Checcucci (AN): «Giù le mani dalla case dei profughi, le leggi hanno individuato da tempo chi ne ha diritto»

«Il Comune ha assegnato a persone sprovviste dei necessari requisitile case che, per legge devono essere destinate agli esuli dai territori della Venezia Giulia ceduti alla ex Jugoslavia, ai profughi della Grecia ed ai rimpatriati delle ex colonie. Ha sfrattato chi ne aveva titolo, lascia pendenti altre istanze di sfratto e, come se non bastasse, si è inventato una sorta di bando per le assegnazioni che non ha appigli giuridici».E' quanto sostiene la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci che, in una interrogazione al sindaco, chiede soprattutto di conoscere «il perché della chiusura manifesta di fronte alle ripetute istanze dei profughi e alla loro insistenza nel ricordare all'amministrazione la particolare natura di questi appartamenti e l'immodificabilità del vincolo di destinazione».«L'amministrazione - ha spiegato la Checcucci - sfrutta l'occasione fornitagli dalla legge finanziaria per far passare come una vera e propria "innovazione legislativa" la presenza di tale vincolo immodificabile di destinazione: in realtà la legge finanziaria è intervenuta solo per sopperire a difficoltà interpretative scaturenti dalla volontà politica di non rispettare alcune prescrizioni della stessa, come l'assegnazione di tali alloggi ai profughi».«Forte di questa sua interpretazione - ha aggiunto la consigliera di Alleanza Nazionale - il Comune ha approvato un avviso per l'assegnazione degli alloggi di proprietà dello Stato realizzati, appunto, sulla base dell'apposita legge. In realtà questo avviso, per la forma e la sostanza, mira a non assegnare le case ai profughi: non ha i requisiti previsti e include, peraltro, un tetto di reddito di 13 mila euro lorde per nucleo familiare, limite che è sotto la soglia della sopravvivenza. Inoltre l'amministrazione comunale da tempo si è praticamente appropriata di questi appartamenti, requisendoli dopo averli fatti passare come "alloggi di edilizia residenziale pubblica" e assoggettadoli alle leggi ordinarie in materia».La Checcucci ritiene «necessario ed indispensabile che il Comune ritiri tale avviso e convochi un tavolo con l'agenzia del demanio affinché l'ente proprietario, cioè lo Stato, possa impartire in modo definitivo ed inequivocabile le regole da seguire nella gestione dei bandi per l'assegnazione degli alloggi ai profughi che ne hanno diritto e chiarire le sorti degli appartamenti che rimangano vuoti» e «abbandoni immediatamente tutte le iniziative promosse contro i profughi per il rilascio degli alloggi loro riservati, rimettendo allo Stato ogni decisione in merito».«Per prima cosa e per dimostrare che tale avviso non è solo un modo per lavarsi la coscienza - ha concluso l'esponente del centrodestra - il Comune deve però ritirare immediatamente le istanze di sfratto e consentire alle persone già sfrattate di rientrare nei propri appartamenti». (fn)