Aerporto, Barbaro (DS): «Ricercare l'equilibrio fra lo sviluppo e la compatibilità ambientale»

Questo il testo dell'intervento di Antongiulio Barbaro, vicecapogruppo dei DS e componente della commissione urbanistica:«Presidente, Sindaco, colleghi,l'odierna discussione sulle prospettive dello scalo "Vespucci" presenta a mio avviso numerosi aspetti incomprensibili. Da mesi è aperto un dibattito mediatico attorno ad un presunto progetto di nuova pista di volo, di cui si ignorano le finalità ed i particolari e che comunque nemmeno il Consiglio di Amministrazione di AdF ha mai valutato e approvato.Qualche commentatore distratto ha ironizzato sulla presunta cultura del NO che avrebbe ispirato le numerose e fondate perplessità degli amministratori locali di fronte alle opinioni sulle prospettive dello scalo espresse dal socio privato.Viene spontaneo chiedersi:• come è possibile che dopo un iter di approvazione del Piano di sviluppo aeroportuale durato circa sei anni, conclusosi di fatto un anno fa con l'approvazione del Ministro dell'ambiente, si possa azzerare tutto e ricominciare da capo? Ci si dimostri con chiarezza e con documentazione inoppugnabile quali sono i vantaggi pubblici. Altrimenti il continuo rimettere in discussione decisioni lungamente ponderate non è né serio né costruttivo. E' un atteggiamento da lasciare al Ministro Urbani e all'ex sottosegretario Sgarbi;• come mai così tanti, singoli e associazioni (compresi i vertici di un soggetto pubblico quale la Camera di commercio), si sono repentinamente accodati a ipotesi di sviluppo dello scalo che stravolgono tutta la pianificazione urbanistica della Piana, ma che non sono mai state inserite in alcun documento pubblico (tanto meno nel bando di gara per la vendita delle azioni di AdF), e che sono invece bisognose di attente verifiche ambientali e di un lungo processo di revisione di tutti gli atti fin qui assunti? E' solo il provinciale riflesso condizionato alla magica parola "sviluppo"? E' solo il cedimento romantico al fascino della modernità evocato dal volo aereo? In ogni caso, lascio volentieri questo atteggiamento a certi ultras dello sviluppo aeroportuale "a prescindere". E mi permetto di consigliare anche al Presidente della Camera di commercio di usare per il futuro maggiore prudenza quando tratta di azioni e progetti che investono direttamente i poteri di pianificazione degli Enti locali. In questo caso mi sento di rivendicare "il primato della Politica";• come mai un socio privato che conta solo il 29% delle azioni di AdF, chiamato qui a migliorare l'infrastruttura, la sua gestione e la sua compatibilità ambientale, riesce così pesantemente a condizionare il dibattito pubblico? Quali poteri ha il nuovo Amministratore delegato? E' mai possibile che le sorti del trasporto aereo nella Toscana centrale e nell'intera regione, dove operano due scali di primaria importanza, siano piegati all'interesse e alle strategie di una sola società di gestione, o meglio di un socio privato che conta solo il 29% delle azioni? L'identificazione acritica dell'interesse privato con quello pubblico è esercizio che lascio volentieri all'attuale Presidente del Consiglio;• perché AdF, ENAC e ENAV non puntano intanto, come già stabilito, a far funzionare meglio ciò che già c'è (e non è poco), attuando l'insieme delle misure ambientali e infrastrutturali già previste, autorizzate e obbligatorie? Ricordo che le norme per la mitigazione dell'impatto acustico sono ancora, colpevolmente lettera morta; che la procedura antirumore definita nel 2002 si sta rivelando poco efficace perché non controllata; che il sistema di monitoraggio acustico (a carico di AdF) non è stato completato e non è collegato con il nuovo radar inaugurato alcuni mesi fa; che la Commissione aeroportuale non ha ancora deciso la classificazione acustica del territorio circostante lo scalo, senza la quale non è possibile assumere i necessari provvedimenti di risanamento. E ricordo che anche la nuova e moderna torre di controllo è del tutto sottoutilizzata perché non gli è stato formalmente affidato il controllo del traffico nello spazio aereo di propria competenza, ancora sotto la gestione poco efficiente della torre di Pisa.Nelle ultimi mesi abbiamo dovuto leggere, in un crescendo, notizie incontrollate su nuove piste, sul costo eccessivo degli interventi già approvati, sulle deportazioni di massa degli abitanti di Peretola, in un combinato disposto che ha fatto pensare ad un tentativo maldestro di aumentare il valore delle azioni di AdF, forzando contestualmente la mano al decisore pubblico.Ritengo che in questa fase un po' confusa, dove anche le relazioni sindacali interne alla società di gestione AdF sono andate deteriorandosi, sia necessario che questo Consiglio ancori il ragionamento su