150° anniversario della Polizia Municipale/3. Per 7 fiorentini su 10 i vigili urbani sono efficienti e professionali. La relazione del comandante
Quasi il 70% dei fiorentini considerano la Polizia Municipale efficiente e professionale. E la percentuale sale al 72% se si considerano i giovani tra i 18 e i 30 anni. E' il primo risultato, anticipato dal comandante Alessandro Bartolini nella sua relazione in occasione della cerimonia che ha chiuso le celebrazioni in occasione del 150° anniversario della costituzione della Polizia municipale. Il comandante si è poi soffermato sulla storia del corpo, fondato nel 1854, e sulle sfide che attendono la Polizia Municipale. "Il primo scorcio del nuovo secolo ci vede ancora in perenne attesa di un assetto costituzionale e legislativo; occorre ancora che lo Stato e le Regioni decidano chi siamo e cosa dobbiamo fare. Per noi la Polizia Municipale deve svolgere le funzioni di polizia locale occupandosi della civile convivenza e della qualità della vita cittadina, concorrendo con altri organi istituzionali alle politiche integrate di sicurezza; deve svolgere, in esclusività, funzioni di polizia amministrativa, annonaria, edilizia, ambientale e tributaria, secondo le competenze spettanti agli enti locali; non deve occuparsi direttamente delle grandi operazioni di contrasto alla criminalità né di ordine pubblico, che non può non rimanere di competenza esclusivamente statale". Il comandante ha ricordato la recente riorganizzazione del corpo "in senso moderno" con l'aumento degli addetti a 840 unità, secondo le direttive strategiche della polizia di prossimità, della sicurezza stradale, della lotta al degrado e della tutela del consumatore e del territorio.Per quanto riguarda l'imminente futuro, il comandante Bartolini ha ribadito come la Polizia Municipale stia puntando "sull'alto livello tecnologico di mezzi e attrezzature, sull'informatizzazione totale e sul sistema di qualità dei servizi nei confronti del cittadino-cliente, sul marketing territoriale e sulla formazione professionale del personale. Dal 2005, se riusciremo a completare un lavoro che dura ormai da oltre due anni, certificheremo, secondo la normativa europea sulla qualità, tutte le funzioni e tutti i reparti del corpo. Così ha concluso il comandante Bartolini potremo dire veramente di aver gettato le basi per la Polizia Municipale del nuovo secolo". (mf)Palazzo Vecchio, 9 ottobre 2004In allegato la relazione del comandante Bartolini.Oggi si concludono, dopo sette mesi di iniziative, le celebrazioni per il 150° anniversario della costituzione del corpo di Polizia Municipale e abbiamo scelto di concluderle nello scenario in cui, nel dopoguerra, il sindaco La Pira celebrava ogni anno la festa del corpo.In queste settimane abbiamo cercato di indirizzare tutte le manifestazioni verso il territorio e puntando al contatto con la cittadinanza, con i quartieri e le scuole. Si è cercato di portare il messaggio di una Polizia Municipale vicina ai cittadini, una polizia che è cresciuta ma che non ha dimenticato le proprie radici e le motivazioni che furono alla base della sua stessa nascita.Le nostre radici affondano nelle città greche e poi romane, passano per quelle medievali e diventano, al tempo della Rivoluzione francese, rivendicazione di popolo. La richiesta di istituire una guardia civica con funzionari che avessero la "residenza in loco", lasciava trasparire il bisogno della cittadinanza di autodisciplinarsi, ed affidare il rispetto delle elementari regole di convivenza civile a soggetti con cui si potesse rapportarsi agevolmente, e che fossero diversi dai professionisti delle armi.La riforma amministrativa del 1849, nata sull'onda dei moti popolari, dette maggiori poteri ai comuni, tra cui la possibilità di istituire una polizia municipale "rivolta a guarentire il godimento delle cose comuni, la salute, il comodo, e la sicurezza alla intiera popolazione" e che, più in generale, facesse rispettare i regolamenti comunali. Da allora, la storia dell'autonomia comunale ha determinato la storia della Polizia Municipale, fino ai nostri giorni.Il 4 agosto 1854 il granduca Leopoldo II approvò il regolamento per la Guardia di Polizia Municipale del Comune di Firenze, così che i primi 24 addetti poterono accasermarsi nel palazzo Ferroni di viale Tornabuoni, per diventare, dopo un secolo e mezzo, gli 840 di oggi.Con Firenze capitale del Regno d'Italia il nuovo corpo delle guardie di città triplicò il numero degli addetti, fino a contarne quasi duecento al momento dello sgombero del ghetto di Firenze, ed anche di più in fine di secolo, quando