Acciai, Caffaz, Malavolti e Barbaro (DS): «Iniziative dell’Anci per il “diritto all’acqua”»
Il sindaco Domenici di faccia «promotore presso l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, di iniziative per perseguire gli obbiettivi contenuti nella dichiarazione di Roma del 10 dicembre scorso “l’acqua un diritto umano universale”». E’ quanto chiede una risoluzione presentata dal capogruppo dei DS Ugo Caffaz e dai consiglieri Valter Acciai, Gregorio Malavolti e Antongiulio Barbaro.Il documento chiede al Governo «di promuovere l’inclusione del “diritto all’acqua” nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite» e di «sollecitare con urgenza l’introduzione di norme di riferimento sul diritto all’acqua nella carta costituzionale europea». (fn)Questo il testo della risoluzione:Tipologia: RisoluzioneSoggetto/i proponente/i: Valter Acciai (DS), UgoCaffaz (DS), Gregorio Maltolti (DS), Antogiulio Barbaro (DS)altri firmatari:OGGETTO: Adesione alla dichiarazione di Roma del 10 dicembre 2003: “l’acqua un diritto umano universale”IL CONSIGLIO COMUNALEConsiderato che il 10 dicembre 2003, 55° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ed a conclusione dell’anno 2003 proclamato dalla Nazioni Unite “Anno internazionale dell’acqua”, è stata organizzata in Campidoglio a Roma, da 400 personalità e delegati di organizzazioni della società civile di oltre trenta paesi del mondo, una “Giornata speciale” per la Dichiarazione dell’Acqua come Diritto Umano e che, nel corso dei lavori, è stata elaborata e approvata una dichiarazione finale che afferma l’accesso all’acqua come diritto umano imprescrittibile, universale ed indivisibile e riconosce l’acqua come “bene comune mondiale”;Considerato che tale dichiarazione, si propone di impegnare, nella campagna per l’acqua quale bene comune dell’umanità, i diversi livelli istituzionali, le realtà della società civile internazionale e i cittadini ad assumersi responsabilità di governo come di piccoli gesti quotidiani, e a sostenere azioni di solidarietà concreta e di tutela dell'ambiente per intervenire sulle principali violazioni del diritto all'acqua per tutti;Ritenuto necessario impegnarsi sia come cittadini che come istituzioni affinché i principi e gli obiettivi di lavoro proposti dalla Dichiarazione: costituzionalizzare il diritto all’acqua, considerare l’acqua come strumento di pace, liberare dalla schiavitù le portatrici d’acqua, ridurre consumi e porre fine ai prelievi devastanti, creare fondi mutualistici nelle aree aride e povere, rafforzare la democrazia locale per l’acqua, siano fatti propri dalle comunità locali, nazionali e internazionali.IL CONSIGLIO COMUNALE DI FIRENZEAderisce e si impegna a farne propri gli obiettivi alla DICHIARAZIONE DI ROMA DEL 10 DICEMBRE 2003: “dichiariamo l’acqua un diritto umano universale” qui di seguito riportata:“1. Ancora oggi vi sono al mondo più di un miliardo e quattrocento milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e 2,4 miliardi che non hanno accesso ad installazioni sanitarie adeguate, con la conseguenza che 30 mila esseri umani muoiono ogni giorno per malattie dovute all’assenza o cattiva qualità dell’acqua e dell’igiene. Eppure le Nazioni Unite avevano promosso nel 1980 “Il Decennio Mondiale dell’Acqua e dell’Igiene (1981-91) con l’obiettivo di assicurare l’accesso all’acqua per tutti nel 2000!2. La comunità internazionale (istituzionale) continua a rifiutare il riconoscimento dell’accesso all’acqua come un diritto umano, cioè un diritto universale, indivisibile ed imprescrittibile. Specie dopo la Conferenza Internazionale sull’Acqua di Dublino nel 1992, essa preferisce trattare l’accesso all’acqua come un bisogno essenziale e l’acqua come una materia prima, un bene economico, favorendo cosi le politiche orientate al mercato, alla privatizzazione della gestione dei servizi idrici ed alla mercificazione dell’acqua. Recentemente (novembre 2002), il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti Economici, Sociali e Culturali ha affermato che l’accesso ad una fornitura adeguata di acqua per uso personale e domestico costituisce un diritto umano fondamentale di ogni persona. Nel suo “Commento generale” n°15 sull’attuazione della Convenzione internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966, il Comitato precisa che “il diritto umano all’acqua è indispensabile per condurre la propria esistenza in condizioni di dignità umana. Esso costituisce un pre-requisito per la realizzazione degli altri diritti umani. Purtroppo, il “Commento Generale” non è legalmente vincolante per i 146 Stati che hanno ratificato la Convenzione internazionale. Ciò spiega perché nel marzo 2003, al 3° Foro