alcuni punti fermi, che sono il risultato di un difficile dibattito durato anni e che ha prodotto atti e decisioni nel loro complesso coerenti.1. L'aeroporto "Vespucci" è certamente essenziale per lo sviluppo e l'accessibilità di una vasta area della Toscana, e le azioni fin qui assunte dagli Enti locali sono state coerenti con l'obiettivo di migliorane la funzionalità, l'efficienza e la compatibilità ambientale, utilizzando il vantaggio rappresentato dalla posizione baricentrica dello scalo rispetto al bacino che va da Montecatini ad Arezzo;2. A testimonianza della volontà e dell'azione degli Enti locali vi sono i risultati numerici: nei primi otto mesi del 2004 presso il "Vespucci" sono transitati poco meno di 1 milione di passeggeri, con un incremento del 3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, pur in una fase contrassegnata dalla generale crisi del trasporto aereo, con compagnie fallite (Swissair, Sabena) ed altre in fortissima difficoltà (Alitalia);3. Occorre essere tuttavia consapevoli che l'infrastruttura si è andata sviluppando in un'area non ottimale per l'alta densità abitativa e per la presenza di ostacoli naturali. Per questo appare prioritario attuare con rigore e in tempi rapidi tutte le misure opportune e possibili per innalzare la compatibilità delle operazioni di volo. Si tratta di azioni che derivano dall'applicazione dell'insieme delle norme sul rumore aeroportuale, secondo gli indirizzi che questo Consiglio ha già espresso e che sono stati recepiti da Regione Toscana e Ministero dell'ambiente. Gli stessi soggetti che operano sul "Vespucci" (AdF, ENAC, ENAV, Compagnie aeree) devono assumere, al di là degli obblighi di legge, il tema della sostenibilità sociale e ambientale di una tale infrastruttura, cambiando un modo di operare che finora ha lasciato i cittadini in balìa delle evoluzioni spontanee della domanda e dell'offerta;4. La società di gestione deve fare la sua parte, senza fughe in avanti incomprensibili, ma migliorando le strutture e l'organizzazione interna, secondo quanto già stabilito nel Master Plan, offrendo ai tanti utenti servizi a terra di livello più elevato (ceck-in, gestione bagagli, parcheggi, collegamenti con la città e le altre infrastrutture, ristorazione, ecc..);5. Qualunque ipotesi alternativa al Master Plan già approvato dal Ministero dell'ambiente dovrà necessariamente essere compatibile con le scelte infrastrutturali, urbanistiche e ambientali che spettano agli Enti locali e alla Regione. In altre parole, altre ipotesi saranno possibili solo se si sarà in grado di migliorare complessivamente il sistema, ivi compreso il suo inserimento ambientale;6. Occorre fin da subito lavorare per migliorare le sinergie operative tra i principali scali della Toscana, evitando pericolose concorrenze sullo stesso bacino di utenza (purtroppo già ora evidentissime), migliorando i collegamenti stradali e ferroviari reciproci, puntando a quella integrazione societaria da tanti e da tempo auspicata e che potrebbe essere resa possibile dall'imminente avvio del processo di privatizzazione della società che gestisce lo scalo "Galilei" (SAT).Su questi punti qualificanti si imperniano i documenti che presentiamo come maggioranza e di cui quindi caldeggio l'approvazione, con un voto che spero possa andare al di là dei presentatori.Colleghi, nelle scorse settimane molti commentatori hanno citato lo studio condotto da IRPET nella seconda metà degli anni novanta, auspicando che il Vespucci sia messo in grado di soddisfare tutta la domanda di mobilità aerea esprimibile dalla nostra area, stimata in 3 milioni di passeggeri all'anno.Quello studio però va letto tutto, comprese le considerazioni ambientali che lo concludevano: "sembra necessario passare dallo scenario di crescita spontanea ad una fase di sviluppo programmato che si realizzi con un preciso coordinamento fra i tempi degli investimenti, la modifica delle procedure e l'avvio degli interventi di mitigazione degli effetti ambientali. Ma a quali livelli di traffico questo equilibrio fra effetti positivi e negativi dovrà avvenire? Questa è certamente materia di decisione per coloro che rappresentano gli interessi della collettività: ad essi spetta infatti determinare un sistema di ponderazione sociale" per gli effetti ambientali.Ecco, colleghi, questo è il difficile compito cui siamo chiamati. Io sono convinto che se l'insieme delle misure proposte - ambientali e infrastrutturali - saranno effettivamente attuate avremo reso un buon servizio alla comunità, perseguendo quello sviluppo nella qualità che è un obiettivo fondamentale e caratterizzante per Firenze e per la Toscana.Spero, sinceramente, che questo Consiglio, oggi, sia in grado di elevare i toni del dibattito e sostenere con serietà questa prospettiva».(fn)