Bilancio, Barbaro (DS): «Bene la concertazione con le parti sociali, via libera all'osservatorio sui servizi pubblici. Il governo Berlusconi come lo sheriffo di Nottingham».
Questo il testo dell'intervento del consigliere dei DS e membro della commissione bilancio Antongiulio Barbaro:«Presidente, Sindaco, Vicesindaco, colleghi,mi è difficile oggi discutere di bilancio, di spese correnti e di manovre tariffarie, quando nostro malgrado la cronaca e la storia ci costringono ad occuparci di una ben più tragica contabilità, il risultato algebrico della distruzione e della morte che la guerra di aggressione preventiva in IRAQ ci scaraventa addosso ormai da otto giorni.Purtroppo dovremo occuparcene a lungo, temo, perché penso non tarderanno a manifestarsi sul piano umanitario, geopolitico ed economico gli effetti negativi - duraturi e non meramente congiunturali - di una guerra così sbagliata in un'area così nevralgica del Pianeta.Per venire al tema odierno, è evidente - come recentemente segnalato dalla stessa Banca centrale europea - che le ottimistiche previsioni del Governo italiano in merito alla ripresa economica, al tasso di inflazione, al PIL e quindi al gettito erariale per il 2003 - previsioni che consideravamo già un azzardo al momento della discussione della Legge finanziaria - appaiono oggi ulteriormente irrealistiche. Con la conseguenza di un nuovo drammatico peggioramento dei conti pubblici e di nuovi interventi "di emergenza" da parte del Ministro Tremonti, con effetti negativi diretti e indiretti anche sui bilanci degli Enti locali e, quindi, sul mantenimento di essenziali servizi alle città e alle persone. Ricordo a questo proposito cosa è già avvenuto in settembre con l'adozione del cosiddetto "decreto taglia-spese", un pannicello caldo escogitato dal "superministro" che ha destato irritazione anche in alcuni Ministri.Il riferimento al quadro internazionale e nazionale a me pare inevitabile, non è una forzatura polemica: l'assetto ormai del tutto interdipendente, o globalizzato come si usa dire oggi, dell'economia ci obbliga a tenere conto anche in questa sede del contesto più ampio in cui le nostre scelte sono obbligate a calarsi. A meno che non vogliamo immiserirci in sterili e provinciali polemiche sui proventi delle sanzioni al Codice della Strada o sulla natura ed entità della voce "consulenze".Sul bilancio comunale 2003 pesano e peseranno gli eventi internazionali e le scelte nazionali. Così come pesano ormai in modo ineludibile i nodi lasciati aperti da tempo circa il riassetto della finanza locale. Nodi che, purtroppo, non pare siano realmente ai primi punti dell'agenda del Governo, come dimostra il mancato insediamento della Commissione che dovrebbe occuparsi del cosiddetto "federalismo fiscale" e il contestuale scioglimento della Commissione tecnica per la spesa pubblica, presieduta negli anni scorsi da tecnici del calibro del prof. Giarda e del prof. Petretto. Come rispondere dunque a questa sfida?Sul piano delle scelte di fondo riprendo quanto abbiamo già detto e espresso come indirizzo consiliare negli anni scorsi: valga per tutti l'Ordine del giorno n. 228 che approvammo, con i voti del centrosinistra e dei consiglieri Sgherri e Falqui, in occasione della sessione di bilancio 2001. Focalizzo alcuni punti.PARTECIPAZIONE E CONCERTAZIONE: come centrosinistra riteniamo essenziale che un atto di programmazione così rilevante come il bilancio sia anche il frutto di un processo articolato di partecipazione dei cittadini e di concertazione con le forze sociali ed economiche. Rifuggiamo dall'idea che il mandato a governare espresso al momento del voto equivalga ad una delega quinquennale per l'attuazione di un programma, senza continui momenti di confronto e discussione con i cittadini. Su questo piano esprimo piena soddisfazione per il lavoro che questa maggioranza, il Sindaco, il Vicesindaco e la Giunta hanno saputo svolgere. In particolare nell'ultimo anno abbiamo costruito con pazienza un quadro di regole condivise e una prassi che pare foriera di ulteriori, positivi sviluppi, e che ha visto