Piano strutturale, Alleanza Nazionale presenta le sue proposte
Un "contropiano" di nove punti. «Nove buone ragioni" secondo gli esponenti di Alleanza Nazionale per «dire no al piano strutturale voluto dall'amministrazione di centrosinistra». E' stato presentato questa mattina a Palazzo Vecchio dal capogruppo Riccardo Sarra, dal vicecapogruppo Jacopo Cellai, dal consigliere Stefano Alessandri, dai consiglieri provinciali Nicola Nascosti e Giuseppe Massai, dai consiglieri di quartiere Paolo Poli, Vito Poma, Chiara Moretti, Alessandro Delfino e Giancarlo Calderoni.«L'elemento caratterizzante del piano strutturale hanno sottolineato è la saturazione di ogni spazio comunque libero della città ai fini edilizi con assoluta predominanza degli usi residenziali. Per quanto riguarda le aree da recuperare o esistenti non è possibile, su tredici zone sulle 23 in cui è divisa la città, frazionare alloggi troppi grandi, recuperare nuovi appartamenti da edifici da ristrutturare e trasformare uffici in residenze».Nel documento di Alleanza Nazionale si mette anzitutto in evidenza l'impatto che certi progetti potranno avere sul patrimonio della città: «Gli interventi al parco delle Cascine è stato fatto notare che riguardano tranvia, collegamento con via Pistoiese e la costruzione di appartamenti all'area dell'ex Stazione Leopolda non sono sopportabili dal "polmone verde" di Firenze che rischia il degrado irreversibile».«Quanto all'aeroporto hanno rilevato è ormai noto che lo scalo presenta due tipi diversi di carenze. Una è la lunghezza della pista di decollo, che ha limiti geometrici evidenti. L'altra è nel livello di servizi di corredo dell'infrastruttura. Si deve prevedere di allungare per quanto possibile la pista, ma ci si deve preoccupare soprattutto di alzare il livello dei servizi. Non si capisce, ad esempio, perché a questo punto si indugi a realizzare la pista di rullaggio, che consentirebbe un aumento notevole dell'efficienza globale dell'infrastruttura, con tutta la ricaduta possibile per l'economia e l'occupazione che ne conseguirebbe».«La città hanno aggiunto - ha bisogno di recuperare il suo ruolo di capoluogo di Regione. Nella piana di Castello, dovranno trovare la loro nuova localizzazione sia gli uffici della Regione Toscana sia un nuovo polo espositivo, che abbia, finalmente, i servizi di accesso adeguati alla sua importanza. Ciò trova una simbiosi tecnica se tale potenziamento dei servizi si associ al potenziamento dei servizi dell'aeroporto».Il "contropiano" di AN parla anche del complesso di S.Orsola («potrebbe trovare una sistemazione definitiva sia commerciale che residenziale, realizzando lì le residenze, previste a Porta a Prato, per gli appartenenti alla Polizia. Con ciò si rivitalizzerebbe il centro della città»), della stazione per l'Alta Velocità («l'intervento di Castello rende assolutamente inconcepibile una fermata ai Macelli), della Fortezza Da Basso («inadatta per definizione ad una funzione espositiva potrebbe essere destinata ad usi pubblici adatti e produttivi quale, per esempio, una destinazione museale»), l'ex Manifattura Tabacchi («Firenze espone un quantitativo ben ridotto delle opere da esporre, questa struttura potrebbe benissimo essere un luogo da deputarsi a tal scopo») e del cosiddetto "Tubone" («il collegamento a nord della città è un'opera sulla cui necessità è superfluo dire. ma a patto che prima, o al massimo in contemporanea, si attivi il collegamento Incisa Sasso Marconi».Infine l'edilizia residenziale: «Il centro della città hanno concluso - una volta alleggerito delle funzioni direzionali, potrebbe riacquistare la sua funzione storica di edilizia residenziale, con i servizi conseguenti: ad esempio, presenza della piccola e media distribuzione. Ciò costituirebbe