Leader dei diritti umani in Laos ricevuta dalla commissione pace
La leader della difesa dei diritti umani in Laos, Vanida Thephsouvanh, presidente del "Mouvement Lao pour les Droits de l'Homme" è stata ricevuta dalla commissione consiliare per la pace e la solidarietà internazionale. Alla seduta erano presenti il presidente Lorenzo Marzullo ed i consiglieri Susanna Agostini (DS) e Raimondo Portanova (FI).Vanida Thephsouvanh è giunta in Toscana per partecipare ad una serie di incontri pubblici, organizzati dal partito radicale, con rappresentanti delle istituzioni locali volti a far conoscere la grave situazione nel suo paese riguardo il mancato rispetto dei diritti umani e delle più elementari libertà individuali.«Quanto avviene nel Laos - ha sottolineato il presidente della commissione per la pace e la solidarietà internazionale Lorenzo Marzullo - dimostra la necessità che alla "mondializzazione" dell'economia, a seguito e a causa del fenomeno della globalizzazione, deve poter corrispondere una "mondializzazione" dei diritti umani. Nel terreno della libertà si deve consolidare una cultura delle "regole" che non si limiti alla promozione del semplice funzionamento commerciale, ma che si occupi, grazie a strumenti giuridici sicuri, della tutela dei diritti umani in ogni parte del mondo».«Con il suo coraggio - ha rilevato la consigliera dei DS Susanna Agostini - Vanida Thephsouvanh incita le nostre coscienze a mettere la lotta per i diritti umani in ogni parte del mondo al centro del nostro agire politico. Oggi più che mai siamo consapevoli che senza il rispetto dei diritti individuali non c'è nazione, comunità o società che possa essere davvero libera».«Sono passati ormai due anni dal sequestro del nostro concittadino Massimo Lensi e di Olivier Dupuis, Bruno Mellano, Silvia Manzi e Nikholaj Khramov - ha spiegato Portanova - che avevano avuto il solo torto di manifestare pacificamente per la libertà e la democrazia nel Laos, distribuendo volantini e mostrando uno striscione». «Il 26 ottobre del 1999 - ha ricordato il consigliere di Forza Italia Raiomodno Portanova - gli studenti laotiani erano scesi in piazza per chiedere libertà e democrazia. I cinque leader del movimento furono poi arrestati e nulla si sa più della loro sorte. I radicali volevano ricordare al mondo questa violazione dei più elementari diritti umani». «Così anche loro finirono in manette - ha aggiunto Portanova -e solo dopo l'intervento del nostro governo sono stati liberati dalle autorità di un paese, il Laos, retto da un regime comunista, dispotico ed affamatore del suo stesso popolo». (fn)