Terminati i lavori di restauro a Casa Lapi. Un importante e prestigioso edificio del quattrocento restituito alla cittadinanza
"Sono davvero contento e orgoglioso che l'amministrazione comunale abbia realizzato questo intervento ha sottolineato il sindaco Leonardo Domenici . Per prima cosa, abbiamo dato risposta ad una esigenza logistica, organizzativa ma soprattutto storica: le associazioni che hanno sede qui svolgono un lavoro prezioso per la memoria e la valorizzazione di un patrimonio comune, che è costitutivo della nostra identità civile e politica, del nostro essere cittadini italiani. Un lavoro prezioso soprattutto per le giovani generazioni".È il commento del sindaco Leonardo Domenici che stamani ha visitato "Casa Lapi" (ex Palazzo Coppi) in via Buonarroti, 13 un prestigioso palazzo fiorentino che in questi giorni ha visto completato l'importante intervento di restauro che ha interessato la facciata esterna decorata con graffiti (particolare tecnica decorativa del 400), il tetto e la corte tergale del Palazzo per un totale di 301.731 euro. I lavori sono iniziati nel mese di maggio dello scorso anno.L'intervento si è reso necessario per le pessime condizioni in cui si trovava l'edificio risalente alla metà del 400 e di proprietà della famiglia Fioravanti, architetti fiorentini che lo vendettero a Tommaso Lapi che le unì nell'attuale Palazzo con la facciata graffita. Secondo le notizie storiche, verso la metà del 700, il palazzo risulta essere di proprietà di Bartolomeo Corsini e nel 1834 ne è proprietario il principe Tommaso Corsini. Nel 1915 la facciata fu restaurata dal vecchio proprietario Giuseppe Redi, con il contributo del Governo e del Comune.Casa Lapi ospita la Fondazione Pertini e le Associazioni Partigiani d'Italia."Il restauro ha permesso di rimettere in luce particolari della facciata del quattrocento ha commentato l'assessore alla cultura Simone Siliani del palazzo che oggi è sede delle 13 Associazioni Partigiane e Combattentiste della città di Firenze, dell'Associazione Pertini e della Fondazione Filippo Turati che qui hanno allestito i propri uffici ma anche un importante museo con molta multimedialità dedicato al presidente Pertini. Un luogo di memoria sia più recente che del passato più antico".Per il recente passato, nel 1998 il Comune di Firenze si è interessato per un primo intervento su Casa Lapi per 250 milioni di vecchie lire; circa 130.000 euro.Nel 1999, nella relazione della Soprintendenza su Casa Lapi, si evidenziava che "lo stato generale di detto immobile appare infatti pessimo ed in particolare alcuni elementi, quali l'intonaco graffito della facciata, presentano un degrado tanto avanzato da temere l'impossibilità di un totale recupero"."Inoltre ha proseguito il sindaco questo è un altro esempio di una politica culturale che, accanto ai grandi eventi, persegue l'obiettivo del recupero e la riqualificazione degli edifici storici del centro. In Oltrarno è il caso del Carmine, della Goldonetta, di Santo Spirito, del Forte Belvedere; in questa zona l'esempio più importante è quello delle Murate, l'ex carcere che stiamo restituendo alla città e dove dovrebbe trovare sede anche il Museo della Resistenza".Commenti positivi anche da parte di Stefano Caretti presidente dell'Associazione Nazionale "Sandro Pertini", di Mario Leone presidente della Federazione Regionale Toscana Associazione Antifasciste e della Resistenza e di Maurizio Degl'Innocenti presidente della Fondazione Studi Storici "Filippo Turati". "Siamo felici dell'interessamento dell'Amministrazione Comunale per questo palazzo che rappresenta un luogo di memorie antiche ma anche recenti e il nostro impegno è di divulgare queste conoscenze e questi ricordi anche fra i giovani, per far conoscere un passato fondamentale per la storia dell'Italia: la Resistenza con alcuni dei protagonisti che l'hanno resa possibile".In particolare, i recenti lavori sono stati particolarmente provvidenziali poiché rimuovendo il manto e lo scempiato, è stata trovata nel tetto una grossa trave in legno spezzata poggiante su un muro di sopramattoni. La struttura secondaria, in parte è stata sostituita e in parte è stata spazzolata e trattata con prodotti antiparassitari.È stata inoltre regolarizzata la pendenza di una falda, sono state sostituite le docce e converse in rame ed è stato restaurato il bel sottogronda in tavolato ligneo della falda in facciata.Per i lavori nella corte tergale è stato demolito un terrazzino al secondo piano, sono stati rifatti gli intonaci, tinteggiati a calce e patinati. Il ballatoio con delle belle mensole lapidee che si sviluppa lungo 3 lati della corte, è stato restaurato e consolidato nelle sue parti fortemente degradate. Il lastrico in pietra forte che costituiva la pavimentazione della corte è stato sostituito poiché irrecuperabile. Al suo posto sono state posate lastre in pietra forte lavorate a subbia.Particolarmente importante il restauro della facciata graffita poiché poche sono le testimonianze di questa tecnica decorativa: la facciata su via Maggio di palazzo Ridolfi, le facciate del cortile del palazzo Da Uzzano-Capponi, in via de' Bardi, le facciate su via Ginori e sul cortile del palazzo Gerini, le facciate su Borgo S. Croce e sul cortile di palazzo Spinelli.La tecnica fu introdotta tra la fine del Trecento e il principio del Quattrocento e poi si diffuse rapidamente; la soluzione fu di simulare a sgraffito sull'intonaco l'opera muraria regolare a bozze squadrate aggiungendo