«Il governo intervenga per salvare dalla lapidazione Amina Lawal»: approvata dal consiglio comunale risoluzione della commissione pace

Un intervento del governo per salvare Amina Lawal, un'altra nigeriana condannata alla lapidazione, è stato chiesto in una risoluzione dalla commissione per la pace e la solidarietà internazionale approvata oggi dal consiglio comunale.Ad agosto dello scorso anno la corte d'appello islamica di Funtua, nel nord della Nigeria, ha confermato oggi la sentenza di condanna emessa dal tribunale di Bakoro, nello stato federale di Katsina. La donna era stata scarcerata il 6 giugno, su richiesta della difesa, perché potesse occuparsi della figlioletta di un anno.E proprio questo suo ultimo figlio, avuto dopo il divorzio, è all'origine della condanna a morte.«In conseguenza della legge islamica, che in Nigeria ha valore penale - hanno sottolineato il presidente della commissione per la pace e la solidarietà internazionale Lorenzo Marzullo e la consigliera Susanna Agostini - Amina sarà sepolta viva in una buca fino all'altezza del seno e poi lapidata a morte dagli abitanti del suo villaggio. Sta allattando da settimane il bambino a cui ha dato la vita e che per assurdo è diventato la sua condanna a morte. I giudici le hanno imposto di svezzare il figlio che poi dovrà però rimanere orfano. Questa è una decisione crudele che infierisce su due esseri umani».«Gli Stati, le società, le comunità - hanno aggiunto Marzullo e Agostini - hanno il dovere di prevenire e proteggere i loro membri da chi commette reati, ma crediamo fermamente che debbano farlo con mezzi efficaci, ma anche umani comunque ispirati al rispetto della vita e della dignità dell'uomo». (fn)Questo il testo della risoluzione:PER SALVARE LA VITA AD AMINA LAWALUna persona è viva perché salvata dalla pena alla lapidazione grazie alla sollevazione internazionale delle coscienze, Safiya Husseini;Anche il nostro Consiglio comunale di Firenze con la risoluzione n. 746 approvata all'unanimità nella seduta del 20 dicembre 2001 ha partecipato al movimento contro la pena di morte e perché i diritti delle donne vengano rispettati. Valori che pur nel massimo rispetto delle differenze culturali non possono essere messi in discussione a cominciare dal diritto alla vita;Appreso che un'altra madre è condannata alla lapidazione per adulterio. Amina Lawal. Ancora una volta un'altra donna nigeriana rischia di essere giustiziata per colpa della rigida interpretazione dei precetti della sharia, la legge islamica.Considerato il risultato ottenuto con la mobilitazione di donne e uomini che hanno identificato, nel salvare la vita di Safiya, un simbolo perché si abbandoni la pena di morte in tutto il mondoVisto che recentemente anche il Presidente della Nigeria Olusengun Obasanjo si è detto fiducioso sull'annullamento della condanna a morte di Amina nel prossimo grado di giudizioConsiderato inoltre che i popoli delle Nazioni Unite fra cui siede anche la Nigeria da sempre riaffermano nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna;Ribadito che Firenze, da sempre operatrice di pace e che per cultura e tradizione tutela e considera inalienabili tutti i diritti umani fondamentali è per ciò contraria alla pena di morte in quanto iniqua ed inumana. Riafferma la sua continua azione nel promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione tese ad ottenere la sospensione delle condanne capitali e l'annullamento della pena di morte dagli ordinamenti giuridici di tutti gli Stati.Ribadito altresì, che solo l'incontro ed il confronto di popoli di cultura, di tradizioni, di religioni diverse può assicurare al mondo intero la convivenza pacifica e lo sviluppo civile ed economico.Le Elette del Consiglio comunale di Firenze, la Commissione Pace e Solidarietà Internazionale, il Consiglio Comunale tuttoInvitano il SindacoAnche in veste di Presidente dell'Associazione Comuni Italiani1)a farsi portavoce presso il Governo Italiano interpretando l'impegno e la generosità di tanti cittadini Italiani che chiedono la grazia anche per Amina Lawal.2)affinché il nostro Governo faccia pressione nei confronti del Presidente della Federazione Nigeriana Olusegun Obasanjo per la realizzazione dell'annullamento della condanna a morte di Amina Lawal3)di far pervenire la risoluzione al nostro Ministero degli Esteri.4)di inviare un Suo scritto all'Ambasciatore Nigeriano a Roma , sulla drammatica similitudine del caso Amina Lawal con il precedente caso di Safiya.