Voto agli stranieri nei consigli di quartiere, Nocentini: «Da oggi Firenze è una città più aperta e rispettosa dei diritti»

«Da oggi Firenze è una città più aperta e rispettosa dei diritti». Così la presidente della commissione affari istituzionali Anna Nocentini commenta l'approvazione, da parte del consiglio comunale, della delibera che estende il diritto di voto, attivo e passivo, per le elezioni dei consigli di quartiere ai cittadini extracomunitari e della delibera che «sancisce il principio di garantire un rimborso spese ai componenti del consiglio degli stranieri».«Il tanto citato parere del Consiglio di Stato – ha spiegato Anna Nocentini – fornisce indicazioni di carattere generale che nella realtà fiorentina trovano di fatto una risposta: per ottenere la residenza ci voglio molti anni e particolari condizioni, come un domicilio ed un lavoro fisso. Ciò comporta una presenza sul nostro territorio di molti anni: condizionare il diritto di voto a chi risiede nel nostro Comune da almeno un anno tiene conto che il cittadino è regolarmente presente nel nostro Comune da molto tempo. Inoltre, durante questo periodo l'apprendimento della lingua italiana, richiesto sempre dal Consiglio di Stato, è di fatto una necessità che non ha bisogno di essere verificata».«Quanto alla seconda delibera approvata questa sera – ha aggiunto – abbiamo sempre affermato il principio che la partecipazione agli organi istituzionale deve avere una compensazione economica senza la quale non sarebbero garantite a tutti le stesse opportunità. Tale principio deve quindi valere anche per il consiglio degli stranieri, che è un organo previsto dallo statuto comunale. La delibera prevede anche il mantenimento in carica dell'attuale consiglio degli stranieri fino al 2009 prevedendo una verifica dei suoi organi interni fra un anno. L'attività del consiglio degli stranieri è appena iniziata e serve un ragionevole arco di tempo per sviluppare i progetti avviati».«A livello europeo - ha concluso Anna Nocentini – la convenzione di Strasburgo, già dal 1992, detta i principi per la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita della comunità nella quale vivono e lavorano. Il Comune di Firenze non ha fatto che aderire a indirizzi della Unione europea che peraltro trovano in altri paesi più piena attuazione». (fn)