Lunedì è la giornata nazionale per l'affitto e la casa popolare. L'assessore Albini: "Molte iniziative in tutta Italia. Il sindaco Domenici consegnerà una lettera aperta al presidente del consiglio Berlusconi"

Un ricco calendario di iniziative per ribadire la rilevanza del problema casa e per sollecitare interventi da parte del governo e del parlamento. E' quello che accadrà lunedì 1° marzo in tutta Italia nell'ambito della giornata nazionale per l'affitto e la casa popolare promossa dall'Anci e dai sindacati Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini. L'iniziativa è stata presentata oggi dall'assessore alle politiche della casa Tea Albini che ricopre anche la carica di coordinatrice nazionale casa dell'Anci. "La giornata ha riscosso le adesioni da parte di moltissime città amministrate sia dal centrosinistra che dal centrodestra a dimostrazione si tratta di un problema non ha colore politico. Anche perché, se non si prevedono interventi, la casa rischia di diventare un terreno di grande tensione sociale". Proprio per sollecitare interventi da parte del governo e del parlamento, la consulta casa dell'Anci ha elaborato una lettera aperta con cui si evidenziano problemi e proposte per affrontare l'emergenza. "Questo documento – aggiunge l'assessore Albini – sarà consegnato lunedì dal sindaco e presidente dell'Anci Leonardo Domenici e dal primo cittadino di Roma Walter Veltroni al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e ai presidenti di Camera e Senato Pierferdinando Casini e Marcello Pera".Per quanto riguarda Firenze, sono moltissime le adesioni alla giornata arrivate all'assessore Albini. Oltre ai sindacati Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini, hanno aderito i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil e quelli dei pensionati, le tre centrali cooperative, i comuni dell'area fiorentina, il presidente della Provincia Michele Gesualdi, moltissimi consiglieri regionali e provinciali, l'assessore regionale alle politiche della casa Riccardo Conti e il presidente della commissione regionale competente in materia Sirio Bussolotti. Hanno aderito anche Casa Spa e numerosi parlamentari tra cui Guido Sacconi, Stefano Passigli, Lamberto Dini, Giovanni Bellini, Valdo Spini, Lapo Pistelli, Michele Ventura e Vannino Chiti. "E molte adesioni stanno ancora arrivando" aggiunge l'assessore Albini che poi si sofferma sulle iniziative fiorentine: "La prima parte del consiglio comunale sarà dedicata a questo tema. Leggerò l'appello che il sindaco Domenici insieme al collega Veltroni consegneranno al presidente del consiglio e ai presidenti di Camera e Senato. Sono poi previsti gli interventi degli esponenti dei gruppi consiliari e sarà approvato un ordine del giorno che sarà inviato a Berlusconi, Casini e Pera. Inoltre saranno presenti nel Salone dei Duecento anche alcuni parlamentari, rappresentati dei sindacati, alcuni sindaci dei comuni dell'area fiorentina che hanno aderito alla giornata". Sempre per lunedì alle 14.30 i sindacati hanno organizzato un presidio in piazza Signoria. "Ho presentato il documento sia al Cardinale Enio Antonelli sia al prefetto Gian Valerio Lombardi – conclude l'assessore Albini – perché penso che ambedue, nell'ultimo periodo, siano intervenuti in modo significativo su questo tema, dimostrando una grande sensibilità".Per quanto riguarda invece le altre città toscane, a Pisa è prevista una conferenza stampa di presentazione delle iniziative e un presidio con una raccolta di firme a cui parteciperanno anche il sindaco Paolo Fontanelli. A Livorno lunedì è stato convocato un consiglio comunale con conferenza stampa. (mf)IN ALLEGATO IL DOCUMENTO DELL'ANCIAl Presidente del Senato della RepubblicaSen. Marcello PeraAl Presidente della Camera dei DeputatiOn. Pierferdinando CasiniAl Presidente del Consiglio dei MinistriO. Silvio BerlusconiÈ evidente che la carenza di alloggi per famiglie con basso reddito rimane ancora oggi un problema irrisolto e con la fine dell'equo canone e dei patti in deroga, con i nuovi assetti urbanistici del territorio, con l'integrazione dei mercati, la deindustrializzazione, i fenomeni migratori, il problema sta diventando di fatto uno dei più difficili da risolvere e le politiche per la casa della Pubblica Amministrazione non sono sufficienti ad offrire risposte adeguate ai molteplici e variegati bisogni.Occorre quindi sfatare la convinzione che il problema casa sia stato risolto con le politiche abitative dei decenni scorsi o addirittura dal mercato (come a volte si tende a dichiarare) che in effetti ha prodotto un'offerta rilevante di alloggi, ma senza tenere conto che tale offerta non sempre si incontra con la domanda espressa da famiglie che hanno capacità economica assai diversa.Mentre infatti la domanda più solvibile trova risposta nel mercato, quella più debole rimane inevasa, specie nei comuni a maggior concentrazione abitativa; e se è vero come è vero che in Italia più di 2/3 dei cittadini posseggono una casa in proprietà, il rimanente terzo quasi mai sarà nelle condizioni di accedere autonomamente al libero mercato.Le giovani coppie, i nuclei familiari monoreddito, gli anziani, gli immigrati, i lavoratori precari o in mobilità, i giovani senza possibilità di certificazione del reddito, gli studenti fuori sede sono soggetti dimenticati dalle politiche del welfare e che premono alle porte delle Pubbliche