Il sindaco Domenici a Montecitorio: "Un consiglio delle autonomie locali in ciascuna regione"
Istituire in ciascuna regione il consiglio regionale delle autonomie locali. E' questo uno dei temi trattati dal sindaco Leonardo Domenici, nel corso del suo intervento in qualità di presidente nazionale dell'Anci all'assemblea degli eletti nelle assemblee regionali e nelle province autonome di oggi a Montecitorio. "L'istituzione del consiglio regionale delle autonomie locali in ciascuna regione è un obiettivo prioritario per colmare quella lacuna di rappresentatività e di rapporto fra i Comuni e tutto il sistema degli enti locali e le regioni".Il sindaco Domenici aveva iniziato il suo intervento ricordando come tre anni orsono proprio l'aula di Montecitorio aveva ospitato le celebrazioni per il centenario dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani sempre alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Una giornata iniziata con un episodio curioso: per salutare l'arrivo del presidente Ciampi tutti i relatori avevano abbandonato gli scranni loro destinati. Al ritorno il sindaco Domenici ha avuto la sorpresa di non ritrovare gli appunti per il suo intervento. Quindi ha dovuto nuovamente rielaborare il suo discorso affidandosi alla sua memoria."Credo ha dichiarato il sindaco Domenici che questa possa essere un'occasione per riflettere sullo stato di salute delle nostre istituzioni. Tanto più ora che nuove sfide si prospettano davanti a noi, a cominciare dalla lotta al terrorismo. Ciascuno di noi è chiamato a una forte capacità di mobilitazione. Non spetta a me fare un'analisi sullo stato delle nostre istituzioni. Voglio però soffermarmi su un punto che già nelle parole dei presidenti della Camera e del Senato e della discussione che ha aperto questa assemblea, è emerso con particolare chiarezza. Ci troviamo in una situazione di particolare tensione e conflittualità fra i vari livelli istituzionali. Non tanto fra le assemblee elettive e gli esecutivi, ma proprio fra i diversi livelli istituzionali. Se invece di avere una sana e naturale dialettica basata sul principio della leale collaborazione, fondamentale per il funzionamento della nostra Carta Costituzionale, abbiamo un eccesso di tensioni e di conflitti, allora il risultato è un indebolimento complessivo del nostro sistema istituzionale in un momento particolarmente difficile come questo".Il sindaco Domenici si è soffermato poi sulla questione delle riforme costituzionali. "La riforma del 2001 non risolveva alcuni problemi fino in fondo e lasciava dei nodi da sciogliere. Ne richiamo uno in particolare: l'innesto nel circuito della produzione legislativa centrale e nazionale del sistema delle autonomie locali. Dobbiamo riflettere se la risposta che sta emergendo col processo di riforma adesso all'attenzione del Parlamento risolva efficacemente la questione. Se in qualche modo non rimanga aperto il problema della rappresentanza e della rappresentatività del sistema delle autonomie locali nel nuovo Parlamento che viene proposto. E se invece non si vada nella direzione di un meccanismo ancor più conflittuale e ancor più farraginoso dell'attuale. Ecco perché, io credo, che al di là delle appartenenze di schieramento politico, sarebbe necessario riprendere un confronto sui contenuti di questa proposta specifica proprio perché la riforma in atto si propone di trattare quei nodi irrisolti delle riforma del titolo V"."Credo che oggi che questo clima di confusione istituzionale determini un federalismo nominale e un centralismo effettivo ha aggiunto il sindaco Domenici . Non vorrei che però questo processo di riforma si traduca in una tendenza alla duplicazione delle funzioni fra i vari livelli istituzionali".Il sindaco Domenici ha concluso il suo intervento richiamando la necessità di una leale collaborazione fra le diverse istituzioni. "Il presidente Casini ha parlato di un nuovo patto: concordo. Ma vorrei ricordare che solennemente noi un patto lo avevamo già sottoscritto nel giugno 2002, proprio a partire dal principio della leale collaborazione interistituzionale. Non possiamo dire, purtroppo, che quel patto abbia funzionato. E allora partiamo da qui per tentare di rilanciare la cooperazione e collaborazione. Abbiamo bisogno di far funzionare meglio le sedi della concertazione istituzionale a cominciare dalla conferenza unificata. Ma questo significa da parte di tutti, maggior capacità di ascolto e soprattutto dalle istanze che vengono dal sistema delle autonomie. Quindi no alla logica delle decisioni unilaterale, sì alla logica della corresponsabilizzazione in una fase in cui ognuno di noi debba accettare di fare la sua parte, ma sulla base di un confronto approfondito che riesca a valorizzare e non a deprimere le stesse esperienze dello sviluppo locale". (fd)