Quartiere 5: intitoliamo una strada a Maria Penna Caraviello e Mary Cox, due partigiane protagoniste della Resistenza
In occasione del 60° anniversario della Resistenza e della Liberazione della Toscana che coincide con la festa dell'8 marzo, la presidente del Quartiere 5 Stefania Collesei chiede al presidente del Consiglio Comunale Alberto Brasca, ai consiglieri comunali, ai consiglieri dei quartieri, ai membri della commissione Toponomastica, di intitolare una strada di Firenze a Maria Penna Caraviello e a Mary Cox, due donne che si sono battute per la Resistenza, che sono state fatte prigioniere dalla polizia repubblichina ed uccise all'alba del 21 giugno 1944 nella Val Terzollina, in via Capornia, sopra Careggi."Sul luogo dell'esecuzione, per ricordare quel terribile gesto ha commentato la presidente Stefania Collesei , c'è un Pegaso di bronzo ma proprio per sottolineare il valore e il sacrificio delle donne in quel periodo, propongo di dedicare una via o uno slargo alla loro memoria".Mary Cox era una professoressa di inglese che ospitava nella propria abitazione in via dei Tavolini, le riunioni dei partigiani. La sera del 19 giugno 1944, durante un incontro nel quale i partigiani progettavano la liberazione di alcuni loro compagni prigionieri all'Ospedale Militare, Mary Cox fu arrestata insieme ad altre persone, tra cui anche Rocco Caraviello, esponente dei gruppi di Azione Patriottica che fu subito ucciso nel Chiasso del Buco, vicino a Piazza della Signoria. Mary Cox, fu picchiata insieme ad altri tre partigiani e tutti furono condotti all'Hotel Savoia in attesa di essere trasferiti a "Villa Triste" la sede delle SS in via Bolognese.La mattina successiva i soldati irruppero nell'abitazione della famiglia Caraviello, lanciarono contro i quattro figli bombe a mano non innescate per spaventarli e portarono via Maria Penna Caraviello, la loro madre e moglie del partigiano Rocco, accusata di essere una staffetta partigiana. Fu condotta a "Villa Triste" per essere interrogata insieme a Bartolomeo Caraviello, cugino di Rocco.Tutti furono torturati e fucilati la mattina del 21 giugno 1944 in via Capornia, dove ora sorge un monumento che li ricorda: la testa del Pegaso in bronzo, simbolo della libertà. (uc)