Bacco del Giambologna rimosso da Borgo San Iacopo, l'assessore Siliani: "Nessuno ci ha detto nulla, è questo non è un atteggiamento corretto per la città"

"Contrarietà e delusione". E' quanto esprime l'assessore alla cultura Simone Siliani dopo il trasferimento "segreto" del Bacco del Giambologna, la statua risalente al 1560 che fino a circa due giorni fa ornava la fontana incastonata nella Torre dei Rossi Cerchi all'angolo fra Borgo S. Iacopo e il Ponte Vecchio. "Apprendiamo dai giornali – ha detto Siliani che il "Bacchino" è stato portato al Bargello dove verrà sottoposto ad un'accurata ripulitura in vista della grande mostra dedicata a Giambologna, in programma il prossimo anno""Se da un lato è evidente la provenienza della scultura dagli Uffizi – ha detto Siliani- è altrettanto evidente che oramai il Bacco è a pieno titolo un monumento della città e costituisce parte integrante dell'ornamento del centro storico. Non si capisce quindi come mai sia stato rimosso, senza che gli uffici competenti del Comune ne siano stati informati. Quali che siano le cause, ufficialmente non è dato saperle, addirittura lo apprendiamo dai giornali"."E' questo un atteggiamento corretto e funzionale per la tutela, valorizzazione e promozione della città storica?", si chiede Siliani.Da qualche mese il Comune di Firenze è alle prese con il Piano di Gestione per il Centro Storico di Firenze come Patrimonio dell'Umanità - Unesco. Il Ministero per i Beni culturali ha dato una improvvisa ma meritoria accelerazione alla redazione del Piano e il Comune ha aderito immediatamente dotandosi di un ufficio che oltre alla redazione del Piano dovrà coordinare la sua attuazione e l'implementazione con nuovi piani di azione. "Si tratta di una prospettiva innovativa – ha aggiunto Siliani- che dovrebbe rivoluzionare, almeno nel coordinamento, gli interventi nel centro storico. Si sono già tenuti molti incontri al Ministero e con le Soprintendenze locali, alla ricerca di passi comuni da compiere e progetti condivisi"L'episodio del Bacco, - ha fatto sapere l'assessore alla cultura- del quale sarà nostra cura avvertire il Ministero, sembra contraddire l'atteggiamento di collaborazione che potrebbe dare frutti insperati, sempre che non ci si trinceri su dettagli veramente incomprensibili per la maggior parte dei cittadini come la questione giuridica della proprietà."Da parte dell'amministrazione non ci siano preclusioni di sorta per soluzioni condivise anche nell'ambito del Piano di Gestione del Centro Storico: ma per condividere bisogna almeno essere in due".(lb)