Domenica 13 aprile in piazza della Repubblica la mostra di bambole realizzate dalle detenute di Sollicciano

Tante bambole di stoffa, morbide e colorate, invaderanno per la Domenica delle Palme, il 13 aprile, piazza della Repubblica. Sono le bambole create dentro e fuori le sezioni femminili del carcere di Sollicciano in seguito a un'iniziativa nata per dare una risposta al bisogno economico di molte detenute e poi proseguita fuori dalla casa di reclusione.L'assessorato all'immigrazione, lavoro e carcere che supporta da tempo le associazioni "Pantagruel" e "Il Ramo in fiore" nei laboratori interni ed esterni a Sollicciano sostiene l'iniziativa del 13 aprile che vedrà l'esposizione dei lavori delle detenute, semilibere e affidate. Nella piazza, infatti, per tutto il giorno, dalle 9 alle 19, sarà allestita una tenda con l'esposizione di bambole e pupazzi, sempre in stoffa.Il progetto, nato nel 2001, si è articolato in un corso di formazione e successivamente in un laboratorio che ha coinvolto circa 30 donne seguite da tre insegnanti. Tutto è partito da tre associazioni: la Pantagruel, il Ramo in Fiore e l'associazione La Strada di Milano, a cui si è aggiunto il carcere di Sollicciano con un finanziamento del Ministero.All'assessore con la delega al carcere Marzia Monciatti è stato poi presentato il progetto per la creazione di un laboratorio esterno al carcere dove potessero svolgere attività le persone sottoposte a misure alternative alla detenzione. Il piano di lavoro è stato accolto e finanziato per il 2002 e anche per il 2003. Il laboratorio esterno è stato inaugurato a dicembre 2002 nella sede dell'associazione "Pantagruel" in via Tavanti 20. Questo laboratorio resta aperto per tre mezze giornate alla settimana, per 6-8 persone semilibere o in affidamento al servizio sociale.Tutti questi prodotti sono artistici e fatti con materiali assolutamente naturali (lana di pecora grezza e colorata, cotone, seta, miglio), le bambole, inoltre, hanno anche un valore terapeutico ed è importante che vengano fatte da persone che vivono la realtà del carcere. (vp)