Convegno sugli alloggi da affittare a canone concordato, il sindaco Domenici: "Riportare il tema della casa al centro di una politica nazionale seria e adeguata"
"Riportare il tema della casa al centro di una politica nazionale seria, efficace, adeguata, all'altezza dei problemi che stiamo vivendo, con un'articolazione non solo in sede locale, ma anche in sede regionale". Con queste parole il sindaco Leonardo Domenici ha iniziato il suo intervento di saluto al convegno "Piani urbanistici e affitto concordato. Lo sviluppo del mercato sociale dell'affitto. Il caso Firenze" che si è svolto questa mattina nel Salone de' Dugento di Palazzo Vecchio."In questo seminario ha spiegato il sindaco Domenici sono messe a confronto le esperienze di alcune città, fra cui quella specifica e particolare di Firenze, con la strumentazione urbanistica che ci siamo dati, per riservare una quota del 20% del nuovo edificato all'affitto calmierato. Ma il punto non è Firenze. L'emergenza riguarda l'intero Paese. Quindi si tratta di mettere a punto un'analisi più efficace, in grado di registrare i problemi e le contraddizioni che oggi viviamo e portare avanti una rinnovata politica nazionale per la casa. Non pare per ora che, a partire dalla stesso Dpef, questo punto essenziale per la vita sociale e civile del nostro paese, venga recepito come dovrebbe".Il sindaco ha insistito sul tema dell'emergenza casa ricordando come nei mesi scorsi siano state promosse manifestazioni e iniziative per rendere evidente il problema. "E' fondamentale mettere a punto programmi, proposte, idee nuove. E dobbiamo farlo dall'esperienza diretta che vivono i Comuni. Non solo quindi un'azione di rivendicazione e protesta, ma anche di elaborazione programmatica, per impostare un'azione di governo dal livello locale fino ovviamente a quello nazionale. Perché non è possibile che problemi come l'emergenza casa e l'emergenza sfratti si possano affrontare da soli. E' impossibile impostare una politica innovativa mancando strumenti di regolazione e di programmazione in sede regionale, strumenti legislativi e risorse finanziarie a livello nazionale".L'assessore all'urbanistica Gianni Biagi ha poi illustrato l'obiettivo del provvedimento fiorentino che è stato varato nello stesso periodo di una norma simile approvata dal Comune di Roma. "Con questa disposizione vogliamo creare una riserva di alloggi a canone concordato con cui dare una risposta a chi supera il reddito di rientrare nella graduatoria degli alloggi Erp, ma non è in grado di pagare un canone di mercato. In concreto abbiamo introdotto la norma che prevede l'obbligo per chi realizza nuove edificazioni o recuperi con demolizione e ricostruzione superiori a 2mila metri quadrati di destinare almeno il 20% della metratura ad alloggi per l'affitto convenzionato. E numeri alla mano, su 5mila alloggi previsti nei prossimi anni dal Piano Strutturale, circa un migliaio saranno destinati all'affitto convenzionato".Su questo aspetto si è soffermato anche il presidente della commissione urbanistica Alberto Formigli. "La norma del Piano strutturale fiorentino è un primo ma importante passo avanti che da un lato rappresenta una risposta al bisogno sociale del mercato, dall'altro stabilisce nuove regole tra gli attori della società e il mercato immobiliare. L'obiettivo del Comune è proprio quello di porre la questione abitativa al centro delle dinamiche per la risoluzione dei problemi immobiliari emergenti".L'assessore Biagi ha chiuso il convegno, cui hanno partecipato gli assessori all'urbanistica dei comuni di Bergamo (Roberto Trussardi) e di Roma (Roberto Morassut), il vicepresidente della Legacoop Toscana Stefano Bassi, Domenico La Penta di Confindustria e i segretari nazionali del Sunia Luigi Pallotta, del Sicet Ferruccio Rossini e dell'Uniat Roberto Scorpioni, ribadendo l'utilità di "aprire, insieme all'Anci, un dibattito a livello nazione che coinvolga le diverse città. Dovrebbe essere una riflessione su come dare sostanza normativa a questi principi e su come riuscire a incidere nelle azioni del governo attuale e soprattutto in quello futuro in modo tale che l'emergenza casa sia affrontata in modo strutturale e non solo con provvedimenti di emergenza". (mf)