Mondiale dell’Acqua a Kyoto, gli stessi Stati hanno invece ripetuto nella dichiarazione ministeriale conclusiva che l’accesso all’acqua è un bisogno vitale (e non un diritto) e che l’acqua deve essere considerata principalmente come un bene economico, cui si deve attribuire un valore economico secondo i prezzi di mercato che consentono il recupero del costo totale di produzione (profitto incluso). Fortunatamente in occasione del Forum di Kyoto, diverse istituzioni partecipanti hanno espresso posizioni diverse. In particolare, la Chiesa Cattolica ha sostenuto con fermezza, in un suo documento, che l’acqua è un diritto umano ed ha espresso serie riserve sui processi di gestione delegati al mercato. In questo stesso senso si è espresso anche il Sindacato Internazionale dei Servizi Pubblici.3. Già in passato, il diritto all’acqua è stato menzionato in atti o decisioni internazionali. La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, per esempio, fa riferimento all’acqua. Inoltre, la prima conferenza delle Nazioni Uniti sull’acqua a Mar del Plata nel 1977 ha stabilito che tutte le persone hanno il diritto ad avere accesso all’acqua potabile per soddisfare le loro esigenze fondamentali.La realtà è che i leaders politici, economici e tecno-scientifici dei paesi più ricchi e potenti del mondo – cosi come, spesso, le classi dirigenti dei paesi “in via di sviluppo” – hanno praticato negli ultimi venti anni delle politiche istituzionali, finanziarie, agricole, industriali e commerciali con effetti maggiori devastanti contrari alle sparute dichiarazioni di principi favorevoli al diritto umano all’acqua.4. Le prospettive non sembrano molto incoraggianti. La mercificazione dell’acqua sembra destinata a rafforzarsi. Da una diecina di anni, le analisi e le previsioni dell’ONU, della FAO, dell’UNESCO, del PNUD, della Banca Mondiale non fanno che “annunciare”:- l’aggravamento della “crisi idrica” nel mondo. Nel 2032, a 40 anni dal 1° Vertice Mondiale dell’Ambiente di Rio de Janeiro, il 60% della popolazione mondiale rischia di “ vivere” in regioni caratterizzate da scarsità idrica;- gravi problemi di approvvigionamento idrico per l’agricoltura in Cina, India e Stati Uniti. In questi paesi, le falde freatiche tendono ad abbassarsi a causa dei prelievi sproporzionatamente eccessivi operati negli ultimi cinquant’anni dall’agricoltura e dall’industria (energia inclusa);- la moltiplicazione e l’intensificazione dei conflitti intorno all’acqua per usi alternativi concorrenti tra Stati. Non si parla ormai dell’Acqua che come “oro blu” e si afferma che il XXI secolo sarà il secolo delle “guerre dell’acqua”.Si tratta di futuri possibili ma inaccettabili.5. Il 2003 è stato l’Anno Internazionale dell’Acqua. Nel momento in cui l’anno volge al termine, ci siamo riuniti – provenienti da varie Regioni del mondo –in nome unicamente della nostra qualità di cittadini perché siamo decisi a far si che quest’anno non resti un anno di celebrazioni altamente retoriche e si concluda con magrissimi impegni politici, come è successo al G-8 di Evian nel giugno scorso. I leaders del G-8 avevano annunciato che avrebbero preso degli impegni nel campo dell’acqua: si parlò di triplicare l’aiuto pubblico internazionale per l’acqua e portarlo al livello di 30 miliardi di $ annui. La delusione fu grande: il G-8 si è concluso senza nessun impegno significativo.6. Di fronte a tale stato delle cose, vogliamo reagire ed invitiamo tutti i cittadini a mobilitarsi attorno ai seguenti principi, obiettivi ed iniziative:Affermiamo che:- il riconoscimento formale del Diritto all’Acqua è un passo fondamentale per l’attuazione del Diritto alla vita per tutti;- realizzare il Diritto all’Acqua per tutti è una precondizione necessaria per ottenere lo sradicamento della povertà nel mondo;- la realizzazione del Diritto all’Acqua per tutti (e non solo per la metà di coloro che oggi non ne hanno l’accesso) entro il 2015 è economicamente possibile.Recentemente (1997), le Nazioni Unite (in particolare il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), hanno dimostrato che l’obiettivo dell’accesso all’acqua per tutti entro un periodo di 15 anni è economicamente realizzabile.Riaffermiamo che l’ostacolo principale alla realizzazione del Diritto Umano all’Acqua non risiede nell’assenza né nell’inadeguatezza delle risorse finanziarie, delle competerne, delle tecnologie. Queste esistono.Ciò che manca è la volontà politica e le scelte economiche e sociali corrispondenti.Pertanto sosteniamo che:-l’esclusione dell’acqua - 55 anni or sono -, quale diritto esplicito, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ha impedito ai cittadini di esercitare delle pressioni