già di per sé un effetto calmierante sulla tensione abitativa, che potrebbe essere ulteriormente migliorata attraverso un sistema di finanziamento agevolato e di incentivazione fiscale e utilizzando gli specifici strumenti previsti dalla "legge-obiettivo"». (fn)Questo il testo del documento:«1. LA SATURAZIONE DELLA CITTA' COME ELEMENTO CARATTERIZZANTE DEL PIANO STRUTTURALE PRESENTATO DALLA GIUNTA COMUNALE DI FIRENZEIl piano strutturale presentato dalla Giunta è caratterizzato dalla saturazione di ogni spazio della città ai fini edilizi con assoluta predominanza degli usi residenziali. Fermo restando che l'uso residenziale va tenuto nel conto, importante, che gli compete, la soluzione prospettata nel piano strutturale lascia forti perplessità: aumentare la densità abitativa senza prevedere adeguate infrastrutture, significa aumentare i problemi della mobilità e dell'ambiente. E' possibile invece una soluzione diversa che scaturisce dalle considerazioni che qui di seguito si sviluppano.2. L'ANNIENTAMENTO DEL PARCO DELLE CASCINE E LA DESTINAZIONE DELL'AREA DI PORTA A PRATOIl parco delle cascine viene interessato dai seguenti interventi:a. la tramviab. il collegamento stradale con la via Pistoiesec. l'intervento di edilizia abitativa e del terziario nell'area ex LeopoldaIl primo modifica l'habitat della flora, il secondo è un palliativo che non risolve nessun problema e che concentra il problema della congestione del nodo di Porta a Prato, per il quale non è ancora noto nei dettagli, tra l'altro, l'impatto definitivo della realizzazione della tramvia. Il terzo costituisce uno degli esempi della saturazione degli spazi. Il secondo ed il terzo, tra loro combinati, determinano un impatto ambientale che non è sopportabile dal Parco. Anzi ne segnerà il degrado irreversibile.L'area di Porta a Prato deve essere utilizzata per destinazioni di servizio pubblico, con il vincolo di conservare e non aumentare le volumetrie esistenti, da ristrutturare certamente negli interni, ma in modo da mantenere il loro inserimento ambientale storico.In quest'ottica, si deve tenere conto dell'impegno assunto dal Comune di realizzare un auditorium nell'area della Caserma della Finanza in via Valfonda.Ciò si accompagnerebbe al trasferimento nella sede attuale alle Cascine della facoltà d'Agraria, che a sua volta si trasferirebbe nel Polo Scientifico dell'Università.Di riflesso, il complesso di S.Orsola potrebbe trovare una sistemazione definitiva sia commerciale che residenziale, realizzando lì le residenze, previste a Porta a Prato, per gli appartenenti alla Polizia. Con ciò si rivitalizzerebbe il Centro della città.3. L'AEREOPORTOL'aereoporto presenta due tipi diversi di carenze. Una è la lunghezza della pista di decollo, che ha limiti geometrici evidenti. L'altra è nel livello di servizi di corredo dell'infrastruttura. Si preveda di allungare per quanto possibile la pista, ma ci si preoccupi soprattutto di alzare il livello dei servizi. Non si capisce, ad esempio, perché a questo punto si indugi a realizzare la pista di rullaggio, che consentirebbe un aumento notevole dell'efficienza globale dell'infrastruttura, con tutta la ricaduta possibile per l'economia e l'occupazione che ne conseguirebbe.4. L'UTILIZZO INNOVATIVO DELL'INTERVENTO DI CASTELLOLa città ha bisogno di recuperare il suo ruolo di capoluogo di Regione. Orbene, nella piana di Castello, dovranno trovare la loro nuova localizzazione sia gli uffici della Regione sia un nuovo polo espositivo, che abbia, finalmente, i servizi di accesso adeguati alla sua importanza, da recuperare. Ciò trova una simbiosi tecnica se tale potenziamento dei servizi si associ al potenziamento dei servizi dell'aereoporto.5. UNA STAZIONE E NON UNA FERMATA PER L'ALTA VELOCITA' A FIRENZEE' evidente