più tardi anche ricche decorazioni (putti, festoni, scene mitologiche).Prima degli interventi eseguiti da parte del Comune, lo stato di conservazione di Casa Lapi era decisamente critico. Numerose cadute di intonaco, uno spesso strato di polveri sedimentate, lesioni e cretti. Da un primo sondaggio fu scoperto che più della metà dell'intonaco era ancora quello quattrocentesco.L'intervento di restauro del 1915 che riportò le finestre da architravate a centinate e la facciata graffita a finto bozzato, incontrò sicuramente i gusti della commissione preposta al contributo finanziario, in quanto in quegli anni la stessa commissione negò il finanziamento ad almeno altri tre palazzi storici. Il fregio graffito tuttora presente nella corte tergale è probabilmente un "campione" eseguito dall'allora restauratore per mostrare la sua capacità ricostruttiva della decorazione graffita.Cronistoria di Casa Lapi ed interventi tecnici (a cura della Direzione Cultura Servizio Tecnico Belle Arti).In attuazione del Piano Regolatore e del piano particolareggiato per il risanamento di Santa Croce, l'immobile fu espropriato nel 1940 ma trattandosi di un bene vincolato fu risparmiato dalle demolizioni di quegli anni. Dalla presa in possesso dell'edificio da parte del Comune, si sono susseguiti minuti interventi di manutenzione agli appartamenti e alle cantine ed in particolare alcuni consolidamenti statici di non rilevante importanza eseguiti a cura dell'ASL che occupò l'edificio fino ad alcuni anni fa.In occasione del trasferimento di questi uffici e in funzione della nuova destinazione alla Fondazione Pertini del 1° e 2° piano e delle Associazioni Partigiani d'Italia al piano terreno, nel 1998 furono eseguiti da parte del Servizio Belle Arti dei primi interventi di messa a norma del Palazzo e opere di finitura come i nuovi pavimenti in cotto al primo e secondo piano. In particolare per garantirne l'accessibilità ai disabili furono realizzati l'ascensore esterno e i nuovi servizi igienici ai piani.Negli interventi dal 1915 in poi fu realizzato un preconsolidamento delle parti distaccate dal supporto murario ed una prima stesura di impacchi di carbonato di ammonio per rimuovere gli spessi strati di polvere e di sporco tenace. Rimosso lo sporco, l'intonaco originale si presentava con una splendida pasta levigata grigio-chiaro, di uno spessore consistente e ben aggrappato al paramento murario e con una leggera craquelure superficiale. L'intonaco novecentesco, invece, di pasta più grossa, di un colore più bruno e soprattutto sulle parti centinate delle finestre, di spessore minimo.Splendido risultava essere il fregio del marcapiano al secondo livello, con una teoria di figure antropomorfe in atto di combattere entro racemi vegetali, sorretta da un'ancora incerta prospettiva di archetti e volte. In buone condizioni erano anche le colonnine tortili che inquadrano le finestre del secondo piano.La parte fra il piano terreno e il primo piano presentava invece il degrado maggiore. Una porta esistente ai primi del 900 era stata tamponata, la balza di stacco dal marciapiede era di malta cementizia, ma soprattutto ampie parti di intonaco sgraffito erano cadute perdendo la lettura non solo del bozzato squadrato, ma anche dei motivi architettonici che inquadrano le finestre (lesene dai capitelli ionici, timpani, etc).Successivamente al preconsolidamento e alla pulitura (che aveva richiesto più applicazioni di impacchi assorbenti), si è proceduto al consolidamento dell'intonaco originale e delle porzioni rimaste di quello del 1915. Sono state eseguite stuccature e sarciture con malte di calce e grassello. Terminata anche questa operazione si è passati all'integrazione delle lacune, optando per una integrale ricostruzione degli elementi mancanti; non solo quindi del bozzato ma anche degli elementi decorativi e architettonici. La malta impiegata per le integrazioni è stata ottenuta dalla miscela di grassello di calce e ossidi per rendere un colore in leggero sottotono rispetto all'intonaco originale. Anche per le parti decorative a rilievo, riprodotte con la tecnica dello spolvero, si è optato per una stesura di latte di calce pigmentato per le parti ricostruite, e ad una ringranatura per gli originali; il tutto cercando un effetto omogeneo d'insieme, ma sempre con sottotoni che evidenziano il nuovo dall'originale.La stesura di un protettivo finale a base di idrossido di bario che non ha alterato minimamente le tonalità cromatiche dell' apparato decorativo, ha concluso l'intervento di restauro della facciata.Come spesso accade nel restauro, in fase esecutiva possono emergere elementi nuovi e nuove problematiche non evidenziabili in fase progettuale. Il confronto di esperienze fra i tecnici del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze, i funzionari della Soprintendenza, i restauratori impegnati nel lavoro, hanno prodotto un ottimo risultato che ha permesso di riportare alla luce un pregevole esempio dell'utilizzo della tecnica decorativa a sgraffito della facciata di Casa Lapi, oggi finalmente restaurata.I lavori sono stati eseguiti dalla Direzione Cultura Servizio Tecnico Belle Arti. Dirigente, architetto Giuseppe Cini. Progettisti: architetti Marco Baldini, Daniele Gualandi. Direttore dei lavori, architetto Marco Baldini. Direttore Operativo, Daniele Gualandi. Ditte esecutrici: SIRE S.p.A. opere murarie (copertura, corte, intonaci). Daniela Valentini Restauro e conservazione opere d'arte (facciata graffita). (uc)