoledì prossimo al Palaffari in piazza Adua.«Sulla salute bisogna investire di più - hanno spiegato il vicecapogruppo dei DS Sandro Domenichetti e la presidente della commissione per le politiche sociale e della salute Susanna Agostini - la popolazione invecchia e produce, per questo ed anche a causa di una crescita di bisogni indotti, una tendenza crescente di risorse per la salute e, più in generale, per il proprio benessere. A Firenze, secondo le stime del 2001, gli anziani con disabilità grave o totale sono 4100 pari al 4,43 %della popolazione anziana. I casi di demenza, sempre gli anziani, sono 5800».«In un momento in cui la popolazione non accetta nuove tassazioni generali ed è anzi allettata da proposte di riduzione significativa - hanno aggiunto - serve definire in maniera precisa un patto fra cittadino e popolazione in termini di dare e avere. Non si chiede un aumento per coprire costi maggiori di un settore o per aprire vagamente lo spazio a nuovi servizi. Si stabilisce con i cittadini la partecipazione alla copertura di un fondo che viene interamente restituito, salvo limitati costi di gestione trasparenti e programmati, in termini di servizi o di denaro vincolato ai soggetti che presentano un qualche livello di non autosufficienza. L'intervento, come succede in altre parti del mondo, deve essere universale e può semmai essere differenziato secondo il binomio "bisogno/livello di ricchezza personale del soggetto"».«C'è poi l'obiettivo di aprire spazi nuovi all'intervento pubblico - hanno rilevato Domenichetti e Agostini - anche in un momento come l'attuale di tendenze soggettive verso una sua limitazione. Non più una tassazione generale a fronte di un sistema generale di intervento ma un contributo di solidarietà che viene richiesto a tutti i cittadini a fronte di piani di intervento condivisi, trasparenti e sottoposti ad un continuo monitoraggio. Un monitoraggio dal quale può derivare sia l'esigenza del rafforzamento del prelievo a fronte di una maggiore copertura, oppure un minore prelievo a fronte o di una minore copertura o di minori esigenze espresse».«E' un modo - hanno concluso i due consiglieri diessini - per avviare un nuovo rapporto fra pubblico, privati, comunità e cittadini: si tratta di lavorare su questi direttrici e su questi indirizzi sapendo che la strada è difficile ma che, rispetto al modello tradizionale della spesa pubblica a fronte del prelievo fiscale generale, può aprire spazi nuovi di legittimazione dell'intervento pubblico in una società ricca e complessa come la nostra». (fn)