Amministrative 2004, Falqui: «Mi impegnerò per Domenici e l'unità del centrosinistra»
Un impegno "per costruire nel centrosinistra una forte unità di governo allargata ai movimento sociali che intendono arricchire la progettualità di una nuova alleanza tra radicali e riformisti". E' quello che il consigliere comunale del gruppo misto Enrico Falqui rilancia in vista della campagna elettorale sostenendo la "possibilità di una intesa politica tra forze riformiste e movimenti sociali radicali, capaci di arricchire con le loro idee il progetto di governo della città". Un progetto che prende le distanze da chi, sottolinea Falqui, "perseguendo scopi e contenuti effimeri produce la divisione e l'indebolimento dello schieramento di centrosinistra". "In questa campagna elettorale mi impegnerò per non disperdere il prezioso lavoro di tutti coloro che hanno creduto nell'intesa politica tra forze riformiste e movimenti sociali radicali" ribadisce Falqui, spiegando di volersi candidare, all'interno dello schieramento che sostiene il sindaco Domenici, "quale portavoce di un movimento ancora troppo silenzioso di cittadini che vuole l'unità vera del centrosinistra a Firenze, nella sua area metropolitana e nel resto del Paese».Sulle potenzialità e sulle sfide che la città dovrà affrontare nei prossimi anni Falqui sottolinea che "Firenze è a un bivio: o il declino o la nascita di una città nuova, veramente europea e degna di competere con qualsiasi città del mondo". "Non è vero, come sostiene la Hack - aggiunge Falqui - che il centrosinistra si può dividere perché a Firenze la destra non può vincere. A Firenze è ancora forte un progetto politico trasversale e conservatore che contrasta da decenni qualsiasi ipotesi di internazionalizzazione della città, qualsiasi processo di costituzione della città metropolitana, qualsiasi politica urbana che modifichi o destabilizzi gli indici di rendita fondiaria, qualsiasi politica sociale e sanitaria che sfugga al controllo delle oligarchie e delle corporazioni mediche e dell'assistenza, qualsiasi politica culturale e di formazione professionale che non abbia una ricaduta economica e commerciale immediata nel breve periodo, qualsiasi politica di accoglienza e di integrazione non solo per le popolazioni immigrate ma anche per i cittadini europei migranti per lavoro nella nostra città, per studio e ricerca nelle nostre università e nei centri di ricerca per eccellenza".In quest'ottica "le elezioni del 12 e 13 giugno prosegue Falqui - sono una tappa fondamentale di questo processo di rinnovamento e ampliamento dell'Ulivo, della nascita di una casa comune di tutti i Progressisti, riformisti o radicali che siano. Le tremende sfide del terrorismo e della guerra preventiva e infinita obbligano tutti i Progressisti europei a rifiutare qualsiasi equipollenza tra centrodestra e centrosinistra in Italia come in Europa. Il voto congiunto del 12 e 13 giugno sarà quindi in primo luogo un voto politico sui valori fondanti sui quali si basano le nostre due cittadinanze di appartenenza: Firenze e l'Europa. Nessuno pensi che sia saggio e utile dare un voto distinto sui contenuti di questi due patti di cittadinanza: sono uniti e indissolubili poiché la globalizzazione ha insegnato che non ci può essere alcuna politica locale che non sia influenzata o vincolata dalle politiche europee». (fn)