che l'intervento di Castello, dove vi sia ciò che è attualmente è previsto, o dove vi sia ciò che noi proponiamo, rende assolutamente inconcepibile una fermata dell'AV ai Macelli.Si osservi che attualmente quello che si prevede di realizzare non è una stazione ma una fermata. La differenza non è puramente nominalistica, ma è sostanziale. Infatti, con la fermata, RFI deve prevedere, per la normale manutenzione, comunque un attraversamento alternativo, che è necessariamente in superficie, della città.Ciò osservato, appare naturale la scelta di realizzare una stazione (e non una semplice fermata) per l'AV a Castello.Castello allora diverrebbe il centro direzionale della città ed il nodo delle vie di comunicazione, senza andare a gravare sulla mobilità cittadina attuale. Allora sì che i viali del Poggi riacquisterebbero la loro funzione originaria.Un dato a margine di questo discorso, ma per nulla marginale. Per realizzare l'interramento, la fermata, lo scavalco, si prevede di spendere 2 mld di euro (4.000 mld di lire). Con questa cifra è possibile rinnovare, compreso il materiale rotabile, tutto il trasporto ferroviario regionale. Tanto per dare un ordine di grandezza della insensatezza della scelta del percorso interrato.6. LA FORTEZZA DA BASSOLa Fortezza da Basso, inadatta per definizione ad una funzione espositiva (una fortezza è tale perché è difficile entrarvi, mentre esporre implica una facilità estrema d'accesso), potrebbe essere destinata ad usi pubblici adatti e produttivi quale, per esempio, una destinazione museale. Vista l'infelice storia dell'area ex Galileo dove il Museo d'Arte Contemporanea ancora non c'è ( ma se ci fosse dovremmo sperare nel suo insuccesso perché nulla è stato previsto per accedervi), questa destinazione potrebbe essere una delle possibili.7. L'EX MANIFATTURA TABACCHINon dimentichiamo che Firenze espone un quantitativo ben ridotto delle opere da esporre. La struttura dell'ex Manifattura potrebbe benissimo essere un luogo da deputarsi a tal fine.8. L'EDILIZIA RESIDENZIALEIl Centro della città, una volta alleggerito delle funzioni direzionali, potrebbe riacquistare la sua funzione storica di edilizia residenziale, con i servizi conseguenti (ad esempio, presenza della piccola e media distribuzione). Ciò costituirebbe già di per sé un effetto calmierante sulla tensione abitativa, che potrebbe essere ulteriormente migliorata attraverso un sistema di finanziamento agevolato e di incentivazione fiscale.9. IL COLLEGAMENTO A NORD DELLA CITTA' (IL COSI' DETTO TUBONE)Il collegamento a Nord della città è un'opera sulla cui necessità è superfluo dire. Ma come si può ben leggere tra le righe del comunicato stampa del 6 giugno, la stessa Giunta è consapevole che questo collegamento rischia di essere di poco vantaggio alla città se su di essa non verrà drasticamente ridotta la pressione esterna del traffico.Quindi sì al tubane, ma a patto che prima (o al massimo in contemporanea) si attivi il collegamento Incisa Sasso Marconi.Sulla delibera assunta per lo studio di fattibilità, si osserva che un'incognita sui costi di realizazione è data dall'aspetto idrogeologico dei terreni da attraversare. Sarebbe stato allora preferibile utilizzare i 400.000 euro a disposizione per avviare uno studio idrogeologico con il fine di contribuire alla realizzazione dell'opera. Magari si sarebbe potuto utilizzare quella somma per finanziare un corso di specializzazione della Facoltà d'Ingegneria della nostra Università, in modo da cogliere quest'occasione per creare tecnici locali con specializzazione d'avanguardia. Si ha un bel lamentare della scarsità della ricerca, quando poi si investono le somme per indire una gara europea: arretreremo sempre di più. E l'esempio trascina, nel bene come nel male».