Nuova legge elettorale regionale, Fittante (Per l'Ulivo): «No all'abolizione del voto di preferenza fino a quando non ci saranno altri strumenti di partecipazione»

«Il consiglio comunale ha lanciato un messaggio molto chiaro: il voto di preferenza non deve essere cancellato dalla nuova legge elettorale regionale fino a quando non si stabiliranno altri e più validi strumenti di partecipazione». E' quanto ha dichiarato Giovanni Fittante, capogruppo in Palazzo Vecchio e portavoce regionale di "Insieme per l'Ulivo in Toscana", a proposito della mozione, approvata ieri sera dall'assemblea di Palazzo Vecchio, che invita l'amministrazione «ad esprimere il proprio parere contrario all'abolizione del voto di preferenza dalla nuova legge elettorale regionale».Il documento era stato presentato, oltre che da Fittante, dal capogruppo de "DL-la Margherita" Riccardo Basosi, dal capogruppo dei Verdi Alessio Papini e dal consigliere Gianni Conti (PPI).«Con il nuovo sistema - ha rilevato Fittante - si ridurrà di molto l'opportunità di esprimersi dell'elettore che sarà posto di fronte ad una scelta secca: o ti piace il candidato unico del tuo partito, o cambi partito, oppure non voti. Se la scelta obbligata riguarda persone conosciute, sulle quali si può fare pressione perché cambino comportamenti, con le quali si può parlare e litigare tra un'elezione e l'altra, la cosa può anche funzionare. Da noi però non è così perché spesso e volentieri ci troviamo candidati paracadutati o scelti esclusivamente dalle segreterie dei partiti».«Una classe politica di dilettanti è una sciagura - ha aggiunto il capogruppo di "Insieme per l'Ulivo" - quella del politico è un' attività difficile e dura, che va imparata per gradi e con il tempo. Tuttavia, una classe politica composta solo da protagonisti veterani non va bene in una realtà come la nostra dove la società civile esprime un grande fermento di idee e di movimenti ciascuno dei quali, legittimamente, chiede di essere adeguatamente rappresentato».«La vera alternativa - ha proseguito - sono le primarie interne per la scelta dei canditati di ogni partito: un modo per far ritrovare il gusto, e il senso del dovere, della politica a molta gente che ormai sembra lo stia perdendo del tutto». (fn)