"Se la scuola incontra il mondo": il sindaco Domenici e l'assessore Lastri aprono i lavori del convegno nazionale. Sei temi base per discutere e oltre 500 delegati da tutta Italia
Firenze città aperta, capace di accettare la sfida dell'intercultura: si è aperto stamani con questa scommessa il convegno nazionale, organizzato dall'assessorato alla pubblica istruzione e dall'Anci Toscana, "Se la scuola incontra il mondo" che al Convitto della Calza (piazza della Calza 6) riunisce per tre giorni, fino al 27 febbraio, pedagogisti, sociologi, giuristi, studiosi di storia delle religioni, docenti universitari, linguisti, educatori, operatori e rappresentanti dei centri interculturali di tutta Italia. Oltre 500 i delegati iscritti ai seminari che abbracceranno tutta la giornata di domani, con sedi diverse (per il programma vedi la homepage della rete civica, www.comune.fi.it, cliccando sul logo del convegno). Il dibattito ruoterà attorno a sei temi base: lingua italiana e lingua di origine, la storia e le altre storie, accoglienza e mediazione, regole e diritti, religione e religioni, lettura e intercultura.Il convegno è stato aperto stamani dal sindaco Leonardo Domenici e dall'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri, che hanno ricordato il ruolo cardine di Firenze nel rispetto delle differenti culture e nell'accoglienza degli studenti stranieri. Un primato della città che con una percentuale del 10,13%, 2.138 bambini, di alunni stranieri nelle proprie classi, è ben al di sopra della media nazionale, intorno al 6%, e quindi si è subito configurata come sede ideale per questo convegno."Firenze come città dell'accoglienza e della pace ha accettato da tempo la sfida dell'intercultura ha sottolineato il sindaco Domenici - conquistando il record, di cui sono orgoglioso, di avere tre centri di alfabetizzazione che ormai da due anni e mezzo lavorano per aiutare gli alunni stranieri a imparare l'italiano e al tempo stesso ad approfondire la conoscenza della loro lingua di origine. Questo significa fare crescere l'inclusione in città dei bambini e delle famiglie che arrivano dall'estero". I centri di alfabetizzazione che riuniscono diverse competenze, dal docente bilingue al mediatore culturale, che svolge una fondamentale funzione di "ponte" tra la cultura di provenienza del bambino e quella del paese che lo ospita, sono stati finanziati dall'Amministrazione comunale. A questo proposito Domenici ha insistito su "quanto sia necessario non impoverire il sistema pubblico dell'istruzione e l'offerta delle possibilità formative".E' stato, invece, l'assessore Lastri a ribadire lo stretto rapporto esistente in città tra la scuola e il territorio, grazie al quale, davanti al numero sempre maggiore di studenti stranieri nelle scuole, "si sono potute unire le competenze e mettere in rete le esperienze maturate". "Siamo impegnati da anni nella necessità di sviluppare politiche integrate ha detto Lastri a sostegno del diritto allo studio degli alunni stranieri in rapporto alla costruzione di legami e competenze sul territorio. In questo senso sono state costruite realtà come i centri di alfabetizzazione, azioni e servizi nei quali la diversità linguistica e culturale è elemento di trasformazione positiva della società e di costruzione di nuove competenze per gli insegnanti e i loro alunni". (vp)