"Viaggio negli alfabeti"/1 presentati tre quaderni dei Centri di alfabetizzazione. Lastri: "Un'esperienza fiorentina di qualità, che sarà veicolata nelle librerie italiane"
"Viaggio negli alfabeti" è il titolo dei tre quaderni che sono stati presentati questa mattina dall'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri al centro di alfabetizzazione Giufà, un sevizio dove si ritrovano i coordinatori e gli insegnanti di italiano L2 (seconda lingua per i bambini provenienti da paesi stranieri) per programmare e preparare il lavoro da usare poi direttamente nelle scuole della città. I tre quaderni, editi dalla casa editrice Vannini della Collana "Banyan", raccolgono alcuni percorsi didattici e materiali originali ideati e realizzati dagli insegnanti e dagli alunni stranieri della scuola elementare e della scuola media inferiore. Ogni quaderno ha un filo conduttore, un personaggio guida: nel caso del primo quaderno "In viaggio con Pippi", è stato realizzato dal Centro di alfabetizzazione Ulysse (quartiere 1) il secondo quaderno "Non avevo mai visto le case lunghe" è stato realizzato dal Centro di alfabetizzazione Giufà (quartiere 4), il terzo quaderno "Gli alfabeti delle città" è realizzato dal Centro di alfabetizzazione Gandhi (quartiere 5)."E' stato importante documentare questa esperienza didattica tutta fiorentina ha evidenziato l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri unica nel suo genere, che sarà veicolata in tutte le librerie importanti d'Italia. Questo è determinante per trasmettere un lavoro di qualità, non solo per le nostre scuole ma per tutte le scuole italiane".Gli alunni stranieri che frequentano le scuole fiorentine, divisi in piccoli gruppi di lavoro, sono seguiti nei Centri di alfabetizzazione. I bambini provengono da ambienti geografici, sociali e culturali molto diversi fra loro: dai paesi del Mediterraneo, dall'Asia, dall'Africa, dall'Est europeo. A Firenze sono presenti ben 107 differenti nazionalità e provenienze. In questo anno scolastico sono stati registrati 730 alunni provenienti da 45 nazionalità.Alcuni hanno frequentato regolarmente la scuola nel paese d'origine, altri hanno una scolarizzazione precaria, alcuni fuggono da una realtà drammatica. Bambini che si trovano in situazioni molto diverse quindi e che attraversano un periodo molto faticoso di disorientamento e spaesamento. Una fase di difficoltà, non certo breve, da superare gradualmente, ma che, se non adeguatamente sostenuta, rischia di incidere pesantemente sulla fiducia nelle proprie possibilità e sull'aspettativa di potercela fare. Seguire questi alunni significa quindi ogni volta trovare strumenti originali che coinvolgano il loro interesse e la loro motivazione, e che li facciano diventare protagonisti lungo un cammino di successivi apprendimenti, in modo da essere sempre più inseriti nella loro classe e fra i loro compagni, e da sviluppare quelle competenze che la scuola richiede, a cominciare da quelle che i loro insegnanti individuano come prioritarie. I quaderni che sono stati presentati questa mattina rendono visibili i progressi dei ragazzi che frequentano il Centro e, per i docenti, testimoniano una fase del lavoro importante, essenziale in un percorso di ricerca-azione, per riflettere, verificare e valutare."Pubblicando e diffondendo alcuni di questi percorsi di apprendimento vogliamo in primo luogo far conoscere l'attività dei Centri e le loro competenze ha ricordato l'assessore Lastri - attraverso la varietà e la ricchezza di percorsi ed esperienze che sono state sperimentate dagli insegnanti di L2 e dai mediatori, sotto la guida dei coordinatori pedagogici, insieme alle scuole e agli insegnanti di classe". "I quaderni vogliono costituire una occasione per riflettere, per crescere in professionalità ha proseguito l'assessore - per offrire stimoli e spunti di lavoro utili alla elaborazione di strumenti a sostegno delle pari opportunità di successo formativo nel rispetto e nella tutela delle lingue e culture di origine".Tre quaderni abbastanza diversi fra di loro, ognuno quindi nato in un contesto diverso, legato alla particolarità dei quartieri e della popolazione scolastica straniera che frequenta la scuola. Nella diversificazione delle esperienze proposte, i