Festa rave alle Cascine, Grazzini e Pieri (FI): «Da sceriffo l'assessore Cioni si è trasformato in sociologo»
«L'assessore alla polizia municipale Graziano Cioni nei panni dello sceriffo per noi non era il massimo, ma lo preferivamo comunque rispetto a quelli del sociologo, che francamente gli si addicono meno». Questo il giudizio dei consiglieri di Forza Italia Graziano Grazzini e Massimo Pieri dopo le dichiarazioni dell'assessore Graziano Cioni sulla festa rave che si è svolta al parco delle Cascine.«Rispetto alle circostanziate contestazioni amministrative sulle annunciate, eclatanti violazioni delle norme avvenute in questi giorni al parco delle Cascine che abbiamo rivolto all'amministrazione - hanno aggiunto Grazzini e Pieri che sulla vicenda hanno presentato un'interrogazione - ci siamo sentiti rispondere dall'assessore Cioni che si tratta di un problema di "fenomeno nuovo che riguarda anche i figli dei dirigenti di Forza Italia". Nel sottoscrivere questa riflessione, ed in attesa di approfondirla in un prossimo convegno con esperti del settore che, in qualità di assessore anche alle politiche sociali, Cioni non mancherà di organizzare, vorremo più semplicemente iniziare a chiedere che ognuno si assuma, insieme agli onori, anche gli oneri che il proprio ruolo politico comporta. Compreso quello di non girarsi da un'altra parte quando si deve affrontare una situazione delicata, consapevoli evidentemente che non si tratta solo di un problema di ordine pubblico».«Questa assunzione di responsabilità - hanno concluso i due consiglieri di Forza Italia - nel far capire a chiunque che ogni comunità non può fare a meno di darsi delle regole, che è dovere degli amministratori farle rispettare con la maggior saggezza ed equità possibile, è anche il modo per aiutare le giovani generazioni ad assumersi via via proprie responsabilità. Dare risposte positive o negative a seconda della forza dell'interlocutore è viltà politica: non si può ragionare secondo il modello "se siete in dieci vi faccio sloggiare, se siete in diecimila mi giro dall'altra parte"». (fn)