Amministrazioni.Da questa prima, sommaria analisi della nuova domanda scaturisce una considerazione: si deve pensare al problema della casa non come ad una questione marginale, ma fortemente impegnativa per il "pubblico".Quotidianamente si presenta il problema dell'emergenza sfratti, che sta assumendo in molte città le caratteristiche del dramma, anche perché in questi ultimi mesi le procedure di sfratto sono da riferirsi soprattutto a quelli per morosità.Fenomeno aggravato e che tenderà ad aggravarsi ulteriormente in virtù dell'incertezza e della progressiva riduzione del contributo a sostegno della locazione (L. 431/98 Art. 11) che doveva essere uno dei cardini della riforma e che di fatto doveva garantire il rinnovo dei contratti di locazione.A partire dal 30/6/2004 si ripresenterà il problema di sostituire la proroga per categorie deboli con un'altra proroga, non avendo individuato nessun percorso alternativo.In aggiunta in questi ultimi due anni la cartolarizzazione dei patrimoni dei grandi enti pubblici (INPDAP, INPS, INPDAI, INAIL ecc.) e le alienazioni immobiliari di grandi compagnie assicurative, quali ad esempio INA, Fondiaria, Generali e gli Istituti di Credito hanno portato ad una pesante contrazione di offerte alloggiative in affitto e al venir meno di risorse significative per categorie di cittadini con redditi medio-bassi.Se a tutto questo aggiungiamo la scomparsa di ogni e qualsiasi finanziamento per l'edilizia sociale anche in prospettiva, il problema alloggiativo rimane fra quelli più gravi del nostro Paese rispetto a quelli europei.Su questi punti, che trovarono già nel Febbraio 2003 l'accordo fra i Sindacati degli Inquilini, le Associazioni dei Proprietari, le Confederazioni Sindacali e l'ANCI e che si estrinsecò nella firma di un documento congiunto in data 24.02.2003, ora occorre aprire il confronto con il Governo richiamandolo alle proprie responsabilità per approntare solerti soluzioni che in estrema sintesi si possono riassumere in:a) Confermare quanto il governo si è già impegnato a garantire finanziamenti adeguati a sostenere la crescente domanda di contribuzione integrativa all'affitto: in sostanza portare l'importo del fondo nazionale per il contributo a sostegno della locazione (L. 431/98 Art. 11) ad almeno 500 milioni di Euro/annuo.b) Ottenere per i Comuni in condizioni drammatiche di emergenza abitativa (condizione aggravata dai flussi di immigrazione povera e irregolare) interventi straordinari in tema di politica emergenziale della casa e dell'assistenza alloggiativa, che consentano alle Amministrazioni di avere fondi per procedure e strumenti adeguati ad interventi di politica abitativa innovativa (case alloggio transitorie, riuso di immobili dell'amministrazione militare inutilizzati, case degli Enti) e nuove soluzioni per garantire a tutti l'accesso al diritto alla casa.c) Certezza di finanziamento per l'edilizia residenziale pubblica in sostituzione dei fondi gescal, ormai esauriti per consentire alle Regioni adeguate politiche abitative da concordare con i Comuni.d) Ottenere forme di incentivi ed agevolazioni fiscali e finanziarie per sostenere l'intervento degli investitori e delle realtà imprenditoriali: in particolare ottenere che per almeno i prossimi 10 anni ci sia una defiscalizzazione totale per coloro che affittano il proprio appartamento a canone concordato.e) Determinare forti incentivazioni fiscali per gli imprenditori che realizzano programmi abitativi destinati all'affitto a canone concordato.f) Tutele per gli inquilini delle grandi proprietà immobiliari e degli Enti pubblici privatizzati.g) Rispetto agli appartamenti in vendita degli Enti Previdenziali Pubblici promuovere un provvedimento legislativo con i seguenti contenuti:1. Qualora non fossero stati optati dagli inquilini per ragioni di condizioni economiche insufficienti o per età avanzata rimangano negli Enti e si continui a garantire l'affitto ai nuclei familiari; in subordine conseguire quanto già il Governo si era impegnato a fare e ciò garantire una proroga dei tempi di permanenza già previsti dalla legge;2. Prevedere altre possibili soluzioni per garantire il diritto all'alloggio agli inquilini in difficoltà ad acquistare, nei Comuni nei quali il patrimonio degli enti previdenziali concorreva, in maniera determinante, alla quota di abitazioni in affitto;3. Promuovere un provvedimento legislativo per gli appartamenti liberi, di proprietà degli enti previdenziali, in vendita o invenduti, affinché sia confermata la vendita diretta ai Comuni,attraverso l'utilizzo di risorse proprie o in subordine quelli provenienti da residui di ERP o della Legge 560/93, a condizioni agevolate con lo sconto del 38%, già previsto per acquisti in blocco, destinando tali abitazioni all'emergenza abitativa;4. Promuovere un provvedimento per consentire l'utilizzo di parte del patrimonio non abitativo in dismissione degli Enti Previdenziali e del Demanio, per ampliare l'offerta alloggiativa dei Comuni, oltre che per sperimentare forme di residenzialità temporanea per studenti, lavoratori in mobilità, a immigrati, cittadini in mancanza temporanea di alloggio ecc.;5. Aprire il conf ronto con le Regioni ed i Comuni con la partecipazione convinta alla Conferenza Nazionale sulla Casa.Consulta Casa dell'Associazione Nazionale Comuni ItalianiSunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini1 marzo 2004