Banche del tempo a confronto in un convegno, Lastri: "Esperienza testimone di una società aperta, solidale e attiva"

Il tempo come patrimonio da scambiarsi su un piano di reciproca parità, ma anche come occasione per valorizzare conoscenze e competenze. Sono nate attorno a questa sfida le prime Banche del tempo a Firenze che fanno ora parte del Piano territoriale degli orari redatto dall'assessorato alla pubblica istruzione e alle politiche dei tempi e recentemente approvato dal consiglio comunale. Oggi l'esperienza di Firenze si è confrontata con quella di altre città italiane, da Varese a Roma, da Bolzano a Messina, ma anche Parma, Pisa e Trieste, e con quella di una realtà della Gran Bretagna, Chesterfield, nell'ambito del convegno che si è svolto al Palagio di Parte Guelfa. Lo scopo dell'iniziativa è stato, appunto, quello di dare spazio al confronto fra le diverse esperienze delle Banche del tempo che si sono attivate sul territorio nazionale per individuare indicazioni e modelli di sviluppo dopo vari anni di attività di queste realtà. In queste particolari "banche" si scambia il tempo, si deposita la propria disponibilità a scambiare prestazioni con gli altri partecipanti usando il tempo come unità di misura: un'ora per un'ora alla pari, indipendentemente dai servizi offerti e dal loro costo sul mercato."Le Banche del tempo sono associazioni di tipo nuovo – ha spiegato l'assessore alla pubblica istruzione e politiche dei tempi Daniela Lastri, introducendo la giornata di studio – si reggono, infatti, sul principio dello scambio e non del dono di assistenza ai ‘bisognosi' che invece è elemento caratteristico del volontariato. Per questo costituiscono una rete di società attiva, aperta e solidale nella quale oltre all'aiuto per risolvere qualche problema ci si scambia anche del tempo per farsi compagnia, per stare insieme, per coltivare interessi, per imparare saperi nuovi".A Firenze con il sostegno del Comune, attraverso l'Ufficio tempi e spazi della città, sono nate diverse esperienze: in città le Banche sono cinque nei diversi quartieri (Santa Croce, Oltrarno, Rifredi e Coverciano) e una è nata nell'ambito del progetto "Tutta mia la città" con sede presso il Centro giovani del Quartiere 3. Per garantire il consolidamento di questa esperienza e lo sviluppo di nuove è stato stipulato tra l'Amministrazione, i cinque consigli di Quartiere e le stesse Banche un protocollo d'intesa con il quale sono state definite linee comuni di azione."Propongo di promuovere il coinvolgimento delle scuole della città – ha aggiunto l'assessore Lastri – in un progetto che dia spazio all'autonomia e alle capacità dei giovani e contemporaneamente intervenga insieme ad altri strumenti per combattere l'emarginazione e la dispersione scolastica, favorendo la socializzazione".Sono state poi approfondite alcune tematiche tra cui lo scambio interetnico e multiculturale con le esperienze delle Banche del tempo di Roma a S. Miniato, la solidarietà sociale con le Banche dell'Alta Val di Cecina, lo sviluppo delle Banche nelle scuole con l'esperienza di Genova, i rapporti con l'ente locale attraverso l'esperienza del Coordinamento territoriale della Provincia di Torino."La Banca del tempo può essere un osservatorio molto significativo di nuovi bisogni – ha detto Cristina Bevilacqua, dell'Ufficio tempi e spazi - , nella Banca infatti si individuano bisogni ed opportunità che ognuno di noi percepisce ma spesso non si riesce ad esplicitare, si dà valore a saperi, si riconoscono competenze che non si sarebbero considerate spendibili in una attività lavorativa". (vp)