fu usata la denominazione di guardie comunali, che resterà fino al 1919, allorquando si dette vita al corpo dei vigili urbani di Firenze. Il nuovo corpo seppe far fronte ai disordini politici del primo dopoguerra, riuscendo a difendere sempre la legalità, pur dovendo affrontare nel 1923, per questo motivo, un tentativo di scioglimento.Durante tutto il ventennio i vigili urbani seppero (questo sì) adeguarsi alla nuova situazione, pur mantenendo il tradizionale spirito di dedizione e lealtà verso i cittadini fiorentini. In quell'epoca cominciarono a delinearsi e ad assumere importanza due funzioni che saranno poi caratteristiche della Polizia Municipale fino ai nostri giorni: la polizia annonaria e quella stradale, con l'istituzione, dopo i vigili ciclisti e a cavallo, dei vigili motociclisti.Ma fu durante la Resistenza che il corpo riuscì a dare il meglio di sé, e non mancarono le gesta eroiche e i caduti per la nobile causa, come il brigadiere Attilio Mazzoni, che perse la vita durante l'incursione aerea dell'11 marzo 1944 nel viale Belfiore, mentre si stava recando a prestare i primi soccorsi alla popolazione; come il maresciallo Pietro Stefanini, fucilato il 3 agosto 1944 dai tedeschi assieme alla moglie Dina per aver favorito, approfittando del suo ruolo, i partigiani della Brigata Sinigallia; o come il vigile Guido Pescini, ucciso da una mitragliatrice tedesca in via del Ponte alle Mosse mentre portava assistenza ai cittadini del rione rimasti isolati. Nei giorni che precedettero la liberazione di Firenze, i vigili collaborarono con i partigiani portando soccorso, procacciando acqua e viveri, ma soprattutto approntando la linea telefonica e la staffetta attraverso il Corridoio vasariano, permettendo così il collegamento con gli alleati in Oltrarno, e presidiando costantemente Palazzo Vecchio quale centro strategico. Dal 12 agosto il Comitato di Liberazione Nazionale dispose che il centro storico fosse presidiato dai vigili con il compito di impedire la circolazione di soggetti armati.Con la credibilità acquisita sul campo, dal secondo dopoguerra il corpo si organizzò in modo moderno ed efficiente, contando, fino dal 1945, su 445 unità.Con gli anni '60 venne a delinearsi la nuova organizzazione della Polizia Municipale che poté durare, con alterne vicende, fino alla fine del secolo.In questo periodo ebbero grande sviluppo importanti soggetti associativi, che in questa occasione debbo ricordare per l'opera sociale svolta all'interno e all'esterno del corpo: dalle varie rappresentanze sindacali succedutesi, al fondo assistenza e previdenza, al gruppo barellieri e donatori di sangue, al gruppo sportivo, all'associazione vigili urbani in pensione che continua la preziosa collaborazione con il Comune in vari progetti, tra cui il numero verde antitruffa per gli anziani soli.Nel momento in cui Firenze ha avuto bisogno, la Polizia Municipale è sempre stata in prima fila, come nel caso dei tragici eventi relativi all'alluvione del 1966, allorquando spontaneamente, privi di collegamenti e mezzi, i vigili abbandonarono le loro case per dare aiuto alla popolazione, garantire l'ordine necessario e preservare le case allagate dallo sciacallaggio, in certi casi rischiando la vita in mezzo ai flutti, e meritando la medaglia d'oro della Città di Firenze ed il pubblico riconoscimento dei cittadini fiorentini.Per la Polizia Municipale di Firenze non sono mai mancati i rischi del mestiere; lo testimoniano, già dall'800, i caduti nell'espletamento del servizio, i tanti episodi cruenti, gli attentati subiti durante gli anni di piombo e nell'epoca più recente; lo testimoniano le decine di feriti che ogni anno riempiono le statistiche; lo testimonia la scomparsa dell'ispettore Fabrizio Nencioni nell'attentato del 27 maggio 1993, mentre dimorava all'interno dell'Accademia de' Georgofili da appartenente alla Polizia Municipale.Ma nonostante i rischi e le difficoltà di ogni tipo, in questi 150 anni il corpo è sempre stato all'altezza della situazione, conquistandosi il consenso dei cittadini e delle istituzioni.Purtroppo negli ultimi decenni, la modernizzazione del Paese ha imposto nuove regole, e la città è rapidamente cambiata all'insegna del traffico caotico e dell'inquinamento. Questo ha notevolmente mutato il mestiere del vigile urbano, utilizzato sempre più in situazioni di inutile repressione destinata comunque all'insuccesso e all'antipatia nei confronti dei cittadini. Ciò ha causato una vera e propria perdita di identità del ruolo, che né la Legge quadro sull'ordinamento della polizia municipale del 1986, né le successive leggi