proprio ieri una prima significativa sanzione con la conclusione non rituale del processo concertativo. Un risultato da questo Consiglio più volte auspicato e che va sottolineato con forza.Rimane aperta la questione di una prima sperimentazione della prassi sperimentata altrove del "bilancio partecipativo", da noi sollecitata con l'Ordine del giorno n. 134/2002, e che nei prossimi 12 mesi potrebbe essere attuata in qualcuno dei cinque Consigli di Quartiere.PROGRAMMAZIONE: certo, si può e si deve fare di più su questo piano. Non si sfugge all'impressione che il progressivo aumentare del differenziale tra fabbisogno corrente per la gestione dei servizi e risorse disponibili sia anche il frutto di una difficoltà nella programmazione degli interventi e dei servizi. Difficoltà che non è solo della Giunta, ma delle stesse Direzioni in cui si articola l'Amministrazione.Sul piano politico abbiamo fatto un importante passo avanti introducendo formalmente il DPEF quale strumento di indirizzo generale precedente alla sessione di bilancio, con cui mettere a fuoco le scelte di fondo dell'Amministrazione. Valorizziamo con forza questo risultato, ben sapendo che si tratta di un punto di partenza per la necessaria definizione di politiche finalizzate all'aumento dell'efficienza della cosiddetta "macchina comunale" (il Piano dei Servizi), all'individuazione di riduzioni strutturali nella spesa corrente (la questione ormai non più rinviabile dell'ITI), alla promozione di entrate strutturali e non straordinarie (primo tra tutti il cosiddetto "contributo di scopo").PIANO DEI SERVIZI: si tratta di passare dalle intenzioni alle scelte di merito, evitando opposte visioni ideologiche del problema ("pubblico è bello/privato è bello"), ma rimanendo ancorati a quanto già affermato dal Vicesindaco nella sua relazione e già approvato a suo tempo da questo Consiglio (Ordine del giorno n. 228/2001): definizione delle risorse economiche e di personale assegnate alle diverse funzioni; riduzione del numero di dirigenti e piena attivazione dei meccanismi contrattuali che legano il salario di risultato al raggiungimento degli obiettivi programmati; accorpamento funzionale delle Direzioni; esternalizzazione delle sole funzioni a minore meritorietà sociale e ferme restando le garanzie in merito al regime contrattuale dei lavoratori, agli indirizzi pubblici circa gli standard e le tariffe. L'obiettivo deve essere quello di riallocare risorse, di personale e finanziarie, verso funzioni e servizi più adeguati all'evoluzione della domanda di welfare del terzo millennio.OSSERVATORIO SUI SERVIZI PUBBLICI LOCALI: qui occorre dire che siamo indietro, purtroppo, rispetto a quanto già deciso unanimemente dal questo Consiglio (Mozione n. 30/2001). Forse, anche in questo caso, non ha giovato l'alternarsi di ben tre assessori al bilancio nell'arco di quattro anni (al di là delle motivazioni di tale scelta e del valore dei singoli), avendo ciò determinato una discontinuità nell'attuazione delle scelte politiche. Confidiamo che, come assicurato dal Vicesindaco nella sua relazione, il 2003 possa invece essere l'anno buono per una prima sperimentazione di questo necessario strumento per migliorare il controllo e quindi l'efficacia sui servizi locali, specie quelli erogati per mezzo di società esterne, partecipate o meno dal Comune. Insistiamo su questo punto, segnalando come - altrimenti - il processo di esternalizzazione di determinate funzioni rischi di apparire come una mera operazione di riduzione dei costi purchessia: scelta che non potremmo in nessun caso condividere.Venendo al merito delle scelte operate per far fronte al differenziale tra spese e entrate sul bilancio di parte corrente, condividiamo quanto proposto dalla Giunta e poi perfezionato in sede di concertazione con le parti sociali. Scelte che sono ancorate ad alcuni cardini: il mantenimento del livello dei servizi erogati; l'esplicita rinuncia a ricorrere alla possibilità offerta dall'ultima Finanziaria in merito al condono sui tributi locali: una scelta etica e politica che va letta insieme al