Mobilità, Stella (FI): «Pur di non approvare le proposte del centrodestra questa maggioranza boccia anche le proposte ragionevoli»

«Pur di non approvare le proposte del centrodestra questa maggioranza boccia anche le proposte ragionevoli». Così il consigliere di Forza Italia Marco Stella commenta la mancata approvazione, nelle seduta di oggi pomeriggio del consiglio comunale, di tre ordini del giorno.«Appellandomi al buon senso e per tutelare residenti del centro storico e commercianti – ha spiegato Stella – chiedevo di prolungare fino al 31 dicembre il provvedimento che prevede l'apertura della zona a traffico limitato alle 15.30 nel sabato pomeriggio, di anticipare l'orario di apertura della zona a traffico limitato alle 18.30 e di posticipare l'inizio della ztl notturna alle 23.30».«L'amministrazione - ha sottolineato il consigliere di Forza Italia – sembra non aver capito che l'alta concentrazione delle polveri inquinanti è dovuta, oltre ai motorini non catalizzati, ai mezzi diesel da carico e da trasporto, ai bus, ai tir, ai vari cantieri aperti in città oltre che al riscaldamento nel periodo invernale. Senza dimenticare che secondo i ricercatori che compongono la task force dell' "Istituto senza fumo" dell'istituto nazionale dei tumori, il fumo di una sola sigaretta, in un locale dove è consentito fumare, porta il livello di polveri sottili a concentrazioni superiori a 500 microgrammi per metro cubo per oltre 30 minuti, quando la soglia di cosiddetta "attenzione" nell'atmosfera è di solo 50 microgrammi per metro cubo. Per quanto riguarda le targhe alterne siamo i primi a dire che tali provvedimenti devono essere adottati per tutelare la salute pubblica di tutti i cittadini. Ma occorre stabilire dei criteri di azione univoci e precisi».«Il Comune non può né dimenticare né sottovalutare la crisi che investe la nostra economia ed in particolare il commercio – ha concluso Stella – e per questo motivo si rendono necessari provvedimenti che contribuiscano al rilancio delle attività economiche. Su questo fronte, però, la battaglia che ormai da tempo conduciamo non può bastare: a questo punto le associazioni di categoria devono far sentire la propria voce e tutelare i loro iscritti». (fn)