Bilancio, Checcucci (AN): «Le spese incomprimibili solo uno slogan politico. Un esempio riguarda il piano dei servizi»
«Le cosiddette spese incomprimibili sono solo uno slogan politico. Un esempio riguarda il piano dei servizi». Così la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci replica all'assessore Albini «che lamenta tagli insostenibili da parte del Governo».«E' il solito refrain che si sente ripetere da quando governa il centrodestra secondo il quale se Palazzo Vecchio si troverà ad aumentare le tasse locali sarà colpa del governo Berlusconi ha aggiunto la Checcucci - e c'è un altro refrain che ormai accompagna tutte le dichiarazioni della giunta che riguardano il bilancio: le spese incomprimibili, quelle fisse, quelle che non si possono toccare. Dei 351 milioni di euro che, per definizione, sono le spese fisse, 208 riguardano il personale (36% circa), 87,7 i debiti ( 3% circa), un altro 34% la cosiddetta spesa sociale.Chi dice che in queste spese incomprimibili non sia possibile trovare margine di risparmio? Ne è un esempio il tanto decantato, costoso e mai realizzato "piano dei servizi"».«Durante il suon primo mandato ha ricordato la consigliera di Alleanza Nazionale il sindaco presentò il progetto del "Comune leggero" per una amministrazione che gestisse di meno in prima persona le attività antieconomiche. Questo piano è costato molto in incarichi professionali ma, dopo cinque anni, siamo ancora alla fase delle consulenze. Quanti altri anni e consulenze saranno necessarie affinché il Comune lo attui? Le sue finalità erano proprio quelle di prospettare all'amministrazione uno screening delle gestioni ottimali, ovvero più economiche dei vari servizi affinché il Comune scegliesse di "esternalizzare" quelle antieconomiche. Peraltro la mozione che accompagnava il bilancio 2001 chiedeva di definire entro il 30 settembre di quell'anno un "piano dei servizi"».«Vorremmo sapere che fine ha fatto si chiede Gaia Checcucci la discussione sul bilancio sarebbe una buona occasione per presentare il piano al consiglio comunale e per prospettare i risparmi che l'amministrazione può ottenere. Temiamo che il piano sia solo servito ad ottimizzare le risorse dei consulenti. Non è bastata la società "CONSIEL" il cui lavoro era terminato a giugno del 2002 e che doveva essere presentato: c'è voluta anche la "EARCHIMEDE". A quest'ultima, che si occupa dalla revisione dei conti di ATAF alle modalità di organizzazione delle amministrazioni comunali, viene data nei primi giorni del 2003 una consulenza per "realizzare uno studio sull'analisi e l'individuazione delle aree di attività e di servizi del Comune in cui si ravvisa la convenienza ad adottare modelli di gestione ottimale in relazione ai programmi dati dall'amministrazione". Quindi, in pratica, la stessa attività che aveva già espletato la CONSIEL e di cui però non si è mai saputo niente. Fra l'altro una delle motivazioni per cui, con urgenza, ci si avvaleva di una trattativa privata e si individuava direttamente la società che doveva svolgere tale attività senza alcun confronto con altri soggetti, era "l'occasione del bilancio 2003 per individuare preventivamente idonei strumenti per la razionalizzazione della spesa". Ma non è bastata neanche questa consulenza perché a maggio del 2003 l'amministrazione ha fatto una integrazione dell'incarico alla società EARCHIMEDE per un "approfondimento" che riguardava "la prioritizzazione degli interventi sulla base dei benefici attesi /difficoltà di implementazione e la definizione dei tempi delle modalità di realizzazione"».«Mi sembra ha concluso la Checcucci - che ci siano tutti gli elementi per dimostrare che le spese incomprimibili sono spesso legate a logiche che poco hanno a che fare con la "gestione ottimale" oggetto delle tante consulenze. Di ottimale ci sono stati solo gli incarichi alle società». (fn)