quaderni mostrano tuttavia scelte di fondo comuni, che sono riconducibili all'attenzione e al rispetto verso gli alunni, alla loro centralità nel processo di apprendimento, ponendo grande attenzione all'instaurarsi di relazioni positive improntate al dialogo e al reciproco interesse.Ma questi quaderni parlano anche dei ragazzi che hanno frequentato i laboratori: nei testi e nei disegni prodotti e documentati emergono i ricordi, i sogni e i bisogni, il mondo interno, così simile in tutti i ragazzi. "Non avevo mai visto le case lunghe", scrive Demba, che i primi tempi in Italia non dormiva bene perché la notte mancavano i rumori degli elefanti...:".. ora so nuotare e ho amici, e conosco tutti i miei amici, e anche ogni via, e ora voglio restare ...".Alcuni disegni sono "birichini", fatti con grande ironia e divertimento: la scuola ideale assomiglia ad una rutilante e vivacissima "isola che non c'è", dove gli insegnanti vengono buttati a mare da pirati bambini, specchio di una metodologia che lascia liberi i bambini di esprimere il proprio pensiero, le proprie emozioni e la propria creatività.Un altro esempio è una strategia che si rivela molto positiva per rafforzare la sicurezza e stimolare verso l'autonomia degli apprendimenti. " ... quando tocca a me parlare" racconta Hongxin, "ho ancora un po' di paura, perché questa è la mia prima volta a parlare davanti ai miei compagni" (frase pag. 72 de " Gli alfabeti delle città").Da una lettura delle immagini prodotte dai piccoli studenti, esaminando i quaderni, la redazione della rivista "La Vita Scolastica" ha suggerito all'assessorato alla pubblica istruzione di creare presso i Centri anche un archivio dei disegni dei ragazzi che provengono da tutti i Paesi del mondo."Questo potrà essere un'ulteriore ricchezza di apertura sui linguaggi a tutto tondo ha concluso Lastri che sposta e allarga il concetto di alfabetizzazione linguistica, valorizzando anche l'aspetto culturale delle immagini come lingua già posseduta e che non si insegna perchè è già un patrimonio posseduto".Erano presenti il direttore della rivista "La Vita Scolastica" Di Rienzo, Candida Toaldo "Vannini Editrice", i coordinatori dei Centri di alfabetizzazione Grazia Bellini, Carla Pastacaldi, Gianna Gentile, Maria Omodeo, Lucia Maddii dell'Irre Toscana,la responsabile degli interventi educativi e scambi culturali dell'assessorato alla pubblica istruzione Maddalena Pilarski.(pc)BREVI SCHEDE SUI TRE QUADERNI:IN VIAGGIO CON PIPPI prende spunto dalla protagonista del romanzo di Astrid Lingren, Pippi Calzelunghe, come personaggio ponte che prende per mano i bambini e li guida in un poercorso di apprendimento in cui si alternano situazioni stimolanti, giochi, intrecci narrativi che coinvolgono alunni anche facendo riferimento ai paesi di origine dei bambini stessi (la Cina, il Marocco, il Perù)E che vengono in un certo senso visitati e rivissuti attraverso la cucina, la musica, i prodotti tipici di quei paesi.NON AVEVO MAI VISTO LE CASE LUNGHE presenta invece percorsi diversi realizzati con gruppi di alunni di età differenti che hanno però come filo conduttore lo sviluppo della narrazione nelle sue diverse forme, dalle parole e dai concetti essenziali per raccontare una propria esperienza (il prima, il dopo e il quando, .....), alle fiabe, fino all'uso della narrazione come dispositivo didattico per riordinare le conoscenze possedute e per apprenderne nuove. E' una modalità scelta per motivare i ragazzi, per rendere significative le attività linguistiche, per fornire strumenti che aumentino la loro consapevolezza verso il loro percorso di apprendimento e verso il mondo che li circonda.GLI ALFABETI DELLA CITTA'raccolgono cinque percorsi che accompagnano gruppi di alunni di età differenti attraverso itinerari di scoperta e di conoscenza che vanno dalla scuola alla città, fino al mondo intero sviluppando la lingua per comunicare e per studiare anche tramite il mantenimento delle lingue di origine dei bambini e la valorizzazione del bilinguismo. Sono percorsi accomunati inoltre da modalità di lavoro in cui il clima di fiducia, di ascolto e di rispetto verso i ragazzi lascia spazio ai pensieri e alla loro espressione creativa attraverso i disegni e gli elaborati scritti.SEGUE FOTO CGE