efficaci sui Governi ed ha determinato l’affermarsi nelle legislazioni nazionali e nelle pratiche politiche, in un contesto internazionale di crescente economicismo neo-liberale, di approcci e di modi di gestione fondati sull’acqua vista come un “bene economico”;- è urgente ed indispensabile riconoscere il carattere di “bene comune pubblico” dell’acqua e degli ecosistemi e pervenire all’esclusione dell’acqua dalla categoria dei “beni e servizi mercantili” e non solo per quanto riguarda l’utilizzo idro-potabile. Essenziale ed insostituibile anche per altre attività economiche (agricole, energetiche, industriali) di natura fondamentale per il diritto alla vita ed il vivere insieme, l’acqua deve essere considerata un bene comune pubblico anche in questo caso;- l’acqua ed i servizi idrici non devono essere l’oggetto di negoziati commerciali ma di regole mondiali che definiscono e promuovono una valorizzazione e gestione dell’acqua sostenibile come bene comune e diritto umano universale.A tal fine, ribadiamo i seguenti principi:1) L'acqua è una bene comune dell'umanità, appartenente a tutti gli organismi viventi;2) L'accesso all'acqua è un diritto umano e sociale, individuale e collettivo;3) Il finanziamento del costo necessario per garantire ad ogni essere umano l'accesso all'acqua, nella quantità e la qualità sufficienti per vivere, è della responsabilità dei poteri pubblici.Conseguentemente proponiamo:fra le tante e numerose azioni e soluzioni indispensabili che si conoscono e sono possibili, che la Giornata Speciale di Roma metta la priorità su sei obiettivi da realizzare nel corso dei prossimi 5 - 10 anni, e cioè:1° OBIETTIVO: “Costituzionalizzare ” il Diritto all’Acqua.Attraverso:- l’inclusione di tale diritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite- la sua introduzione nella Carta Costituzionale Europea e nelle Costituzioni dei vari Stati del mondo- la sua incorporazione negli statuti delle collettività comunali, provinciali e regionali od approvazione formale con delibere ad hoc.2° OBIETTIVO: trasformare l’Acqua in uno strumento di Pace.Attraverso iniziative da parte di Comuni, Province, Regioni e Stati per sancire, con ordini del giorno, delibere ed altri documenti, il ripudio dell’uso dell’acqua per fini politici o militari e come strumento di oppressione, di esclusione e di ricatto.3° OBIETTIVO: liberare le portatrici d’acqua.Garantire, entro cinque anni, il diritto all’istruzione per i 18 milioni di bambini, soprattutto di ragazze , che nel mondo non possono frequentare la scuola d’obbligo perché costretti/e a fare i/le “portatori/portatrici d’acqua” per le famiglie e per il villaggio, percorrendo parecchi chilometri al giorno.4° OBIETTIVO: poniamo fine al pompaggio ed ai consumi devastanti.Ridurre, in tutti i Paesi del mondo, entro il 2010, del 40% i prelievi e le perdite attuali in agricoltura, in industria e nelle reti di distribuzione Parimenti; ridurre, a livello di usi domestici, i consumi dell’acqua potabile per usi non potabili.I risparmi di acqua e di risorse finanziarie cosi realizzati, saranno destinate a finanziare progetti per garantire l’accesso all’acqua, per tutte le popolazioni povere, con il coinvolgimento e la partecipazione delle popolazioni locali.A questo riguardo, un ruolo importante sarà svolto dalla ripubblicizzazione della gestione delle acque minerali.5° OBIETTIVO: inventare la finanza cooperativa per l’acqua.Creare un sistema finanziario cooperativo, mutualistico mondiale, destinato a sostenere la messa in opera di un servizio pubblico mondiale dell’acqua ed interventi miranti a garantire l’accesso all’acqua potabile a livello locale, nazionale e continentale, specialmente nelle regioni semi-aride e desertiche e nelle grandi metropoli della povertà, favorendo anche le azioni di partenariato pubblico-pubblico.6° OBIETTIVO: la democrazia locale per l’acqua.Favorire a tutti i livelli locali (comuni, città, province, regioni, bacini internazionali) la costituzione di Consigli dei cittadini, con poteri effettivi, a sostegno ed in rafforzamento delle istituzioni di democrazia rappresentativa esistenti o similari, secondo le pratiche e le culture dei vari Paesi.”Conseguentemente:Chiede al GOVERNODi promuovere l’inclusione del “diritto all’acqua” nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite;Di sollecitare con urgenza l’introduzione di norme di riferimento sul diritto all’acqua nella Carta Costituzionale EuropeaChiede al SINDACODi farsi promotore presso l’Associazione dei Comuni Italiani di iniziative atte a perseguire gli obbiettivi contenuti nella dichiarazione sopra riportata, nonché ad invitare i Comuni ad approvare atti analoghi al presente.