Case degli alluvionati del '66, Checcucci (AN): « Il Comune rinunci ad una prelazione incostituzionale»
«Il Comune si ricordi degli alluvionati del '66 e rinunci ad una prelazione incostituzionale». È la richiesta contenuta in una mozione presentata dalla consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci. In particolare, si chiede all'amministrazione di «rinunciare all'esercizio del proprio privilegio sulle case popolari dove sono andati a vivere gli sfollati dell'alluvione fiorentina e a riconoscere loro la possibilità di estinguere la prelazione».«Dopo l'alluvione del 1966 - ha ricordato Gaia Checcucci - lo Stato realizzò sul territorio comunale alloggi di edilizia popolare, oltre a comprare case da enti locali o privati cittadini, destinando tutto alla sistemazione delle tante famiglie rimaste senza un tetto a causa della calamità naturale. La legge 5/1983 ha riconosciuto agli alluvionati la possibilità di acquistare quelle case di proprietà demaniale, regolando così la cessione in proprietà degli alloggi per gli alluvionati con norme ricalcanti la disciplina generale allora vigente in materia di edilizia popolare ed economica e in materia di alienazione, come la legge 513/1977».«Le legge sugli alluvionati, però ha spiegato la consigliera di Alleanza Nazionale - include alcuni vincoli alla circolazione successiva dell'immobile: si prevede un'inalienabilità decennale della casa e la previsione di una prelazione sul bene a favore del Comune per l'ipotesi della successiva vendita della casa da parte del proprietario. Molti degli alluvionati del '66 ora si trovano nelle condizioni di dover cambiare alloggio, diventato ormai vetusto, inadeguato per famiglie che in questi 40 anni sono cresciute oppure devono lasciarlo perché si trasferiscono altrove. Tuttavia la prelazione a favore dell'ente pubblico le penalizza fortemente: sono infatti impossibilitate ad immettere liberamente il bene sul mercato immobiliare e dunque a collocarlo».«Non solo ha aggiunto la Checcucci - ciò che è peggio è che la loro situazione appare assolutamente sperequata rispetto a quella di altri acquirenti di alloggi pubblici per i quali le norme in vigore prevedono una possibilità di estinzione del privilegio a favore dell'ente pubblico, come previsto dalla legge 560/1993, versando all'ente un importo pari al 10 per cento del valore del bene calcolato sulla base degli estimi catastali. Ciò invece non è possibile per gli alluvionati».«Questa disparità di trattamento ha concluso l'esponente del centrodestra - tra alloggi pubblici destinati a famiglie ugualmente disagiate ma per motivi diversi scaturita da una normativa farraginosa, risulta del tutto incostituzionale. Per questo chiediamo, con una mozione, l'intervento diretto del sindaco. A fini sociali e con intenti perequativi, l'amministrazione dovrebbe rinunciare all'esercizio del proprio privilegio sulle case degli alluvionati riconoscendo loro la possibilità di estinguere la prelazione eguagliandoli, come giusto, a tutti gli altri assegnatari di case popolari». (fn)