grande lavoro fatto dalle ultime due Amministrazioni comunali per recuperare l'evasione su ICI e TARSU; la suddivisione equilibrata delle risorse da reperire in: a) il calibrato aumento di alcune tariffe ed entrate proprie, b) il ricorso contenuto ma realistico ad alcune entrate straordinarie (canone per le antenne, recupero ICI sugli immobili affittati "in nero", cartolarizzazione dei canoni di Publiacqua), c) la gestione diretta dell'alienazione del patrimonio immobiliare, che consente un maggiore introito e un maggiore controllo sui risvolti sociali di alcune vendite rispetto ad altre modalità pure inizialmente ipotizzate.Naturalmente condividiamo, e apprezziamo, che al termine della concertazione sia stato deciso di attivare anche quanto deciso da questo Consiglio in merito alla COSAP per le alterazioni stradali (Mozione n. 63/2003), sintomo - nel suo piccolo - che la mutua valorizzazione del ruolo del Consiglio e della partecipazione attiva delle parti sociali può solo offrire vantaggi in termini economici e di tenuta della coesione sociale.Non ci sfuggono le osservazioni formulate dal Collegio dei revisori dei conti, condivisibili e direi ovvie per quanto riguarda i proventi dalle operazioni di carattere straordinario. Le teniamo in tale considerazione che, negli anni scorsi, le abbiamo anche trasformate in atti di indirizzo del Consiglio per meglio sottolinearne l'importanza e la condivisione. Pur nel quadro di un'approvazione del bilancio preventivo che il Collegio ha espresso in modo inequivocabile, raccomandiamo anche noi massima prudenza nell'impegno delle risorse per investimenti e per gli impegni di spesa, con particolare riferimento alla verifica degli equilibri di bilancio.Rimangono sul tappeto i problemi strutturali sollevati più volte, per ultimo dalla lucida ed esaustiva relazione del Vicesindaco e dal parere del Collegio dei revisori, e che chiamano in causa anche l'intervento dello Stato e della Regione Toscana. E' il tema dell'attuazione del Titolo V della Costituazione, ovvero dell'autonomia finanziaria degli Enti locali.Al Parlamento e al Governo chiediamo di affrontare finalmente in modo serio il problema, a partire dalla questione non risolta di una reale e non fittizia compartecipazione al gettito IRPEF, per arrivare alla restituzione dell'IVA sui contratti di servizio, e alla riforma più generale dei tributi locali che consenta ai Comuni di recuperare risorse non solo dai redditi dei residenti, ma anche delle imprese e dagli utenti della città. Certo ci inquietano le ultime novità che confermano l'intenzione del Governo di procedere con un'iniqua riforma fiscale. Una riforma che potremmo definire "dello Sceriffo di Nottingham" che finisce per togliere ai poveri per dare ai ricchi e determina una notevole riduzione di gettito per le casse dello Stato, con rischi per la tenuta del patto sociale, per l'erogazione dei servizi e, in ultimo, per i bilanci degli Enti locali.Ma chiediamo anche alla Regione Toscana, nelle more di tale riforma complessiva, di farsi carico di parte del problema facendo leva sulle nuove competenze, esclusive e concorrenti, che la Costituzione le assegna. Abbiamo depositato una specifica Risoluzione sul contributo di scopo che assume un valore ancora maggiore alla luce del recente incontro tra la Giunta di Firenze e quella della Regione, nonché del parere del Collegio dei revisori. Alla Regione Toscana, Consiglio e Giunta, ci sentiamo di dire che i tempi sono maturi per un intervento legislativo con il quale iniziare a sanare l'ingiustizia per la quale i sempre minori residenti di Firenze si fanno carico delle spese per sostenere i servizi locali di cui si avvalgono anche i milioni di utenti della città.Infine un grazie non rituale agli uffici della Ragioneria e delle Entrate per il costante lavoro di monitoraggio sul bilancio e sul gettito, e al Vicesindaco per l'impegno paziente, determinato, capace, nel presentare a questo Consiglio il bilancio 2003 e, con esso, un pacchetto di interventi che riteniamo di dover difendere e valorizzare di fronte ai cittadini».(fn)