Infibulazione, storie di donne e una ricerca sulle mutilazioni genitali femminili al convegno di stamani in Palazzo Vecchio
Storie di donne immigrate da tutta Europa che lottano contro la pratica dell'infibulazione e la mutilazione degli organi genitali. Ma anche esperienze a confronto, analisi della situazione legislativa in materia. Il punto sulla questione delle pratiche di infibulazione è stato fatto nel corso del convegno organizzato dall'associazione Nosotras in collaborazione con l'assessorato all'immigrazione del Comune"Si alla differenza, no alla sofferenza" che si è svolto oggi in Palazzo Vecchio. Un vero e proprio incontro internazionale che è stato anche occasione per presentare una ricerca curata da Nosotras e che riguarda proprio le mutilazioni genitali femminile. Al convegno sono intervenuti, oltre l'assessore all'immigrazione Marzia Monciatti, anche il presidente della regione Claudio Martini e l'assessore regionale alla sanità Enrico Rossi. "L'iniziativa di oggi, - ha sottolineato l'assessore Monciatti- è una tappa centrale, ma non conclusiva di un lavoro che l'assessorato ha condotto anche insieme a Nosotras sulla situazione delle mutilazioni rispetto alle donne immigrate sul nostro territorio. Abbiamo condotto una ricerca attraverso la raccolta di storie di vita e abbiamo notato un grande evoluzione rispetto al lavoro che stiamo facendo a Firenze".Nel corso dell'incontro di stamani hanno preso la parola anche Daniele Colombo dell'Aidos di Roma, funzionari dell'organizzazione mondiale della sanità (OMS) e tante donne. Tante di loro hanno raccontato la propria esperienza e come i vari paesi europei in cui oggi vivono hanno affrontato e stanno affrontando questo problema. Donne dalla Danimarca, dall'Olanda, dalla Norvegia, dall'Inghilterra che non vogliono più che questa pratica continui "sia che si tratti di infibulazione vera e propria sia che si tratti di sunna". Perché sempre si tratta di violazione del corpo femminile, ha detto un di loro."Ciò che vogliamo, - ha ancora sottolineato l'assessore Monciatti- è stare nella rete di associazioni di donne che lavorano da tanti anni contro le mutilazioni genitali femminili e collaborano con altre istituzioni, Regione per prima, e contribuiscono alla formazione, informazione e prevenzione di tali pratiche violente che minano l'integrità psicofisica della donna". (lb)