La Pira ricordato in Palazzo Vecchio/2. Da Pisanu a monsignor Bettazzi, Zavoli, Primicerio, Veltroni: testimonianze e ricordi sul "sindaco santo"
Con una pluralità di voci, interventi, testimonianze Firenze ha ricordato oggi nel Salone dei Cinquecento Giorgio La Pira, il "sindaco santo" di cui ricorre il centenario della nascita. Il sindaco Leonardo Domenici e il presidente del Consiglio comunale Alberto Brasca, che hanno presieduto il convegno, hanno accolto gli ospiti, dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu al vescovo emerito di Ivrea monsignor Luigi Bettazzi, dal presidente della Fondazione La Pira Mario Primicerio al sindaco di Roma Walter Veltroni, a Sergio Zavoli, fino alla platea fitta di autorità cittadine, personalità politiche, religiose e delle forze dell'ordine, oltre a molti fiorentini.Nello stesso luogo in cui La Pira ospitò in tante occasioni sindaci, intellettuali e capi di Stato per i suoi celebri convegni internazionali ne è stata ricordata la figura di uomo e di amministratore."In un momento come questo, in una Europa sanguinosamente ferita e ulteriormente minacciata dal terrorismo di matrice islamica ha detto nel suo intervento il ministro Pisanu l'eredità di Giorgio La Pira non è solo straordinariamente' attuale è molto di più, è un riferimento saldo, una strada da percorrere".Dopo il discorso del sindaco Domenici che si è concluso ricordando come "ripensare a La Pira sia l'occasione per ripensare noi stessi e la vocazione della nostra città", monsignor Bettazzi ha sottolineato due aspetti del "sindaco santo": la laicità e la non violenza attiva, visto anche il ruolo che il professore ebbe nella scrittura dell'articolo 11 ("L'Italia ripudia la guerra") della Costituzione. Il La Pira tratteggiato da monsignor Bettazzi è dunque "un esponente della laicità che combatte contro le chiusure", laddove, appunto, "laicità" significa sostenere "le proprie convinzioni senza farne delle barriere": "La Pira è stato un anticipatore di quell'apertura, intesa come segnale di autentica laicità ha sottolineato monsignor Bettazzi di cui parlerà anni dopo l'enciclica Pacem in terris. La Pira traduceva la sua fede in termini umani capaci di permettere la collaborazione e il dialogo tra gli uomini di buona volontà".Sergio Zavoli, poi, che ha incontrato Giorgio La Pira nella sua carriera di giornalista e l'ha intervistato, ricordando come "solo i sindaci santi sono capaci di anteporre i bisogni della collettività alla quadratura del bilancio", ha ribadito che "il controverso Giorgio La Pira è già nella memoria storica di questo Paese". Se, infine, Mario Primicerio ha sottolineato la capacità di La Pira di "coniugare speranza umana a speranza teologale", il sindaco Veltroni ha concluso che "la sua esperienza di amministratore e di uomo è così carica di senso e di risposte che è il clima in cui viviamo a spingerci ad avvicinarsi a lui". (vp)