regionali, hanno mai ristabilito.Il primo scorcio del nuovo secolo ci vede ancora in perenne attesa di un assetto costituzionale e legislativo; occorre ancora che lo Stato e le Regioni decidano chi siamo e cosa dobbiamo fare.Noi del Comune di Firenze le idee le abbiamo avute sempre chiare: la Polizia Municipale deve svolgere le funzioni di polizia locale occupandosi, anche attraverso l'attività di polizia stradale e di polizia giudiziaria, della civile convivenza e della qualità della vita cittadina, concorrendo con altri organi istituzionali alle politiche integrate di sicurezza; deve svolgere, in esclusività, funzioni di polizia amministrativa, annonaria, edilizia, ambientale e tributaria, secondo le competenze spettanti agli enti locali; non deve occuparsi direttamente delle grandi operazioni di contrasto alla criminalità né di ordine pubblico, che non può non rimanere di competenza esclusivamente statale.Con queste convinzioni, negli ultimi anni abbiamo riorganizzato il corpo in senso moderno, aumentandone gli addetti a 840 unità, secondo le direttive strategiche della polizia di prossimità, della sicurezza stradale, della lotta al degrado e della tutela del consumatore e del territorio.L'esperienza del così detto "vigile di quartiere" si è dimostrata una filosofia vincente, un tentativo di ristabilire la giusta vicinanza con i cittadini, uno sportello mobile che va a casa della gente, nei negozi, nelle piazze, ed ha tempo per parlare e accrescere la percezione della sicurezza nella popolazione. Ma proprio perché si tratta di un servizio basato sul contatto, solo un numero ben maggiore di addetti potrà far decollare definitivamente il progetto.Il nostro servizio, pur insufficiente rispetto alle tante esigenze, dà sempre una risposta ai principali problemi della città nelle 24 ore, in particolare per quanto riguarda il rilievo degli incidenti stradali, la viabilità, la lotta ai rumori molesti; questo nonostante le centinaia di migliaia di chiamate e gli oltre 50.000 interventi espletati nel corso dell'anno.Forse, se oggi Firenze, con tutti i suoi problemi, resta una splendida città famosa in tutto il mondo, ottima fra le città italiane per qualità della vita, dove l'abusivismo edilizio non ha fatto scempio del territorio, dove il consumatore trova ancora i negozi che espongono i prezzi, dove le frodi sono limitatissime, così come lo sono i siti inquinanti abusivi, una città dove si lotta contro il degrado e dove ancora si può uscire di notte, forse di tutto questo un piccolo merito ce l'hanno anche i vigili urbani di ieri e la polizia municipale di oggi.Quanto sopra sembrerebbe trovare riscontro nell'indagine di customer satisfaction che l'ufficio statistica del Comune ha completato proprio in questi giorni: il risultato, che a noi pare ragguardevole, è che il 69,4% dei fiorentini, ed il 72% dei giovani fiorentini tra i 18 e i 30 anni, considerano la polizia municipale di Firenze efficiente e professionale.Oggi stiamo puntando molto sull'alto livello tecnologico di mezzi e attrezzature, sull'informatizzazione totale e sul sistema di qualità dei servizi nei confronti del cittadino-cliente, sul marketing territoriale e sulla formazione professionale del personale. Dal 2005, se riusciremo a completare un lavoro che dura ormai da oltre due anni, certificheremo, secondo la normativa europea sulla qualità, tutte le funzioni e tutti i reparti del corpo, e potremo dire veramente di aver gettato le basi per la Polizia Municipale del nuovo secolo e di essere degni dei nostri predecessori, che per decenni hanno onorato questa divisa.Ringrazio tutti gli intervenuti per la stima dimostrataci con la loro partecipazione, le Autorità civili, religiose e militari, gli alti rappresentanti della magistratura.Un particolare grazie ai rappresentanti delle polizie di Australia, Spagna, Germania e Gran Bretagna; alle numerose Polizie Municipali intervenute da ogni parte d'Italia, e ai loro sindaci.Ringrazio il Prefetto, il Questore e i Comandanti delle altre Forze di Polizia per la sincera collaborazione ricevuta in tutti questi anni.Un sincero ringraziamento, personale e a nome di tutti noi, al Sindaco Leonardo Domenici per il supporto morale e finanziario, che ha consentito una crescita quantitativa e qualitativa della Polizia Municipale, e all'assessore Graziano Cioni che nella Polizia Municipale ci ha sempre creduto e partecipa alla nostra storia da oltre vent'anni.Ma soprattutto ringrazio tutti gli appartenenti al corpo, passati e presenti, per ciò che hanno fatto e per ciò che faranno per la città di Firenze.Viva la Polizia Municipale!