Il sindaco Domenici ha inaugurato l'Archivio Storico delle Case Popolari
"Un archivio ci documenta i fatti. Per questo sono voluto essere qui oggi al fianco di coloro che stanno dando il loro contributo all'Amministrazione per il cambiamento della città". Sono parole del sindaco Leonardo Domenici che stamani ha partecipato all'inaugurazione dell'archivio storico delle Case Popolari a Firenze, realizzato da Casa Spa."Questa cerimonia ha detto ancora il sindaco Domenici è importante per motivi storici, di identità e memoria della nostra città perché ci ricorda la nascita di parti di questa come Sorgane o l'Isolotto, voluto dal sindaco La Pira. Sì, perché le case popolari hanno la peculiarità di aver dato una precisa connotazione ad intere aree di Firenze"."L'edilizia residenziale pubblica ha aggiunto il primo cittadino è uno strumento importante per fronteggiare l'emergenza abitativa, il problema degli sfratti, il caro-affitti. L'Amministrazione comunale è fortemente impegnata in programmi di recupero, nuove realizzazioni, nella politica del mantenimento della residenza nel centro storico, ma con sempre più grandi difficoltà e meno risorse. Nonostante questo abbiamo fortemente investito sulla riqualificazione delle Piagge, delle ex Case Minime in via Rocca Tedalda e con altri interventi in varie parti della città, non ultimo il centro storico dove, fra poco più di un mese inaugureremo il ristrutturato complesso delle Murate".Nell'occasione il sindaco Domenici ha inteso respingere tutte le polemiche sorte a seguito della creazione di Casa Spa: "Dopo poco più di un anno il bilancio di Casa Spa è molto positivo. Per questo vorrei mettere una pietra tombale sulle strumentalizzazioni che parlavano di tentativi di privatizzazioni. Come si fa a parlare di privatizzazione quando gli unici proprietari del patrimonio di edilizia residenziale pubblica sono i Comuni?".All'inaugurazione, nel cortile del complesso di edilizia residenziale pubblica di via Toti, viale Malta, via Rubieri, via Campo d'Arrigo, hanno partecipato Giovanni Pecchioli e Vincenzo Esposito, il presidente e amministratore delegato di Casa Spa, Enzo Venturi, presidente e amministratore delegato Ater Firenze 1984-2003, Gianfranco Pizzolato, vice presidente Consiglio Nazionale Architetti, Renato Delfiol, Soprintendenza Archivistica per la Toscana, Elisabetta Bettio e Rita Romanelli, curatrici dell'inventario e Fabio Fabbrizzi, curatore del libro "IACP ATER 1909 1999 novant'anni di case popolari Firenze".L'archivio è il primo organizzato con criteri scientifici in Italia e di riconosciuto interesse storico dalla sovrintendenza archivistica. L'Ater di Firenze è stata la prima, tra le aziende di edilizia residenziale della Toscana, ad intraprendere un progetto di riordino del proprio archivio e, ad oggi, è l'unica ad averlo portato a termine. Parte delle carte riordinate e descritte sono sopravvissute all'alluvione del novembre del 1966. L'inventario che si presenta è analitico, corredato di indici ed è il primo (e, a tutt'oggi, unico) a contenere una proposta di titolari di classificazione, sulla cui base è stata avviata e applicata con sistematicità, una procedura di selezione del materiale destinato alla conservazione permanente.L'Archivio è stato dichiarato di "notevole interesse storico" con provvedimento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, poiché documenta, permettendone la ricostruzione storica, non soltanto l'edilizia popolare in Italia, ed in particolare in Toscana e nella provincia di Firenze a partire dal 1909 (anno del riconoscimento dell'Istituto autonomo quale Ente Morale), ma anche la lezione di importanti maestri dell'architettura italiana (Burci, Del Debbio, Detti, Gamberini, Michelucci, Poggi, Quaroni, Ricci e Savioli tra gli altri), la discussione sui piani urbanistici, le riflessioni teoriche e tecniche intorno la progettazione e la costruzione degli edifici.Oltre ai verbali e le deliberazioni dell'Istituto Autonomo Case Popolari (1909-1986) e dell'Ater (1986-2003), gli studi per le applicazioni delle leggi di edilizia popolare, gli atti amministrativi, la grande parte e cuore del patrimonio documentario dell'archivio è costituito dagli atti del servizio tecnico: i progetti, le carte di cantiere e di collaudo, la manutenzione e i recuperi edilizi, prodotti fino al conferimento dei beni dell'Ater a Casa Spa nel 2003.Di particolare interesse non solo per l'architettura, ma anche per la storia sociale del Paese, sono gli atti dei cantieri Ina-Casa per l'Isolotto e di S. Giusto di Prato, la serie del quartiere coordinato di Sorgane, con la polemica che ne accompagnò la nascita.L'archivio fiorentino custodisce anche i documenti sull'attività nel territorio dell'attuale Provincia di Prato ed è l'erede degli istituti Empolese (1920-1975), di Greve (1920-1975) e di Pontassieve (1916-1991), le carte di provenienza romana, come le ex Ina-Casa, la Gescal e l'Incis.(fd)