Restauro dei Tabernacoli. L'assessore Siliani replica allo stilista Cavalli: "faccia entrambe le donazioni, lui se lo può permettere"
"Ricordo a Cavalli che i Tabernacoli, che sono di proprietà privata, obbligano il proprietario alla manutenzione ed al restauro. È la legge che lo stabilisce. Faccia entrambe le donazioni e la città e il mondo intero gli saranno grati". È la replica dell'assessore alla cultura Simone Siliani a quanto ieri lo stilista Roberto Cavalli ha detto ad alcuni giornalisti che lo hanno interpellato sulla questione del restauro del Tabernacolo che poggia sulla sua proprietà in via B. Fortini. Una costruzione in muratura con cornice in pietra soggetta ad un altissimo stato di degrado."Che crolli pure il Tabernacolo, non me ne frega proprio niente. Faccio una donazione al Meyer ma non mi chiedano di investirli in quel coso". "Quel mucchio di sassi non merita un restauro". Sono solo alcune delle risposte che Cavalli ha dato ai giornalisti.Non si è fatta attendere la replica dell'assessore Siliani: "la risposta di Cavalli è sconcertante sotto molti punti di vista. Intanto, perché la prima cosa che verrebbe da dire è che chi se lo può permettere come Cavalli, non dovrebbe mettere in alternativa una donazione al Meyer col restauro di un'opera d'arte: potrebbe fare entrambe le cose e farebbe sicuramente una migliore figura di quella che invece risulta dicendo «che piuttosto che restaurare i quattro sassi» di un Tabernacolo del XV secolo donerebbe i soldi al Meyer".La legge prevede che siano i proprietari degli immobili sui quali si trova il Tabernacolo ad occuparsi della manutenzione dell'edicola ed eventualmente al suo restauro."Cavalli può pure pensare di fregarsene del Comune, del Comitato e dei volontari ha proseguito Siliani ma credo che non dovrebbe fregarsene anche della legge. Infine, non è affatto una «barzelletta» un Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli costituito dal Comune, dalla Soprintendenza, dalla Curia e dai volontari che in questa città ha provveduto al restauro di oltre cento Tabernacoli che, possono anche non interessare a Cavalli, ma restano comunque delle opere d'arte ed io penso che delle persone di cultura che si professano tali in trasmissioni televisive e in varie occasioni, potrebbero considerare questo aspetto e non rispondere in modo sprezzante rispetto all'opera di cittadini, di volontari. Può Cavalli dire di fregarsene del Comune, della Soprintendenza, della Curia ma trovo quasi più grave dire di fregarsene del Comitato, costituito da volontari, da persone che hanno sicuramente molte meno risorse finanziarie di lui e che spendono parte della loro vita e delle loro risorse a mantenere il patrimonio artistico di questa città. Questo lo trovo francamente grave e anche un po' offensivo". (uc)PALAZZO VECCHIO, 3 Aprile 2003.