«Ritiro immediato delle truppe italiane dall'Iraq», approvata dal consiglio comunale la risoluzione dei Comunisti Italiani

Una risoluzione che chiede «al Governo l'immediato rientro dei militari italiani in Iraq» è stata approvata dal consiglio comunale con 9 voti favorevoli, 15 astenuti e tre contrari. Il documento era stato presentato dai consiglieri del gruppo dei Comunisti Italiani, Nicola Rotondaro, Lorenzo Marzullo e Luca Pettini ed era stato firmato, in seguito, anche da Monica Sgherri (Rifondazione) e Alessio Papini (Verdi).Nella mozione si esprime «profondo cordoglio per le vittime militari e civili, sia italiane che irachene, dell'attentato al comando delle forze armate a Nasiriyah» e il coinvolgimento «nello strazio delle famiglie che, da questo tragico evento, sono state private della vita e dell'affetto di figli, padri e mariti».«La presenza dei nostri militari - proseguono i Comunisti Italiani - indipendentemente dalla sensibilità umanitaria che i nostri concittadini hanno manifestato e manifestano, è percepita dal popolo iracheno come quella di truppe occupanti al seguito e sotto il comando di quelle angloamericane che hanno invaso il loro paese». Per questo si ritiene che «il processo di costruzione di un nuovo ordinamento democratico in Iraq debba fondarsi sul principio dell'autodeterminazione dei popoli senza alcuna interferenza o condizionamento di potenze straniere e che pertanto solo l'ONU possa svolgere un ruolo di garante di tale processo».La mozione chiede «l'immediato rientro dei militari italiani in Iraq sia per scongiurare altre possibili tragedie, sia come appoggio al crescente dissenso tra i cittadini degli Stati Uniti d'America contro l'aggressiva politica estera del Governo Bush».«Ci avevano chiesto a più riprese di ritirare questa mozione che chiedeva con chiarezza il ritiro delle nostre truppe dall'Iraq - hanno sottolineato Rotondaro, Marzullo e Pettini - e di sostituirla con formule vaghe e più edulcorate ma noi abbiamo tenuto duro perché ritenevamo di rappresentare quei milioni di cittadini che in questi mesi si sono mobilitati contro la guerra. Di fronte alla nostra posizione chiara, che abbiamo sostenuto insieme a Verdi, Rifondazione e ad un parte della Margherita, anche i DS fiorentini, ai quali sono evidentemente arrivati quei fax degli elettori di sinistra che non sono invece arrivati al capogruppo in Senato Angius, non hanno potuto votare contro, come all'inizio avevano annunciato, e si sono così astenuti. In questo modo Firenze, città operatrice di pace, si presenta con una posizione chiara e comprensibile contro la guerra». (fn)Questo il testo della risoluzione:Risoluzione n. 540/03 approvata dal Consiglio comunalenella seduta del 23 febbraio 2004"Per chiedere al Governo l'immediato rientro dei militari italiani in Iraq"IL CONSIGLIO COMUNALERibadisce il profondo cordoglio per le vittime militari e civili, sia italiane che irachene, dell'attentato al Comando delle nostre forze armate a Nasiriya;E' coinvolto nello strazio delle famiglie che, da questo tragico evento, sono state private della vita e dell'affetto di figli, padri e mariti;Constatata come la presenza dei nostri militari, indipendentemente dalla sensibilità umanitaria che i nostri concittadini hanno manifestato e manifestano, sia percepita dal popolo iracheno come quella di truppe occupanti al seguito e sotto il comando di quelle angloamericane che hanno invaso il loro Paese;Ritiene che il processo di costruzione di un nuovo ordinamento democratico in Iraq debba fondarsi sul principio dell'autodeterminazione dei popoli senza alcuna interferenza o condizionamento di potenze straniere e che pertanto solo l'ONU possa svolgere un ruolo di garante di tale processo;Considerato il crescente dissenso tra i cittadini degli Stati Uniti d'America contro l'aggressiva politica estera del Governo BushCHIEDE· l'immediato rientro dei militari italiani in Iraq per scongiurare altre possibili tragedie, e per consentire così l'avvio di un processo costituente, gestito da popolo iracheno e garantito dall'ONU, anche con l'invio di caschi blu come forza di pace di nazioni che non abbiano partecipato alla guerra in Iraq;· che l'Unione Europea si impegni a svolgere finalmente un ruolo di autentica pacificazione in tutta la Regione Mediorientale.Palazzo Vecchio, 23 febbraio 2004