Il sindaco ricorda Fosco Maraini: "Un fiorentino cittadino del mondo che la città ricorderà sempre con affetto"
"Un fiorentino cittadino del mondo che la città ricorderà sempre con tanto affetto", così il sindaco rievoca la figura Fosco Maraini durante la cerimonia di commemorazione che si è svolta questo pomeriggio nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio e a cui erano presenti oltre ai famigliari e agli amici, Don Danilo Cubattoli, rappresentanti dell'Università, il primo ministro dell'ambasciata giapponese a Roma, alcuni monaci tibetani, il coro Alpi Apuane per rendere omaggio allo scrittore che per anni raccontò il mondo attraverso le sue numerose esperienze. "Un uomo unico e particolare, scrittore, ricercatore, disegnatore, antropologo, fotografo, ma fondamentalmente viaggiatore ha continuato il sindaco- che ha costantemente rinnovato la tradizione della nostra città di fiorentini che sono andati per il mondo, un uomo generoso che ha messo a disposizione la sua biblioteca e fototeca attraverso il gabinetto Viesseux. Le sue esperienze ci hanno arricchito e a ripensare a ciò che ha fatto vengono i brividi". Il sindaco di Firenze ha poi rivolto un saluto particolare alla moglie Mieko e ai figli Dacia e Toni e ha concluso il suo intervento leggendo una lettera di Berenson a Fosco Maraini in cui con un aneddoto divertente Berenson coglie lo spirito di Maraini, quello del viaggiatore che assapora il viaggio mentre lo fa e che ci tramanda e regala osservazioni e suggerimenti preziosi. La cerimonia ha continuato con gli interventi della figlia Toni che ha letto una poesia e di Dacia che ha letto una lettera del padre in cui Maraini chiede ai medici di non accanirsi con le cure. La commemorazione si è conclusa con preghiere dei monaci tibetani e brani cantati dal coro Alpi Apuane. (lb)