Ventidue ultracentenari a pranzo nel Salone dei Cinquecento

Ventidue ultracentenari, otto uomini e quindici donne tra cui la più anziana, la signora Giulia Sani, 112 anni compiuti, e la più "giovane" Lidia Barbetti, quasi cento anni. Sono stati loro gli ospiti di onore del primo incontro con i cittadini e le cittadine di Firenze che hanno già spento almeno 100 candeline che si è svolto questa mattina nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.A fare gli onori di casa il sindaco Leonardo Domenici e l'assessore alle politiche sociosanitarie Graziano Cioni. Oltre agli ultracentenari e ai loro familiari, erano presenti anche le autorità cittadine (tra cui il prefetto Gian Valerio Lombardi, il questore Vincenzo Indolfi, il colonnello dei Carabinieri Giovanni Nistri, il colonnello della Guardia di Finanza Angelino Marco Carta), alcuni assessori della giunta comunale, provinciale e regionale (erano presenti il vicepresidente Federico Gelli e l'assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori), i consiglieri comunali. E ancora Fausto Rapisarda di Fondiaria-Sai, il direttore dell'Azienda sanitaria fiorentina Luigi Marroni e d'Azienda ospedaliera di Careggi Andrea Des Dorides, il preside della facoltà di medicina dell'Università di Firenze Gianfranco Gensini, una rappresentanza degli studenti della Elsa Morante.Il sindaco Domenici ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti sottolineando come, oltre alla famiglia, gli anziani fiorentini possono contare su un sistema di relazioni più ampio, su una comunità più grande, ovvero l'intera città. "Essere qui oggi in questo luogo, che è di tutto il mondo ma prima di tutto di noi fiorentini, vuol dire proprio questo: che soltanto attraverso il rapporto tra le famiglie, le istituzioni pubbliche le associazioni di volontariato è possibile avere una rete di relazioni e di rapporti solidali tali da creare una vera comunità".L'assessore Cioni si è soffermato sulla presenza, sempre più numerosa nella popolazione fiorentina, degli anziani e tra questi degli ultracentenari. "A Firenze sono 155 le persone che hanno cento o più anni. Non erano mai stati tanti e presto, dati anagrafici alla mano, aumenteranno ancora e questo non può farci che un grande piacere. Da questi fiorentini speciali arriva un messaggio importante: la stragrande maggioranza degli ultracentenari vive in famiglia. Questo significa che essere curati con amore fa bene. Quindi dobbiamo tenerci cari i nostri anziani. Sono la nostra storia, il nostro passato e ci insegnano a vivere meglio il futuro". L'assessore Cioni ha chiamato sul palco anche Stefano Sorbi, direttore della clinica neurologica di Careggi, impegnato da 25 anni nello studio degli ultracentenari. "Con le mie ricerche ho cercato di capire quale fosse la personalità del centenario. Ebbene è emerso che si tratta di persone attente a sé stesse, consapevoli di far parte del mondo sebbene non sempre molto interessati alla vita sociale. Comunque sono persone che sono soddisfatte della vita, di sé stessi e di quello che hanno". L'assessore Cioni ha poi passato il microfono a Don Danilo Cubattoli che, rivolgendosi agli ultracentenari in sala, ha sottolineato il ruolo positivo dei nonni all'interno delle famiglie. "Molti dei ragazzi che incontro in carcere non hanno mai avuto un nonno o una nonna che si prendesse cura di loro. Ospitarli qui nel salotto buono è un dovere. Una vita di cento anni è uno dei più grandi tesori, non importa che vi facciano santi, lo siete già".Al termine del pranzo, allietato dallo spettacolo del Teatro Greco Dance Company, l'assessore Cioni ha consegnato ad ognuno dei centenari un dono: per le signore una rosa d'argento e un bouquet di fiori, ai signori il gigli d'argento di Firenze. Inoltre il direttore della Nazione Francesco Carrassi ha consegnato a tutti gli ultracentenari la riproduzione della prima pagina del giornale del giorno della loro nascita, comprese quella del 15 settembre 1893 giorno in cui nacque la signora Sani e quella invece del giorno in cui vide la luce la signora Cesira Chiassi, ovvero il 5 febbraio 1898. (mf)